Operazione piombo fuso: differenze tra le versioni
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[[Hamas]] per parte sua afferma che la tregua è stata rotta dalle forze israeliane il 4 novembre 2008 con l'uccisione di sei suoi militanti e con il blocco dei convogli umanitari.
Da parte palestinese, per altro, il lancio di razzi contro il territorio israeliano è stato motivato
Inoltre molti commentatori, sia dopo che prima dell'azione, hanno collegato l'Operazione alle vicine elezioni israeliane del 10 febbraio, ipotizzando che i candidati dei tre principali schieramenti (Kadima, Laburisti e Likud), temessero di poter perdere i propri consensi a causa di un comportamento percepito dalla pubblica opinione come troppo "morbido" nei confronti di Hamas.<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=https://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2008/12/30/AR2008123003252.html?hpid=topnews|titolo=Behind Gaza Operation, An Uneasy Triumvirate}}, articolo de [[The Washington Post]], del 31 dicembre 2008</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://jta.org/news/article/2009/01/27/1002563/israels-election-season-finally-launches1|titolo=Israeli election campaign heats up|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090130041041/http://jta.org/news/article/2009/01/27/1002563/israels-election-season-finally-launches1 }}, articolo della "Jewish Telegraphic Agency", del 27 gennaio 2009</ref><ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2009/gennaio/03/GAZA_ELEZIONI_ISRAELIANE_SILENZIO_OBAMA_co_9_090103086.shtml|titolo=Gaza: le elezioni israeliane e il silenzio di Obama}}, articolo del ''[[Corriere della Sera]]'', del 3 gennaio 2009</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://www.menassat.com/?q=en/news-articles/5820-war-gaza-fuel-israeli-elections|titolo=War on Gaza, fuel for the Israeli elections|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160330194045/http://www.menassat.com/?q=en%2Fnews-articles%2F5820-war-gaza-fuel-israeli-elections }}, articolo di "Menassat", del 21 gennaio 2009</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.antennedipace.org/2008/12/27/gaza-attacco-programmato-un-approfondimento-dalla-palestina/|titolo=Gaza: attacco programmato – un approfondimento dalla Palestina (articolo di "Alternative Information Center", del 27 dicembre 2008, tradotto ed ospitato|sito=Antenne di Pace|data=27 dicembre 2008|accesso=7 giugno 2023|urlmorto=sì|dataarchivio=1 aprile 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230401050253/https://www.antennedipace.org/2008/12/27/gaza-attacco-programmato-un-approfondimento-dalla-palestina/}}</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|url=https://news.yahoo.com/s/afp/20090123/wl_mideast_afp/mideastconflictgazaisraelvote_20090123172938|titolo=Israeli right set to win elections on back of Gaza war}}, news di yahoo, del 23 gennaio 2009</ref><ref name="News Daily">{{Cita testo|lingua=en|url=http://www.newsdaily.com/stories/tre50p2h8-us-snisrael-election/|titolo=Netanyahu maintains edge in Israel election race}}, articolo del "News Daily", del 26 gennaio 2009</ref>
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ed alcuni moli del porto.<ref>{{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/12/30/se-le-barche-da-pesca-diventano-un.html|titolo=se le barche da pesca diventano un bersaglio}}, articolo de [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], del 30 dicembre 2008</ref>
Intanto dalla [[Striscia di Gaza]] continua il lancio di razzi [[Qassam]] e [[BM-21|Grad]] sul sud d'[[Israele]], che nel primo giorno causano una vittima e diversi feriti.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2009/01/dirette/sezioni/esteri/striscia-gaza/due-gennaio/index.html|titolo=Gaza, ancora raid nella notte - Bush: "Hamas fermi i razzi" - Hamas chiama al "giorno della collera"|editore=La Repubblica|data=2 gennaio 2009|accesso=13 dicembre 2019}}</ref><ref>{{cita testo|titolo=Man killed in rocket strike|url=http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3644954,00.html
Prima che Israele cominci l'azione di terra, Hamas inizia i regolamenti di conto all'interno della Striscia di Gaza. Secondo il [[Jerusalem Post]], che cita fonti della stessa Hamas, il movimento uccide 35 palestinesi, membri del [[Fatah|Fath]], accusati di essere spie.<ref>{{cita testo|url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=318630|titolo=il Giornale - Hamas giustizia 35 membri di Fatah}}</ref> La tensione tra i due gruppi era già elevata precedentemente ({{Senza fonte|già dal 27 dicembre sono stati gambizzati 75 esponenti del [[Fatah|Fath]]}}), a causa degli scontri che portarono la fazione di Abu Mazen ad essere [[Battaglia di Gaza (2007)|estromessa dalla Striscia di Gaza]].
