Fratelli Musulmani: differenze tra le versioni

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=== Dopo la guerra dei sei giorni ===
La sconfitta dell'Egitto nella [[guerra dei sei giorni]] del 1967 provocò una perdita di consenso del regime laico di Nasser, favorendo così la ripresa dei movimenti di ispirazione religiosa. Il movimento - che aveva ufficialmente rinunciato alla violenza politica nel 1949, al termine di un periodo di notevole tensione politica, finita con l'assassinio del [[Primo ministro dell'Egitto|Primoprimo ministro]] [[Mahmud al-Nuqrashi]] Pascià per opera di un giovane studente di Veterinaria, membro della Fratellanza<ref>Mitchell, Richard Paul, ''The Society of the Muslim Brothers'', Oxford University Press, 1993, pp. 68–69; Lia, Brynjar, ''The Society of the Muslim Brothers in Egypt: The Rise of an Islamic Mass Movement 1928–1942'', Ithaca Press, 2006. p. 53</ref> - a partire dal 1969, inizia a prendere le distanze dalle posizioni radicali di [[Sayyid Qutb|Sayyid]] Quṭb. Dopo la morte di Nasser nel 1970, il nuovo leader egiziano [[Anwar al-Sadat|Anwar al-Sādāt]] sceglie una politica di apertura nei confronti dei movimenti islamisti, anche per contrastare le organizzazioni studentesche di sinistra, senza con questo legalizzare pienamente i Fratelli Musulmani. Questi, anzi, iniziano a perdere consensi tra i militanti più estremisti che si richiamano allo stesso Quṭb, e che dal 1979 torneranno con una loro fazione minoritaria estremista sviluppata nelle forze armate, grazie a [[Shukri Mustafa]], a praticare la lotta armata, fino ad assassinare Sādāt nel 1981 nel corso di una parata militare, senza che questo porti peraltro alla caduta del regime.
 
=== Sotto Mubārak ===