Cosenza: differenze tra le versioni
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'''Cosenza''' ({{Link audio|It-Cosenza.ogg|<small>ascolta</small>}}, [[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[koˈzɛnʦa]}}<ref>{{cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana|accesso=22 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181009051700/http://www.dipionline.it/dizionario/|urlmorto=sì}}</ref>, ''Cusenza'' {{IPA|[kuˈsɛnʣa]}} in [[dialetto cosentino]]<ref>{{Cita web|url=http://www.inviatodanessuno.it/?p=381|titolo=Cosa significa “Cusenza”|autore=Amministratore|lingua=it|accesso=10 luglio 2021}}</ref>) è un [[Comuni d'Italia|comune italiano]] di {{formatnum:63734}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/>, capoluogo dell'[[provincia di Cosenza|omonima provincia]], in [[Calabria]].
Le origini della città risalgono almeno all'[[VIII secolo a.C.]], quando sul suo territorio sorgeva il villaggio italico di Kos ("Kossa" nell'elenco delle città situate in Calabria compilato nel [[V secolo a.C.]] dallo storico greco [[Ecateo di Mileto]], Ecat. FGrHist 1 FF 64-71), le cui monete, risalenti al 420 a.C. sono esposte al [[British Museum|British Museum di Londra]].
Nel [[IV secolo a.C.]] Consentia assume il ruolo di capitale dei [[Bruzi]]<ref>{{Cita web|url=http://www.rai.it/ufficiostampa/articoli/2021/02/Storia-delle-nostre-citta-Cosenza-b3b49486-0040-42ea-acfd-a7f9477cddc9.html|titolo=Storia delle nostre città: Cosenza|sito=RAI Ufficio Stampa|accesso=9 aprile 2021}}</ref><ref>F. Lenormant ''La Magna Grecia'' Vol. III. Il riferimento originale è da intendersi quello dello storico romano Tito Livio che parlando di alcuni insediamenti bretti scrive “''Consentia Aufugum Bergae Baesidiae Ocriculum Lymphaeum Argentanum Clampetia multique alii ignobiles populi''”, indicando che questi nel 204 a.C. passarono dalla parte del console Gn. Servilio, incaricato della guerra contro Annibale, e il quale “''in Bruttis erat''”. Solo alcuni di questi centri sono identificabili, mentre per alcuni di essi non esiste alcuna ipotesi di ubicazione concreta</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Loredana Cappelletti|data=|anno=1997|titolo=La lega dei Brettii secondo gli autori antichi. Una questione di definizioni.|rivista=|numero=|lingua=it|url=https://digilib.phil.muni.cz/bitstream/handle/11222.digilib/114021/N_GraecoLatina_02-1997-1_5.pdf?sequence=1}}</ref> esercitando un ruolo [[Egemonia|egemonico]] nella [[Calabria|regione]] sino alla conquista da parte dei [[Civiltà romana|romani]] e dal XVI secolo viene designata capoluogo della [[Calabria Citeriore]].
Identificata come ''Atene della Calabria''<ref name="ReferenceC"/><ref name=Patari/><ref name=Barrio/><ref name=Galasso/> in riferimento alla sua tradizione culturale,
dal 1511 ospita nel centro storico l'[[Accademia Cosentina]], tra le prime accademie fondate in [[Europa]]<ref>[L'Accademia Parrasiana in Accademia Cosentina, Atti 1978-1984]</ref>.
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== Geografia fisica ==
[[File:Fiume Busento Cosenza.jpg|miniatura|destra|verticale=0.7|Fiume [[Busento]] nel centro storico]]
=== Territorio ===
Cosenza, il capoluogo di provincia più a nord della Calabria, sorge sul colle Pancrazio, detto U Castiaddru, nella [[Valle del Crati|valle del fiume Crati]], alla confluenza di quest'ultimo con il [[Busento]]. Tale confluenza consente di distinguere l'area dell'insediamento primigenio, posta in alto fino al colle Pancrazio, e la città moderna sviluppatasi lungo la riva sinistra del [[Crati]]. Il nucleo storico, meglio conosciuto come ''Cosenza vecchia'', rispecchia la comune facies degli antichi insediamenti collinari, dominata da vicoli erti, stretti e tortuosi lungo i quali si erge un'edificazione fatta da fabbricati minuti e palazzi signorili, arroccati sul colle Pancrazio, successivamente sui colli Guarassano e Torrevetere, a sinistra del Crati, mentre sono assai rare le abitazioni su i restanti colli circostanti, Gramazio, Triglio, Mussano e Venneri. La zona a sud è bagnata anche dai fiumi Cardone e Iassa mentre la zona nord - ovest del perimetro comunale è attraversata dal torrente Campagnano che rappresenta il punto di contatto con i comuni dell'area urbana di Castrolibero e Rende.