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Anche Hamas ha consegnato all'ONU un suo rapporto sugli avvenimenti. In questo l'uccisione di tre civili da parte di un razzo, citata nel rapporto, viene definita un "errore", e viene affermato che l'obiettivo erano alcuni "impianti militari ubicati nelle città sioniste". L'affermazione ha ricevuto pesanti critiche da parte israeliana.<ref>{{cita testo|url=https://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE60R0PR20100128|titolo=Hamas dice di aver ucciso civili israeliani per errore|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150404161948/http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE60R0PR20100128 }}, articolo della [[Reuters]], del 28 gennaio 2010</ref>
Nel luglio 2010 Israele ha prodotto una nuova relazione in risposta al rapporto di Goldstone<ref>{{Cita testo|lingua=en|titolo=Israel to file 2nd Goldstone response|url=http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3915978,00.html
Il 21 settembre 2010 una commissione di esperti indipendente, creata su mandato del consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e presieduta dal giurista tedesco [[Christian Tomushat]], ha valutato come inadeguate le indagini di Israele e di Hamas. Secondo quanto riportato, le inchieste sarebbe rimaste per larga parte incomplete e ben lontane dagli standard internazionali richiesti: Israele avrebbe impostato le indagini in modo parziale, negando la sua collaborazione all'operato investigativo dell'ONU, e avrebbe concentrato le punizioni, quando presenti, solo nei confronti degli ufficiali di basso rango; Hamas non avrebbe effettuato nessuno sforzo per rispondere alle accuse che gli erano rivolte dal rapporto Goldstone, non riuscendo peraltro a dimostrare l'asserita liberazione dei prigionieri politici e la persecuzione di chi si era reso responsabile di crimini.<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=10357&LangID=E|titolo=Committee following up on “Goldstone Report” says investigations by Israel and de facto Gaza authorities inadequate}}, dal sito dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite]]</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|url=https://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-11384476|titolo=UN faults Israeli, Hamas probes into Gaza conflict}}, articolo di [[BBC]] online, del 21 settembre 2010</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/un-panel-hamas-israel-failed-to-address-goldstone-gaza-report-1.315005|titolo=UN panel: Hamas, Israel failed to address Goldstone Gaza report}}, articolo di [[Haaretz]], del 21 settembre 2010</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=188819|titolo=UN finds probes into Cast Lead war crimes wanting}}, articolo di [[The Jerusalem Post]], del 21 settembre 2010</ref><ref>{{cita testo|url=http://notizie.virgilio.it/notizie/esteri/2010/9_settembre/21/mo_inadeguate_risposte_israele_e_hamas_a_rapporto_goldstone,26148567.html|titolo=M.O./ "Inadeguate" risposte Israele e Hamas a rapporto Goldstone|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121107194432/http://notizie.virgilio.it/notizie/esteri/2010/9_settembre/21/mo_inadeguate_risposte_israele_e_hamas_a_rapporto_goldstone,26148567.html }}, agenzia dell'APCOM, riportata dal [[portale web]] [[Virgilio (portale)|Virgilio]], del 21 settembre 2010</ref>
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=== Guerra psicologica ===
I bombardamenti israeliani sono preceduti da lancio di volantini o da chiamate in arabo sulla linea telefonica, ufficialmente per garantire alla popolazione civile un margine di tempo per mettersi in salvo. Secondo alcune fonti in risposta i palestinesi spesso affollerebbero i tetti degli edifici bersagliati, nella speranza di non farli bombardare.<ref>{{cita testo|url=http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo437578.shtml|titolo=TGCOM - Gaza, Israele "avvisa" obiettivi - Telefona prima di colpire i palazzi}}</ref> L'ONU ha rilevato che in alcuni casi l'attacco avviene tuttavia solo dopo alcuni minuti dall'avviso
