== Biografia ==
Di antica famiglia nobile, agli inizi della [[prima guerra mondiale]] si trasferì dalla natìa [[Torino]] a [[Sanremo]], dove frequentò le scuole fino alla terza ginnasio. Dopo la guerra, ritornato a Torino, terminò il liceo e si iscrisse alla facoltà di [[chimica]], in cui si laureò nel [[1929]]. Successivamente frequentò il corso allievi ufficiali a [[Bra]] e, come sottotenente di artiglieria da campo, fu assegnato al V Reggimento a [[Venaria Reale]]. NelAppassionato di fotografia sin dalla giovane età, nel 1932 prese parte alla quinta Esposizione di fotografia alpina del [[1933Club Alpino Italiano|CAI]] di Torino.<ref name=arte>{{Cita|Crispolti, Mazzanti, Quattrocchi 2006|pp. 352-353.}}</ref> Nel 1933 si trasferì in [[Maremma]] per dirigerecondurre la tenuta di [[San Donato (Orbetello)|San Donato]] ({{formatnum:1800}} ettari) che allora faceva parte delle "Aziende agricole maremmane", una società torinese di cui era dirigente; ebbe inizio così il suo lungo rapporto con questa terra, che lo vide fotografo e documentatore di avvenimenti importanti, soprattutto legati alla civiltà rurale, alle bonifiche e al lavoro manuale.<ref name=arte/> Fu anche coinvolto egli stesso nelle operazioni di bonifica, realizzando la diga di Poggio Perotto (1934-1938) sul torrente Serra, che divenne uno eei suoi scatti fotografici ricorrenti.<ref name=arte/>
Nel [[1939]] si sposò con Angelica Barabesi, nipote didel bibliografo Raffaello Barabesi, e si stabilì a [[Giannella]], nel comune di [[Orbetello]]. Qui frequentò le personalità di rilievo della zona, fra cui [[Guelfo Civinini]], [[Corrado Alvaro]], [[Giannalisa Gianzana]] con il marito [[Luigi Barzini (1908-1984)|Luigi Barzini]], la famiglia Ponticelli, la famiglia Deram, la famiglia Vaccarino. FinoAl al [[1948]]contempo, esclusiebbe glicontatti intervallifrequenti dellacon guerra,i rimaseCamera inClub Maremmastatunitensi, eesponendo poile sisue trasferìfotografie innegli [[Sudafrica]]Stati dove aveva comprato una fattoria. Nella sua azienda piantò {{formatnum:20000}} uliviUniti e neglinelle anniprincipali cinquantaesposizioni vieuropee.<ref installò un [[frantoio]].name=arte/>
Scrive Giovanna Ginex che «Andreis sceglie i tagli e le inquadrature della fotografia artistica, secondo stilemi aggiornatissimi e internazionali che derivano dalla fotografia modernista di [[Bauhaus|bauhaus]] passando per l'opera e le teorie fotografiche di [[László Moholy-Nagy|Moholy-Nagy]]».<ref name=arte/> Quasi tutte le fotografie dei primi anni trenta erano scattate con obiettivo [[Voigtländer]] con lastre 6x9 e stampate presso lo studio Tirone di Torino.<ref name=arte/> Nel 1934 espose in [[Belgio]] al XIII Salon dell'Association belge de photographie et cinematographie di [[Bruxelles]] e al Salon international de photographie di [[Spa (Belgio)|Spa]].<ref name=arte/> Molti dei suoi scatti vennero pubblicati regolarmente sulla testata dell'''American Annual of Photography''.<ref name=arte/>
Nel [[1975]] lasciò il Sudafrica per tornare in Maremma, nella tenuta di Poggio Cavallino, tra [[Giuncarico]] e [[Ribolla]]. Morì il 7 marzo [[2015]]. ▼
Nel 1935 acquistò una [[Leica]], iniziando a realizzare anche opere audiovisive, tra cui un documentario sulle bonifiche per l'[[Istituto Luce]], presentato tre anni dopo all'[[Accademia dei Georgofili]] di Firenze.<ref name=arte/>
Fino al 1948, esclusi gli intervalli della guerra, rimase in Maremma e poi si trasferì in [[Sudafrica]] dove aveva comprato una fattoria. Nella sua azienda piantò {{formatnum:20000}} ulivi e negli anni cinquanta vi installò un [[frantoio]].
▲Nel [[1975 ]] lasciò il Sudafrica per tornare in Maremma, nella tenuta di Poggio Cavallino, tra [[Giuncarico]] e [[Ribolla]]. Morì il 7 marzo [[2015]].
== Archivio ==
|