Città della Pieve: differenze tra le versioni
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== Storia ==
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Le origini di Città della Pieve sono ancora oggi sconosciute.
Prima di divenire cristiana aveva sicuramente un altro nome (lo dice il Guiducci nel suo "Ragguaglio storico di Città della Pieve del 1686): ''Monte di Apollo'', ''Castelforte di Chiuscio'', ''Salepio'' o ''Castrum Salepia''. Nel II secolo, facendosi sempre più forte la religione cristiana, si creò una plebe da cui il nome ''Pieve di San Gervasio'' (da uno dei SS protettori). Il nome rimase tale finché tutto l'abitato fu recinto di solide mura e torri. Documenti risalenti a subito dopo l'anno 1000 ne indicano il nome in ''Castrum Plebis S. Gervasi''. Dal XIV al XVII secolo il nome viene accorciato a ''Castrum Plebis'' e nel 1600 circa, il Pontefice Clemente VIII la eleva a città chiamandola ''Città di Castel della Pieve'' (in lat. Comunitas Civitatis Castri Plebis) ma, tale denominazione perché troppo lunga e facilmente confondibile con Città di Castello, venne quasi subito sostituita con l'attuale Città della Pieve.
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=== Torre del Pubblico ===
Guardando la torre appaiono evidenti almeno due distinte fasi costruttive di epoche diverse. L
Guardando la torre appaiono evidenti almeno due distinte fasi costruttive di epoche diverse. La parte in basso in travertino, a filari squadrati è di molti secoli precedente il 1000 e sicuramente di altezza superiore della attuale. Indicata con il nome di "Turris S. Gervasci", poiché costruita nelle vicinanze della chiesa di San Gervasio, aveva finestre bifore, trifore e quadrifore con un ingresso ad arco pieno tipico dello stile romanico. In un secondo tempo, tra la seconda metà del XIV secolo e la prima del XV, non si sa se per esigenze militari o semplicemente perché rovinata, fu alzata di 7 m e fu cambiato lo stile adoperando il mattone, si chiusero alcune finestre per aumentarne la stabilità e ne furono aperte altre. La torre era isolata dalla chiesa, ma alla fine del XVI secolo la cattedrale venne ampliata e prolungata addossando la facciata alla torre senza però rispettare alcun criterio estetico. Il suo basamento è di forma quadrata con un lato di 6 m, mentre la sua altezza è di 39 m▼
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=== La Rocca ===
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==== Il convento e la chiesa di San Francesco ====
[[File:Città della Pieve, chiesa di San Francesco - Interno.jpg|miniatura|Chiesa di San Francesco - Interno]]
La documentazione storica attesta che circa l'anno 1280, i padri francescani acquistarono dai monaci benedettini un oratorio dedicato a san Bartolomeo con una casetta e una modesta porzione di terreno su cui fabbricarono il presente convento e una spaziosa chiesa di cui non se ne conosce la struttura poiché distrutta nel 1776 ad eccezione della facciata, rimasta originale fino al rosone e nella sua altezza complessiva. Internamente la chiesa è stata completamente rinnovata secondo il gusto del tempo e resa molto luminosa. Il campanile fu costruito (o forse ricostruito) nel 1600 come leggibile dall'incisione su un mattone. Del primitivo convento rimane un solo muro ove restano visibili finestre piccolissime in corrispondenza delle celle dei frati. Nel secolo XV, a causa dell'aumento della comunità religiosa francescana, vennero distrutti 3 lati della fabbrica per aumentarne l'ampiezza e la lunghezza del complesso e si creò all'interno del cortile un nuovo portico dove venne mantenuto l'antico oratorio di S. Bartolomeo. Va ricordato che nel 1426, S. Bernardino da Siena soggiornò a Castel della Pieve e all'interno proprio di questo oratorio istituì la Confraternita della Misericordia che vi rimase fino al 1567. Successivamente divenne il refettorio dei francescani. Al suo interno si trova un importante affresco del [[secolo XIV]], [[Crocifissione (Pianto degli Angeli)|"La Crocifissione"]], popolarmente noto come il "Pianto degli Angeli", la cui attribuzione al pittore senese [[Jacopo di Mino del Pellicciaio]] è oggi accettata dalla critica senza riserve<ref>Luciano Bellosi, ''Jacopo di Mino del Pellicciaio'' in Bollettino dell'Arte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, 1972</ref>. Con il tempo l'azzurro oltremare del fondo è sparito lasciando visibile il colore scuro della preparazione sottostante. Anteriormente, alcuni caratteri della [[scuola senese]], in particolare di quella del [[Barna da Siena|Barna]], fecero credere che l'autore dell'[[affresco]] fosse Nicola di Bonifazio Senese, il quale verso la fine del Trecento, si trasferì a Castel della Pieve. Per sei secoli i religiosi conventuali abitarono questa struttura e nel 1860 l'abbandonarono. La chiesa oggi è intitolata alla Madonna di Fatima e nei locali del vecchio convento rimane l'oratorio.
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=== Arte ===
[[File:Perugino Anbetung 1.jpg|miniatura|Oratorio dei Bianchi: Adorazione dei Magi (1504), Pietro Perugino.]]
==== Opere del [[Il Perugino|Perugino]] a Città della Pieve ====
* ''[[Adorazione dei Magi di Città della Pieve|Adorazione dei Magi]]'' ([[1504]]) nell'Oratorio di Santa Maria dei Bianchi
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