<ref name="ocha_report_1_2">{{Cita news|titolo = Gaza Humanitarian Situation Report - January 2, 2009 as of 14:30|data = 2 gennaio 2009|editore = [[Organizzazione delle Nazioni Unite|UN]] [[Office for the Coordination of Humanitarian Affairs]]|url = http://www.ochaopt.org/documents/ocha_opt_gaza_situation_report_2009_01_02_english.pdf|accesso = 2 gennaio 2009|urlarchivio = https://www.webcitation.org/5dYZRlFLB?url=http://www.ochaopt.org/documents/ocha_opt_gaza_situation_report_2009_01_02_english.pdf|dataarchivio = 3 gennaio 2009|urlmorto = sì}}</ref> Data l'alta densità abitativa della Striscia di Gaza il lancio di volantini rendeva spesso impossibile determinare quale fosse il bersaglio. Sia ''[[Amnesty International]]'' sia le Nazioni Unite hanno sostenuto che nelle aree densamente popolate della Striscia di Gaza di fatto non esistono "aree sicure" in cui i civili possano rifugiarsi dopo aver ricevuto l'avvertimento.<ref>{{Cita testo|lingua=en|titolo=Amnesty International: there are no safe places in Gaza|url=http://english.pnn.ps/index.php?option=com_content&task=view&id=4369&Itemid=1
Diverse ONG e gruppi per i diritti umani, tra cui il [[Palestinian Centre for Human Rights]], hanno definito questi avvisi preventivi in cui viene annunciata la distruzione delle abitazioni (ed ovviamente di tutti i beni contenuti), uniti all'impossibilità di trovare rifugio efficace e all'incertezza dei tempi dell'attacco, una forma indiretta di [[guerra psicologica]]. È stato anche riportato l'uso di messaggi sui telefoni e interferenze delle stazioni radio da parte di Hamas, per annunciare il lancio di razzi.<ref>{{Cita testo|lingua=en
=== Utilizzo di fosforo bianco ===
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I media hanno riportato anche casi di "operazioni mediatiche", sviluppate durante l'operazione, in collaborazione tra le ambasciate israeliane e le comunità ebraiche in occidente, con lo scopo di aumentare i consensi nei confronti di Israele nelle nazioni dove queste risiedevano.<ref>Si veda per esempio il caso relativo alla comunità ebraica romana, riportato da [[Il manifesto]] ({{cita testo|url=http://80.241.231.25/ucei/PDF/2009/2009-01-04/2009010411496363.pdf|titolo="Gesto umanitario" o operazione "tutta mediatica"}}, del 4 gennaio 2004, riportato dalla rassegna stampa dell'[[Unione delle comunità ebraiche italiane]]) e ripreso da numerose fonti internet (per es {{cita testo|url=https://www.agoravox.it/Pacifici-e-la-falsa-solidarieta.html|titolo=Pacifici e la falsa solidarietà}} articolo di Agora Vox italia, dell'8 gennaio 2009.)</ref>
A fine gennaio [[Ynetnews]] (la versione online in lingua inglese del [[Yedioth Ahronoth]], il quotidiano più letto di Israele) ha dato notizia che il ''Immigrant Absorption Minister of Israel'' (il ministero dell'immigrazione) avrebbe reclutato un "esercito di bloggers", sia tra gli ebrei immigrati di recente (il 60%), sia tra gli ebrei residenti all'estero, con lo scopo di migliorare l'immagine di Israele in internet (siti web, [[blog]], [[social network]], ecc.). Secondo quanto riportato nell'articolo le persone contattate sarebbero più di 1000, di cui 350 in grado di parlare russo, 250 inglese, 150 spagnolo, 100 francese e 50 tedesco; oltre a queste sarebbero presenti persone in grado di parlare anche portoghese, svedese, olandese, italiano, rumeno, ungherese, polacco, greco, bulgaro, danese, turco-persiano, arabo e cinese. Il direttore del dipartimento di relazioni pubbliche del ministero ha affermato anche che verrà previsto l'uso di questi anche oltre l'immediato periodo post-conflitto.<ref>{{Cita testo|lingua=en|titolo=Pro-Israel media: Bloggers join media war|url=http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3663679,00.html
Sempre relativamente al rapporto tra media e governo israeliano, questo ha chiesto che non fossero pubblicate foto o nomi degli ufficiali impegnati nell'operazione, per evitare che eventuali corti straniere possano aprire procedimenti nei loro confronti per supposte violazioni del diritto internazionale.<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://www.msnbc.msn.com/id/28839036/|titolo=Israel to defend soldiers against war crimes}}, articolo della msnbc, del 25 gennaio 2009</ref>
