Fratelli Musulmani: differenze tra le versioni
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[[Abdel Fattah al-Sisi|ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī]], nuovo leader egiziano e autore del [[colpo di Stato]] anti-[[Morsi]], ha lanciato fin dal 2013 una rinnovata campagna repressiva contro l'organizzazione, tramite arresti arbitrari<ref>{{cita web|url=http://www.lapresse.it/mondo/africa/egitto-ban-ki-moon-liberare-morsi-stop-ad-arresti-arbitrari-1.370365|titolo=Egitto, Ban Ki-moon: Liberare Morsi, stop ad arresti arbitrari|editore=lapresse.it|data=26 luglio 2013|accesso=24 agosto 2014}}</ref>, torture ed esecuzioni di massa (si stima che il regime di al-Sīsī abbia ucciso oltre 2.500 manifestanti e ne abbia imprigionato più di 20.000), al fine di stroncarne ogni forma di dissenso. Nei primi mesi del 2014 circa 1200 sostenitori e dirigenti del movimento, fra cui lo stesso [[Muḥammad Badīʿ]], sono stati condannati a morte<ref>{{cita web|url=http://www.articolo21.org/2014/04/egitto-1200-condanne-a-morte-in-un-mese/|titolo=Egitto, 1200 condanne a morte in un mese|editore=articolo21.org|data=28 aprile 2014|accesso=24 agosto 2014}}</ref>.
Come conseguenza si sarebbero registrati avvicinamenti dell'organizzazione integralista sunnita con [[Teheran]], sia pure celati al grande pubblico<ref>«Alla fine di novembre del 2019 una fonte anonima fece giungere al [[New York Times]] un testo che fu tradotto dal persiano e proveniente da una fonte interna al
Nelle settecento pagine del documento erano dettagliatamente descritti i rapporti del movimento fondamentalista sunnita, i Fratelli Musulmani con il sistema “rivoluzionario” sciita (cioè l'Iran). Il braccio militare del Corpo della Guardia rivoluzionaria islamica dell'Iran, “al-Quds”, che è il nome arabo di Gerusalemme “la città santa”, sin dal 2014 organizzò in un albergo turco una riunione operativa con i Fratelli musulmani, localmente rappresentati dall’AKP, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo fondato da Recep Tayyp Erdogan.
I due movimenti avrebbero dovuto, e così è apparso, mostrarsi acerrimi nemici, specialmente alla luce della rimozione dal potere in Egitto di Morsi, Fratello Musulmano e primo presidente eletto dopo lo spodestamento di Mubarak, provocato dalla primavera araba, tanto sollecitata da Washington.»: [https://www.ilmondonuovo.club/la-speranza-e-un-rischio-da-correre/ G. Scanni, ''La speranza è un rischio da correre'', Il mondo nuovo, 8 ottobre 2023].</ref>.
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