CSELT: differenze tra le versioni

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Il centro venne fondato a [[Torino]] nel [[1961]], inizialmente con il nome di CSEL - Centro Studi E Laboratori - come centro studi e sperimentazioni della [[Stipel]], in attuazione della volontà espressa fin dal 1955 dal direttore Giovanni Oglietti<ref>{{Cita web|url=http://luigi.bonavoglia.eu/pubblicazioni/cselt30anni_presenta.pdf|titolo=CSELT trent'anni}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://patentimages.storage.googleapis.com/pdfs/4010b9c936213769b785/US2111103.pdf|titolo=Telephone system}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://patentimages.storage.googleapis.com/pdfs/b5b5fa0fe22cfb96efd5/US2889404.pdf|titolo=Token-operated telephone for automatic local calls and automatic and manual long-distance calls}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.storiaindustria.it/repository/fonti_documenti/biblioteca/testi/Testo_SIP-Telecom_Storia.pdf|titolo=SIP-Telecom Italia. Storia, di Chiara Ottaviano}}</ref> (che ne fu poi il primo presidente fino al 1968), iniziativa che ottenne infine il favore dal presidente della STET, [[Silvio Golzio]] (in carica tra il 1961 e il 1964).<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/silvio-golzio_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Silvio Golzio}}</ref> Dopo la nascita della [[SIP (azienda)|SIP]] nel [[1963]], CSEL confluì nel gruppo [[IRI]]-[[STET]] e assunse il suo nome definitivo CSELT il 5 dicembre 1964 occupandosi fin dall'inizio di studi sull'affidabilità degli apparati di commutazione telefonica della rete italiana che, a partire dal 1963, stava nascendo come organizzazione unificata a livello nazionale<ref>Bruno Bottiglieri, ''Stet: strategie e struttura delle telecomunicazioni'', Vol. 1. F. Angeli, 1987.</ref>.
 
Giovanni Oglietti pose come obbiettivo del Centro l'unificazione e l'orientamento delle scelte nel medio-lungo termine delle aziende telefoniche acquisite da STET. Nacquero così numerosi filoni di ricerca avanzata, quali la [[Teoria dei segnali|trasmissione]] e la commutazione numerica del segnale telefonico, lo studio del traffico della [[rete di telecomunicazioni|rete]] telefonica e della sua gestione. Il Centro, sempre per volontà del suo fondatore, nacque sul modello di riferimento dei [[Bell Laboratories|Bell Labs]], all'interno di un contesto in cui anche la capogruppo IRI si ispirava a modelli statunitensi nel settore della ricerca e sviluppo<ref>{{cita testo|url=http://www.pick-me.carloalberto.org/images/PICKWP/pickwp24.pdf|titolo=Antonelli, Cristiano, Federico Barbiellini Amidei, and Claudio Fassio. "The mechanisms of knowledge governance: State owned enterprises and Italian economic growth, 1950–1994." Structural Change and Economic Dynamics 31 (2014): 43-63. - Argomento citato a pag. 10|accesso=17 giugno 2016|dataarchivio=9 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170809101436/http://pick-me.carloalberto.org/images/PICKWP/pickwp24.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Non sempre però il suo ruolo e il suo potere decisionale all'interno del gruppo furono definiti chiaramente, a differenza di quanto avvenne in centri di ricerca analoghi come il [[Centre national d'études des télécommunications|CNET]] in Francia<ref>{{Cita libro|autore=Robert J. Chapuis, Amos E. Joel Jr.|titolo=100 YEARS OF TELEPHONE SWITCHING, VOL. 2 Electronics, computers and Telephone Switching (1960,1985)|anno=1990 first edition, 2003 second edition|editore=North Holland Publishing|città=Amsterdam}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.biblio.liuc.it/liucpap/pdf/25.pdf|titolo=Bussolati, Camillo, Franco Malerba, and Salvatore Torrisi. L'evoluzione del sistema industriale italiano e l'alta tecnologia. Libero Istituto Universitario Carlo Cattaneo, 1995.}}</ref><ref>Edquist, Charles, and Leif Hommen. "Public technology procurement and innovation theory." Public technology procurement and innovation. Springer US, 2000. 5-70.</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.aconit.org/histoire/colloques/colloque_2004/goby.pdf|titolo=La commutation temporelle, de la naissance en Bretagne au développement mondial (1962-1983)}}</ref>; in particolare non gli fu assegnato del tutto chiaramente il ruolo di "Technology Transfer", per mancanza di decisioni politiche in tal senso<ref>Llerena, Patrick, and Mireille Matt, eds. Innovation policy in a knowledge-based economy: theory and practice. Springer Science & Business Media, 2006., pag. 148</ref>, sebbene in diverse occasioni riuscì ad agire effettivamente come tale.<ref>Ad es. verso Italtel, vedi V. Cantoni, e altri, op. cit., pag. 371, e altre società operanti come SIP, Italcable e Telespazio, e manifatturiere, come la citata Italtel e inoltre Selenia ed SGS Microelettronica, vd. Chapuis, R. J., Joel Jr, A., Joel, A. E. (2003). 100 Years of Telephone Switching. Japan: IOS Press, pag. 432.</ref>
 