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=== Israele ===
Dal punto di vista elettorale i primi sondaggi dopo il cessate il fuoco del 18 gennaio davano in vantaggio il [[Likud]] di [[Benjamin Netanyahu]], che, oltre alle operazioni a Gaza contro Hamas, puntava nella sua campagna elettorale sul rifiuto del ritiro dagli insediamenti illegali nei territori occupati, mentre al secondo posto sarebbe stato il [[Kadima]] della ministra degli esteri [[Tzipi Livni]], che non avrebbe avuto un significativo aumenti di voti dopo l'operazione militare, terzo il [[Partito Laburista Israeliano]] di [[Ehud Barak]].<ref name="News Daily" /> Con l’approssimarsi delle elezioni, e il perdurare dell'instabile tregua, sondaggi successivi mostravano un aumento di voti per il partito nazionalista laico di destra [[Yisrael Beytenu]], retto da [[Avigdor Lieberman]] (partito che ha il suo elettorato principalmente tra gli immigrati provenienti dai paesi dell'ex [[blocco sovietico]]), voti in parte provenienti da un ulteriore spostamento a destra dell'elettorato del Likud.<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2009/febbraio/07/destra_estrema_avanza_Netanyahu_perde_co_8_090207019.shtml|titolo=La destra estrema avanza Netanyahu perde terreno}}, articolo del ''[[Corriere della Sera]]'', del 7 febbraio 2009</ref><ref>{{cita testo|titolo=Israele: voto; alle urne tra venti di destra ed incognite|url=http://www.megachip.info/modules.php?name=News&file=article&sid=6565
I risultati delle elezioni hanno visto vincente Kadima, con 28 seggi, 27 al Likud, 15 al Yisrael Beytenu e solo 13 ai laburisti, che divengono il quarto partito israeliano, situazione che ha reso molto difficoltosa la costituzione di un governo stabile.<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2009/febbraio/11/Netanyahu_premier_Livni_vantaggio_ora_co_8_090211015.shtml|titolo=Netanyahu: io premier Ma Livni in vantaggio: ora al governo insieme}}, articolo del ''[[Corriere della Sera]]'', dell'11 febbraio 2009</ref><ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2009/febbraio/12/sfida_Livni_Netanyahu_Israele_governo_co_9_090212028.shtml|titolo=La sfida Livni-Netanyahu Israele, governo difficile}}, articolo del ''[[Corriere della Sera]]'', del 12 febbraio 2009</ref> Tzipi Livni non riesce ad ottenere la maggioranza necessaria per poter governare. Al contrario Netanyahu, candidato del Likud, riesce a costituire un'alleanza sia con il [[Yisrael Beytenu]] di [[Avigdor Lieberman]] che con i [[Partito Laburista Israeliano|laburisti]] di [[Ehud Barak]], a cui si aggiungono li [[Shas]], e il partito [[Casa Ebraica]], ottenendo una maggioranza di 69 seggi (su 120) il 31 marzo 2009. Il giorno dopo a questa coalizione si sono uniti anche i 5 parlamentari del gruppo di ispirazione religiosa ortodossa [[Giudaismo unito nella Torah]].<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/130713|titolo=Largest Cabinet Ever Missing Health Minister}} Israel National News, 1º aprile 2009</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://www.ynet.co.il/articles/0,7340,L-3695323,00.html|titolo=The Knesset approved: Netanyahu's government given a go}}, [[Yedioth Ahronoth]], 31 marzo 2009</ref>
Nell'ambito delle elezioni si è anche registrata la richiesta da parte dei partiti Yisrael Beytenu e [[Unione Nazionale (Israele)|Unione Nazionale]] di bandire i partiti arabi [[United Arab List-Ta'al]] e [[Balad (partito politico)|Balad]] (al tempo rappresentanti più della metà dei parlamentari israeliani di origine araba) dalle elezioni, richiesta approvata a grande maggioranza dal comitato elettorale. I partiti esclusi, che durante l'operazione militare avevano organizzato manifestazioni contro di essa, sono stati accusati di non riconoscere il diritto all'esistenza di Israele come nazione ebraica e di supportare i gruppi terroristici. I membri del Yisrael Beytenu hanno dichiarato che all'esclusione dalle elezioni del Balad, ritenuto un partito terrorista, sarebbe dovuta seguire la sua dichiarazione come gruppo illegale.<ref>{{Cita testo|lingua=en|titolo=Israel Bans Arab Parties From Coming Election|url=http://www.huffingtonpost.com/2009/01/12/israel-bans-arab-parties-_n_157207.html
