Naufragio del Titanic: differenze tra le versioni
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Secondo le testimonianze dei sopravvissuti e tramite le ricostruzioni effettuate grazie al relitto, si è stabilito che verso l'1:30 la prua della nave era completamente sommersa, con la poppa fuori dall'acqua. Sembra che le ultime parole del comandante siano state un invito ad essere galanti («''Be British!''», «Siate britannici!») e l'ordine «''Save yourselves, if you can!''» («Si salvi chi può!»), liberando l'equipaggio dal suo lavoro. Il progettista [[Thomas Andrews (ingegnere)|Thomas Andrews]] aveva trascorso le ultime ore cercando di rassicurare passeggeri e camerieri e incitandoli a indossare i salvagente («Dabbasso è in pezzi, ma non affonderà se reggono le paratie poppiere»<ref>''New York Herald'', 20 aprile 1912. Citato in {{Cita|Marcus 1990||Marcus}}.</ref>), fu visto per l'ultima volta dal cameriere John Stewart, in piedi, nel salone fumatori, con lo sguardo fisso su un quadro: ''Il porto di Plymouth'', del pittore Norman Wilkinson<ref name="autogenerato5">Dal sito internet ''Titanic'', di Claudio Bossi.</ref>. Il cameriere (che riuscì a salvarsi) chiese ad Andrews se non voleva fare nemmeno un tentativo, ma Andrews «…restò lì come inebetito»<ref name="Marcus" />. Ida Straus rifiutò di salire sull'ultimo posto dell'ultima lancia per restare accanto al marito [[Isidor Straus]].
Anche riguardo a [[Benjamin Guggenheim]] si ha una testimonianza curiosa, secondo la quale egli rifiutò il salvagente, indossò un abito da sera insieme al suo segretario e pronunciò una frase del tipo: «''Ci siamo messi gli abiti migliori e affonderemo come gentiluomini''».<ref name="Marcus" /><ref name="Ballard" /><ref name="autogenerato5" /> La frase passò alla storia, ma non è chiaro a chi fosse rivolta. Il direttore del ristorante [[Luigi Gatti (imprenditore)|Luigi Gatti]] rimase in disparte in mantello e tuba, mentre il milionario J.J. Astor IV – che si era visto rifiutare da Lightoller un posto nella lancia n. 4 accanto alla moglie<ref name="Ballard" /> – rimase sul ponte lance fino alla morte e pare che abbia messo in testa a un ragazzino un cappello da bambina dicendo «Ecco, adesso puoi andare»<ref name="Marcus" />.
I musicisti, stando alle testimonianze dei superstiti, continuarono a suonare fino agli ultimi istanti dell'affondamento. Nessuno di loro sopravvisse al naufragio. L'ultimo brano suonato dall'orchestra fu un inno cristiano, forse ''Autunno'' o più probabilmente ''Nearer, My God, to Thee'' (''[[Più presso a te, Signor]]''). Particolarmente preziosa al riguardo è la testimonianza di [[Eva Hart]], che all'epoca del disastro aveva 7 anni:
{{Citazione|Non c'è dubbio su quello che suonarono. Quando eravamo in acqua si misero a suonare una delle tre versioni di ''Nearer, My God, to Thee''. Ne esistevano tre diverse versioni e quella che eseguirono la ascoltavo sempre in chiesa. In America quella versione non c'era ed è per questo che gli americani sostengono che non era quello il motivo suonato.<ref>Intervista riportata nel documentario VHS ''La tragedia del Titanic'', dalla collezione DeAgostini ''Le grandi avventure sui mari''.</ref>}}
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Verso le ore 2:10 la poppa si era sollevata al punto da formare un angolo di 30° con la superficie del mare, stagliandosi contro il cielo stellato. La forza terrificante generata dall'emergere dello scafo provocò il lento schiacciamento della chiglia e la dilatazione delle sovrastrutture, che portarono lo scafo quasi al punto di rottura<ref name="autogenerato1" />. Secondo i calcoli effettuati dagli scienziati della spedizione del [[1997]]<ref name="autogenerato1" />, sul ''Titanic'' agì in quel momento una [[pressione]] di tre tonnellate per centimetro quadrato. Il fumaiolo di proravia si staccò, mentre l'acqua ruppe i vetri della cupola e inondò lo scalone, riversandosi nella nave.
Il testimone oculare [[Jack Thayer]] rese questa testimonianza, raccontando ciò che aveva visto da bordo della lancia su cui era salito:
{{Citazione|Il ponte era leggermente girato verso di noi. Si vedevano mucchi dei quasi {{M|1500}} passeggeri rimasti a bordo che si affastellavano come sciami d'api, ma solo per ricadere a gruppi, a coppie, da soli, mentre circa 80 metri di scafo si alzavano formando con la superficie un angolo di circa 70°. Poi la nave, e con essa il tempo stesso, sembrarono fermarsi. Infine, gradualmente, il ponte si girò, come a voler nascondere l'orrendo spettacolo alla nostra vista.|Testimonianza di Jack Thayer<ref name=Ballard />}}
[[File:Titanic's sinking stern.jpg|thumb|left|280px|L'affondamento della poppa del ''Titanic'' in un disegno del 1914]]
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{{Citazione|Improvvisamente, tutta la struttura del ''Titanic'' sembrò rompersi in due, abbastanza chiaramente sulla parte anteriore, una parte s'inclinava e l'altra si ergeva verso il cielo.<ref>testimonianza di Jack Tayer. Dal sito internet: ''Titanic'', di Claudio Bossi.</ref>}}
[[Lawrence Beesley]] aggiunse:
{{Citazione|Prima che il ponte fosse completamente sommerso, il ''Titanic'' s'innalzò verticalmente per tutta la sua lunghezza e, forse per 5 minuti, vedemmo almeno 150 piedi della nave alzarsi sopra il livello del mare, diretta contro il cielo; poi precipitando obliquamente disparve sott'acqua.<ref>Testimonianza di Lawrence Beesley raccolta all'arrivo del ''Carpathia'' a New York e successivamente ripresa da tutti i principali quotidiani. Dal sito internet: ''Titanic'', di Claudio Bossi.</ref>}}
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