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== Storia ==
{{vedi anche|Storia di Cosenza}}
Non esistono certezze sulla data della sua fondazione, ma la sua corrispondenza con l'antichissimo villaggio italico di Kos (o Kossa) la datano almeno all'[[VIII secolo a.C.]]; fu poi conquistata dai [[Bretti]], che ne fecero la loro capitale "ΜΕΤΡΟΠΟΛΙΣ ΤΩΝ ΒΡΕΤΤΙΩΝ" /Metrópolis tōn Bréttion/ nel IV secolo a.C., ed esercitò un ruolo egemonico nell'area brettia della regione sino alla conquista da parte dei romani.
=== Età antica ===
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[[File:Polla via popilia da reggio a capua.jpg|miniatura|''Cosentia'' è menzionata nel [[Cippo di Polla]], epigrafe romana di età repubblicana]]
Le origini della città risalgono almeno all'[[VIII secolo a.C.]], quando sul suo territorio sorgeva il villaggio italico di Kos ("Kossa" nell'elenco delle città situate in Calabria compilato nel [[V secolo a.C.]] dallo storico greco [[Ecateo di Mileto]], Ecat. FGrHist 1 FF 64-71), le cui monete, risalenti al 420 a.C., sono esposte al [[British Museum|British Museum di Londra]]; nel [[IV secolo a.C.]] fu probabilmente conquistata dal [[Bruzi|popolo bruzio]], parte meridionale del macro-gruppo sabellico insieme ai Siculi della Locride, che fece la propria capitale di ''Cossa'' (o ''Cosa'') nella Valle del Crati, poiché ritenuta strategica per il controllo dell'area. Il primo toponimo, Kos / Kosa, forse richiama l'otre di pelle (dal greco kuus, tagliato / giuntato) con cui probabilmente gli abitanti prendevano l'acqua nei due fiumi della città o si riparavano dalle intemperie {senza fonte e paretimologico}; successivamente, con i Bruzi Cosa o Cossa passa a rappresentare un esito sabellico di una base indoeuropea per 'caverna' o 'grotta' (città di 'grotte' costruita nel tufo), mentre i Romani, dopo la sconfitta patita per mano degli alleati bruzi di Annibale (ca. il 201 a. C.) cambiano il nome in Co[n]sentia per deviare l'attenzione dalla sconfitta e per ricordare' il "consenso" dei due fiumi (Livio: ubi consentiunt flumina), cioè il loro congiungersi. La città si sviluppò rapidamente e giunse a esercitare il proprio controllo anche sulla [[Lucania]] e su quasi tutte le città della [[Magna Grecia]] calabra, che caddero una dopo l'altra sotto i continui attacchi dei Bruzi.
Quando il territorio venne sottomesso dai romani, Cosentia divenne un'importante ''statio'' lungo la [[Via Capua-Rhegium]]. Sotto l'impero di [[Augusto]] assunse le caratteristiche di città commerciale che mantenne sino all'età tardo-imperiale. Il 're dei [[Visigoti|Visigoti']], generale dell'esercito romano, [[Alarico I|Alarico]], dopo il [[sacco di Roma (410)|sacco di Roma del 410]], muore a Cosenza per malattia, venendo sepolto vicino al fiume Busento.