=== Rapporti tra le fazioni palestinesi ===
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I rapporti tra i due gruppi sono rimasti tesi per tutta la durata dell'operazione. Alcuni esponenti di Hamas e dei gruppi filo-palestinesi più estremisti hanno accusato apertamente [[Fatah]] di appoggiare, anche solo rimanendo passivi, l'operazione israeliana, nonostante negli ultimi giorni dell'offensiva ci siano state testimonianze che segnalavano la presenza di uomini del braccio armato di Fatah intenti a collaborare con gli uomini di Hamas contro l'IDF.<ref>{{cita testo|url=http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/medio-oriente-47/joudeh-reportage/joudeh-reportage.html|titolo=Un popolo in trappola tra le rovine ma i miliziani non si arrendono}}, articolo de [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]], del 14 gennaio 2009</ref> La tensione tra i due gruppi è rimasta tesa anche per il periodo immediatamente successivo al cessate il fuoco, per poi andare rilassandosi durante il febbraio 2009, anche grazie all'opera di mediazione egiziana.
Il 7 marzo 2009 il primo ministro dell'[[Autorità Nazionale Palestinese]], [[Salam Fayyad]], si è dimesso, segnale che è stato interpretato come un'apertura ad un possibile governo di unità nazionale, anche se Hamas ha commentato le dimissioni considerandole conseguenza di contrasti tra Fayyad e il presidente [[Abu Mazen]].<ref>{{cita testo|url=http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/esteri/medio-oriente-51/premier-dimissioni/premier-dimissioni.html|titolo=Si dimette il premier palestinese verso il governo di unità con Hamas}}, articolo di [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], del 7 marzo 2009</ref><ref>{{cita testo|url=http://it.peacereporter.net/articolo/14597/Egitto,+al+via+negoziati+su+riunificazione+politica+tra+Cisgiordania+e+Gaza|titolo=Egitto, al via negoziati su riunificazione politica tra Cisgiordania e Gaza}}, articolo di [[Peacereporter]], del 10 marzo 2009</ref> Fayyad, tra i fondatori del partito [[La Terza Via]] e già ministro delle finanze nel breve governo di coalizione della primavera 2007, era stato nominato primo ministro da Abu Mazen nel giugno 2007, al posto di [[Ismail Haniyeh]] (politico di Hamas, nominato a seguito delle elezioni del 2006) dopo la crisi che aveva visto la rottura delle relazioni tra i due gruppi e la cacciata da Gaza degli esponenti di Fatah. La legalità della nomina era stata tuttavia più volte posta in dubbio, oltre ad essere stata apertamente criticata da Hamas (che a Gaza ha continuato a riconoscere Haniyeh come primo ministro), non essendo stata ratificata dal [[Consiglio legislativo palestinese]] (di cui Hamas ha la maggioranza) come prevedevano alcuni articoli della legge palestinese, temporaneamente sospesi dal presidente Mazen.<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/6754499.stm|titolo=Abbas sacks Hamas-led government}}, articolo della [[BBC]], del 15 giugno 2007</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/6760975.stm|titolo=New Palestinian cabinet sworn in}}, articolo della [[BBC]], del 17 giugno 2007</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|titolo=Whose Coup Exactly?|url=https://electronicintifada.net/v2/article7038.shtml
Il mandato di Abu Mazen è scaduto ufficialmente il 9 gennaio 2009, ma la condizione di guerra non ha ovviamente permesso di effettuare nuove elezioni presidenziali e legislative. Il presidente dell'ANP, data l'impossibilità di svolgere nuove elezioni, ha annunciato un'estensione del suo mandato di un anno, ritenendo che questa decisione sia concorde con la legge palestinese.
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