Utente:Mr-Shadow/sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 90:
*12-15 novembre: ottenuta la disponibilità dei liberali a rinviare la decisione definitiva viene deciso di convocare un vertice dei partiti di maggioranza. [[Renato Altissimo]] dichiara di aver accettato per senso di responsabilità ma la riunione si conclude con un nulla di fatto. Riunita nuovamente la direzione nazionale il PLI comunica ufficialmente di uscire dalla maggioranza. Mentre tutte le opposizioni chiedono l'apertura ufficiale della crisi di governo [[Goria]] e [[De Mita]] ritengono l'impasse superabile con la sostituzione dell'unico ministro liberale presente nell'esecutivo ma il presidente del consiglio sale al Quirinale e presenta le proprie dimissioni.<ref>Il messaggero, 13-16 novembre 1987</ref>
*16 novembre: [[Cossiga]] avvia le consultazioni cambiando la prassi. In luogo dei presidenti delle camere decide di ricevere subito le delegazioni dei partiti della maggioranza uscente per accertare la possibilità di mantenere unita la coalizione. La DC è a favore del [[pentapartito]] e chiede la conferma del presidente uscente. Socialisti, socialdemocratici e repubblicani si oppongono alla richiesta democristiana di risolvere in 48 ore e chiedono di discutere un preciso accordo sulle modifiche legislative in materia di nucleare e giustizia. Una disponibilità espressa dai liberali per la ricerca dell'accordo porta a ritenere probabile un reinvio del governo alle camere per la fiducia.<ref>Il messaggero, 17 novembre 1987</ref>
*18 novembre: [[Cossiga]] rinvia il governo alle camere dopo un accordo stretto da [[Goria]] coi liberali.Questi ultimi hanno ottenuto una ulteriore riduzione della [[spesa pubblica]] di 1.500 miliardi per finanziare gli sgravi dell'[[IRPEF]], da discutere e fissare con un disegno di legge da prmulgare non prima di maggio-giugno 1988.</br>La commissione lavoro della Camera boccia per la terza volta di seguito il decreto [[Fabfani]] sulla scuola, che prevede il tetto di 25 alunni per classe, la riconferma in servizio dei precari impegnati nell'anno scolastico 1987-1988 e l'applicazione di due sentenze della [[Corte Costituzionale]] relative ai lavoratori dell'istruzione. I partiti della maggioranza giustificano il voto contrario con la mancanza di un accordo sulla gestione del precariato.</br>Il governo viene battuto alla camera sul decreto che rifinanzia la spedizione militare nel [[Golfo Persico]]. Passan due emendamenti comunisti che bloccano il prelievo di 51 miliardi sottaendoli alle quote destinate ai comuni per le servitù militari e all'[[obiezione di coscienza]]; la somma necessaria sarà attinta da 410 miliardi ancora disponibili per la componentistica navale.<ref>Il messaggero, 19 novembre 1987</ref>
 
*19 novembre: presentandosi al senato per la fiducia [[Goria]] dedica il suo discorso ai primi cento giorni dell'esecutivo e alle difficoltà che ha dovto affrontare. Ignorando gli avvenimenti dell'ultima settimana illustra le modifiche all'agenda dell'esecutivo, dai 1.500 miliardi per gli sgravi fiscali al blocco della costruzione di altre centrali nucleari fino alla chiusura della centrale di Latina e la sospensione dei lavori a [[Trino]]. Conferma inoltre l'iniziativa di governo per la responsabilità civile dei giudici. Sulla regolamentazione del diritto di sciopero, infine, non saranno presentati decreti; la soluzione sarà trovata dai ministri competenti e presentata ai partiti per il da farsi.<ref>Il messaggero, 20 novembre 1987</ref>
== Note ==
*21 novembre: il senato vota la fiducia a [[Goria]] con 170 voti a favore, e 109 contrari.</br>Nelle stesse ore si apre un fronte fortemente polemico tra socialisti e repubblicani. Oggetto del contendere l'intervento del segretario PRI, [[Giorgio La Malfa]], al congresso dell'[[associazione nazionale magistrati]], dove ha definito il referendum sulla giustizia "una truffa". Una nota anonima de [[l'Avanti]] sostiene che il PRI dovrebbe ritirarsi da una maggioranza che sta lavorando al rispetto dei risultati referendari. In una intervista al [[Corriere della Sera]] [[Craxi]] conferma il giudizio espresso dal quotidiano del partito ed aggiunge che occorre dare priorità alla riforma dei regolamenti parlamentari e del sistema elettorale, rnviando alla seconda metà della legislatura la riforma istituzionale.<ref>Il messaggero, 22 novembre 1987</ref>
<references/>
*23 novembre: secondo le rilevazioni mensili diffuse dall'[[ISTAT]] il tasso di [[inflazione]] di novembre si attesta a un +0,4% contro il +0,9% di ottobre. Il tasso tendenziale annuo si attesta quindi al 5,4%. Il ministro del tesoro, [[Giuliano Amato]], si dichiara ottimista circa l'obiettivo di mantenerlo entro il 4,5% per il 1988.<ref>Il messaggero, 24 novembre 1987</ref>
*25 novembre: mentre l'Italia è bloccata dallo sciopero generale contro la legge finanziaria il presidente del consiglio incassa anche la fiducia della camera, che passa con 369 voti a favore, 233 contrari e una sola astensione.</br>Le vicende della crisi di governo, dove il più piccolo dei partiti della maggioranza ha portato alle dimissioni dell'esecutivo, da modo a [[Craxi]] di pronunciarsi ufficialmente per l'introduzione dello sbarramento al 5% per la ripartizione dei seggi in parlamento. Secondo il segretario socialista la riforma non penalizzerebbe i partiti minori ma li spingerebbe a salde alleanze. [[Alessandro Natta]] replica che la frammentazione del sistema esiste, ma non dipende necessariamente dalla legge elettorale.<ref>Il messaggero, 26 novembre 1987</ref>
*26 novembre: consiglio dei ministri: viene approvato il disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati. L'accordo di maggioranza prevede un pronunciamento di ammissibilità dell'azione risarcitoria, affidata ad un magiastrato, e il rinvio della regolamentazione sulla responsabilità dei giudici popolari.<ref>Il messaggero, 26 novembre 1987</ref