Walter Tobagi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 27:
Sia all{{'}}''Avanti!'' che all{{'}}''Avvenire'' si occupò di argomenti diversi, ma andava sempre più definendosi il suo interesse prioritario per i temi sociali, per l'informazione, per la politica e il movimento sindacale, a cui dedicava molta attenzione anche nel suo lavoro «parallelo», quello universitario e di ricercatore. La prima inchiesta ampia pubblicata su ''Avvenire'' fu sul [[movimento studentesco]] a Milano, quattro puntate di storia, analisi, opinioni sui gruppuscoli e sulle lotte del movimento degli studenti in quegli anni, un'inchiesta che costituì la «base» per un più organico e ampio lavoro pubblicato nel 1970 da [[Sugar (editore)|Sugar]] col titolo ''Storia del movimento studentesco e dei marxisti-leninisti in Italia'' sul cui frontespizio si leggeva: «Il Movimento studentesco espressione dei ceti medi proletarizzati può essere considerato di fatto una avanguardia proletaria? Dalla prospettiva del Movimento il [[Partito comunista]] va considerato come 'l'ala destra del movimento operaio' oppure "l'ala sinistra della borghesia"? E a sua volta il [[Movimento Studentesco (organizzazione)|Movimento Studentesco]] è "l'ala sinistra del movimento operaio", oppure il nucleo del partito rivoluzionario?».
 
Ma non trascurò neppure i temi economici realizzando inchieste in diverse puntate sull'industria farmaceutica, la ricerca, la stampa, l'editoria e altro. In quegli stessi anni si mostrò interessato anche alla politica estera, in particolare all'[[India]], alla [[Cina]], al [[Medio Oriente]], alla [[Spagna]] alla vigilia del crollo del [[franchismo]], alla guerriglia nel [[Ciad]], alla crisi economica e politica della [[Tunisia]], alle violazioni dei diritti dell'uomo nella [[Dittatura dei colonnelli|Grecia dei colonnelli]], alle prospettive politiche dell'[[Algeria]].
 
Tuttavia, l'impegno maggiore lo dedicò alle vicende del terrorismo, a cominciare dalla morte di [[Giangiacomo Feltrinelli]] e dall'assassinio del [[Luigi Calabresi|commissario Calabresi]]. Si interessò, inoltre, alle prime iniziative militari delle [[Brigate Rosse|BR]], ai «covi» terroristici scoperti a Milano, al rapporto del questore Allitto Bonanno, alla guerriglia urbana che provocava tumulti e morti per le strade di Milano, organizzata dai gruppuscoli estremisti di [[Lotta Continua]], [[Potere Operaio]], [[Avanguardia operaia]].
Riga 49:
Negli ultimi articoli intensificò le analisi su certe realtà urbane a [[Milano]], a [[Genova]], a [[Torino]] («Come e perché un 'laboratorio del terrorismo' si è trapiantato nel vecchio borgo del Ticinese», «Vogliono i morti per sembrare vivi», «Bilancio di 10 miliardi all'anno per mille esecutori clandestini», ecc.). Non trascurò il fenomeno del [[pentitismo]], con tutti gli aspetti anche negativi, e studiò il terrorista nella clandestinità, («C'è una regola dei due anni, termine ultimo oltre il quale non resiste il Br clandestino»). E siamo dunque a uno dei suoi ultimi articoli sul terrorismo, un testo che è stato ripubblicato molte volte perché considerato uno dei più significativi sin dal titolo: «Non sono samurai invincibili».
 
Tobagi sfatò tanti luoghi comuni sulle BrBR e gli altri gruppi armati, denunciando, ancora una volta, i pericoli di un radicamento del fenomeno terroristico nelle fabbriche e negli altri luoghi di lavoro, come molti segnali gli avevano indicato. Scrisse, ad esempio:
 
{{citazione|La sconfitta politica del terrorismo passa attraverso scelte coraggiose: è la famosa risaia da prosciugare, tenendo conto che i confini della risaia sono meglio definiti oggi che non tre mesi fa. E tenendo conto di un altro fattore decisivo: l'immagine delle Brigate rosse si è rovesciata, sono emerse falle e debolezze e forse non è azzardato pensare che tante confessioni nascono non dalla paura, quanto da dissensi interni, sull'organizzazione e sulla linea del partito armato|}}