Geolabididae: differenze tra le versioni

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==Descrizione==
Noti principalmente per resti del cranio e della dentatura, questi animali dovevano essere simili a toporagni e le dimensioni variavano da pochi centimetri di lunghezza a circa 50 centimetri. Il cranio era dotato di arcate zigomatiche complete, ma alcune modifiche del processo angolare delle mascelle e del [[condilo mandibolare]] (ad esempio, ''[[Centetodon]]'' possedeva un abbozzo di doppia articolazione) preannunciavano le specializzazioni caratteristiche dei [[Soricidae|soricidi]]. La [[formula dentaria]] era 3.1.4.3/ 3.1.4.3. I geolabididi erano dotati di [[Premolare|premolari]] e [[Molare|molari]] inferiori a corona alta, al contrario degli [[Erinaceidae|erinaceomorfi]]. I trigonidi presenti sui molari superiori erano inoltre alti e più larghi rispetto ai talonidi. Il quarto premolare superiore era dotato di un grande metaconide e di un talonide stretto, ma non era ancora molarizzato (come invece avveniva nei [[nittiteridi]]). La forma meglio conosciuta (''Centetodon'') mostra un muso allungato a causa della presenza di [[Diastema|diastemi]] tra i premolari; in ''Centetodon'', inoltre, gli incisivi inferiori erano bilobati come negli erinaceidi arcaici. In alcuni geolabididi i molari superiori erano quasi [[zalambdodonti]], con piccoli conuli e precingula e postcingula ben sviluppati.
[[File:The smallest mammal (5040381547).jpg|thumb|left|Ricostruzione museale di ''[[Batodonoides|Batodonoides vanhouteni]]'', il più piccolo mammifero noto]]
==Classificazione==
Inizialmente descritti come una sottofamiglia degli erinaceidi (McKenna, 1960) e poi considerati per lungo tempo affini ai toporagni ([[Soricidae]]), i geolabididi erano un gruppo di "insettivori" arcaici dalle parentele poco chiare; ricerche più recenti basate sulla struttura delle ossa del tarso hanno messo in luce somiglianze con l'altrettanto enigmatica famiglia dei nittiteriidi ([[Nyctitheriidae]]), ed è possibile che entrambe queste famiglie siano vicine ai [[Solenodon|Solenodontidae]] attuali (Zack e Penkrot, 2019).