Povertà: differenze tra le versioni
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Di solito il lemma viene considerato con accezione negativa, mentre gli vengono riconosciuti connotati positivi col significato di ''povertà volontaria'', quella cioè predicata da diverse religioni come distacco dai beni terreni (ad esempio il [[voto di povertà]]), da filosofie ed anche da alcune teorie laiche [[egualitarismo|egualitarie]].
La povertà diventa [[pauperismo]] o miseria o indigenza quando riguarda [[massa (filosofia)|masse]] che non riescono più ad assicurarsi i minimi mezzi di sussistenza: è questo un fenomeno collegato a una particolare congiuntura economica che porti al di sotto del minimo reddito di sussistenza una gran parte della [[popolazione]].
== Povertà e miseria ==
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Nelle popolazioni indigene l’economia di sussistenza produce quanto basta per vivere, Nelle società dei Bianchi non ci si accontenta di produrre ciò di cui si ha bisogno, si produce sempre di più per accumulare beni.
Nelle popolazioni indigene si ha l’abitudine di aiutarsi l’un l’altro mentre nella società dei Bianchi vige la legge della concorrenza: i ricchi non sanno aiutare.
Nelle popolazioni indigene il tempo libero è un momento
Nelle popolazioni indigene il lavoro stesso può essere uno svago o uno scambio, mentre nella società dei Bianchi ogni cosa è isolata dalle altre.|Dionito de Souza, del Consiglio Indigeno di [[Roraima]] (Brasile)<ref>citato da M. Lulek, ''Un semaine à Porto Alegre'', in <<Bulleti de la Ligne d’horizon>>, n. 28, 2002, p 7. in [[Majid Rahnema]], ''Quando la povertà diventa miseria'',p 167, 2005, Einaudi, ISBN 88 06 17231 X
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