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Le famiglie di Elia Gutman e Stepan Roginski vivono al secondo piano di un caseggiato popolare. Si tratta di ebrei poveri, come sono anche la maggior parte degli abitanti dello stabile e del quartiere. Ma Elia e Stepan, i cui figli sono nati in [[Francia]], vogliono e ottengono la naturalizzazione, smettendo perciò di essere rispettivamente ucraini e polacchi. I bambini, Maurice e Zazà, crescono quasi ignorando la [[lingua yiddish]] e i loro genitori si adoperano perché non si parli mai della paura continua a cui sono scampati con l'emigrazione. Ecco perché, quando i giornali pubblicano la notizia dell'attentato al feroce [[antisemitismo|antisemita]] [[Symon Petljura]], i piccoli si sentono ingannati.
Nel frattempo Sonia e Olga (le mamme di
La notizia su Volodia arriva quando in Francia sono in atto le elezioni del 1936. Nel clima di euforia, il padre di Robert, acceso [[comunismo|comunista]], non vuole credere al fosco segnale arrivato dalla Russia, terra dei sogni suoi e di molti come lui. Invece gli amici di origine ebraica comprendono presto che anche per loro le cose si mettono male: nella confusione abilmente alimentata, appaiono volantini in francese e yiddish, nei quali si insinua sottilmente che i padroni siano ebrei (o che gli ebrei siano padroni). È un brutto colpo per gli agiati operai, tanto che Stepan si licenzia, proprio quando il suo fratello e principale Jean decide di fuggire in [[Stati Uniti|America]] con la moglie. Un'altra lacerazione avviene quando il fratello di Sami, Jeannot, si arruola e muore in [[guerra civile spagnola|Spagna]]. I liceali sono ormai lettori di [[André Malraux]] e persino di [[Jean Paul Sartre|Sartre]], mentre le loro sorelle si inseriscono nella cooperativa che dà lavoro alle madri. Finché scoppia la [[seconda guerra mondiale|guerra]] e con essa l'antisemitismo.
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