Dopo una prima fase di espansione, [[Luigi Bonavoglia]]<ref>{{Cita web|url=http://luigi.bonavoglia.eu/|titolo=Luigi Bonavoglia|autore=Paolo Bonavoglia|sito=luigi.bonavoglia.eu|accesso=21 marzo 2017}}</ref> fu nominato primo [[direttore generale]] nel dicembre 1967, quando CSELT contava già circa 130 addetti. In quella data fu inaugurata la sede torinese principale in via Reiss Romoli, con la caratteristica torre alta 75 metri opera dell'architetto [[Nino Rosani]]<ref>{{Cita web|url=http://webthesis.biblio.polito.it/4025/|titolo=Lo CSELT di Torino : progetti e cantieri di Nino e Paolo Rosani : un modello per l’architettura delle telecomunicazio|autore=Zanocchi, Andrea|sito=webthesis.biblio.polito.it|data=21 marzo 2017|accesso=21 marzo 2017}}</ref><ref>"Zanocchi, Andrea Lo CSELT di Torino: progetti e cantieri di Nino e Paolo Rosani: un modello per l'architettura delle telecomunicazio. Rel. Roggero, Costanza and Gianasso, Elena. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura per il progetto sostenibile, 2015"</ref><ref>{{Cita web |url=http://sincronizzando.telecomitalia.com/content/cselt-proiezione-al-futuro |titolo=Chiara Ottaviano: ''Cselt, proiezione al futuro'', Archivio Telecom |accesso=25 maggio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160701011504/http://sincronizzando.telecomitalia.com/content/cselt-proiezione-al-futuro |urlmorto=sì }}</ref><ref>Bertocci, In S., and M. A. R. C. O. Bini. "Le Ragioni del Disegno/The Reasons of Drowing." Atti del 38 Convegno.</ref>. Il centro faceva parte del gruppo STET, ma lavorava anche su committenze esterne, anche internazionali, e su progetti di grandi dimensioni. Questo accadde in particolare nel [[1968]] per un progetto sperimentale di comunicazione numerica via satellite con tecnica [[TDMA]] da parte della compagnia statunitense [[COMSAT]]<ref name="CSELTprimianniBonavoglia">{{cita testo|url=http://luigi.bonavoglia.eu/torino_cselt.phtml|titolo=Luigi Bonavoglia - Torino 1967-1970 CSELT gli inizi<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>. Questa commessa contribuì alla fama internazionale del Centro che, in questo periodo (1967-1968), partecipò attivamente anche alle specifiche di standardizzazione del [[Pulse-code modulation|PCM]] europeo. Il contributo tecnico alla definizione di standard di comunicazione sarà una costante per tutta la vita futura di CSELT<ref>Dal PCM dalla fine degli anni Sessanta fino ai più recenti standard MPEG degli anni novanta, ma anche nell'ipv6 (cfr. testo della voce).</ref>. Tra le prime competenze riconosciute a CSELT a livello internazionale figurarono i [[ponti radio]] e la progettazione di [[antenna|antenne]], anche nel campo delle trasmissioni satellitari come avvenne già nella commessa citata<ref>{{cita testo|url=http://luigi.bonavoglia.eu/torino_cselt.phtml|titolo=Paolo Bonavoglia, ''Torino 1967-1970: CSELT gli inizi''}}</ref>.
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* https://photos.google.com/share/AF1QipPqycZGuuEJxHiGIW-GhxB92zcwBEtSpQl-DAABkeplBOSG5iEEAETwKui7KlxTEg?key=Q1k2WDRyTHNPVWM0LTBGQ254RUZfVUdlV3JwdlJ3
* https://web.archive.org/web/20170313041830/http://boetti.home.xs4all.nl/gallery.htm
* {{cita web|url=http://web.archive.org/web/19981202203631/http://cselt.it/|titolo=Home page CSELT (archiviata)|lingua=en|data=1998|accesso=8 febbraio 2017|dataarchivio=2 dicembre 1998|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19981202203631/http://cselt.it/|urlmorto=sì}}
 
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