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[[File:COSENZA XV SECOLO.jpg|miniatura|Cosenza in una copia della celebre stampa dell'Abate [[Giovan Battista Pacichelli]]]]
Trasformata in ducato nel 568, dall'[[VIII secolo|VIII]] al [[IX secolo]] la città fu sotto al dominio [[Impero bizantino|bizantino]] e assunse il nome di ''Constantia''. La città, violentemente contesa da saraceni e longobardi, fu quasi distrutta e riedificata nel 988. Oppostasi senza troppo successo all'occupazione [[Normanni|normanna]] dell'[[XI secolo]], successivamente divenne ducato degli [[Hohenstaufen|Svevi]], tra le città predilette da [[Federico II di Svevia|Federico II]]. In età angioina, sebbene mantenesse una certa autonomia, la città attraversò un periodo buio, attanagliata dalla miseria e dal brigantaggio. Solo nel [[XV secolo]] fu prescelta da [[Luigi III d'Angiò]] come luogo di residenza: in quegli anni Cosenza poté assurgere a fulcro del [[ducato di Calabria]].
Nel [[Aragona|periodo aragonese]] la città divenne capoluogo della [[Calabria Citeriore]], che comprendeva grosso modo la provincia cosentina. In questo periodo nacque l'[[Accademia Cosentina]] che, soprattutto sotto la guida di [[Bernardino Telesio]], divenne una delle principali istituzioni culturali dell'Italia Meridionale. In riferimento alla tradizione culturale acquisita tra XV e [[XVI secolo]] è identificata come "Atene della Calabria"<ref name="ReferenceC"/><ref name=Patari/><ref name=Barrio/><ref name=Galasso/>.
=== Età contemporanea ===
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* Palazzo Sersale - 1592
* Palazzo di Città, ex sede del Decurionato Cittadino e sede municipale fino al 1969 - centro storico 1600
* Palazzo del Contestabile Ciaccio poi Sedile dei Nobili e infine Palazzo di Giustizia sino alla metà del [[XVI secolo]], centro storico
* Villa Salfi: realizzata nella seconda metà dell'Ottocento sorge al limite nord del quartiere delle Paparelle. La facciata è di stile neoclassico con influsso napoletano, in particolare dello stile pompeiano. L'atrio è decorato da due colonne in stile dorico, mentre il resto della facciata è caratterizzata da balconi con stipiti modanati, [[bugnato]] piatto regolare, mensole di arcotrave, fascia marcapiano con la cornice e la trabeazione con fregio, [[bugnato]] piatto regolare e [[Triglifo|triglifi]] e [[Metopa|metope]]. Enrico Salfi curò i dipinti e gli interni della propria villa<ref name="terzi">Fulvio Terzi, La città ripensata - Urbanistica e architettura a Cosenza tra le due guerre, Cosenza, Progetto 2000, 2010 (Prima edizione)</ref>.
* ''Villa Rendano'': sorge al limite sud del quartiere Paparelle e viene completata nel 1891. Si sviluppa su tre piani con volume rettangolare fasciato con disegni a [[Lesena|lesene]]. Il prospetto decorativo della facciata si presenta abbastanza ricco e ornato, i balconi sono caratterizzati da balaustra in ghisa, e timpani superiori triangolari e arcuati. Si nota inoltre nella facciata una ricca balaustra con cimase d'angolo su cui si erge una vela scenografica ornata in muratura. Anche l'interno si presenta elegante e ornato con pitture, soffitti dipinti, pannelli decorativi e stucchi della tradizione napoletana dell'Ottocento<ref name="terzi" />.
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Progettato nel 1929 dall'ingegnere Bonetti in stile neo-rinascimentale, fu ridisegnato dall'architetto Camillo Autore e completato nel 1936. Il prospetto principale è segnato dal riquadro verticale a rilievo dei pilastri per tutta la sua altezza, con un'ampia corte centrale con volume monolitico su cui si apre il sistema delle aperture in modo indistinto. Un'ampia gradinata su Corso Mazzini enfatizza il ruolo istituzionale e monumentale della struttura, mentre all'interno è caratterizzato da un vasto atrio di ingresso a cui fa seguito una scala semicircolare. Gli ambienti vengono collegati da un ampio corridoio centrale con il cortile aperto.
* Edificio INPS, Via Isonzo - 1938
La facciata ripropone lo schema del portale su pilastri e della planimetria regolare del tipo a blocco su ampia base di [[travertino]]
* Edificio INAIL, Via Montegrappa - 1939
L'edificio che risale al 1939 presenta l'ingresso su un portico pilastrato in [[travertino]] che si stacca dalla facciata dell'edificio stesso. Il prospetto principale invece corre parallelo al marciapiede su via Montegrappa e mostra la qualità innovativa del progetto, attraverso una composizione architettonica che evidenzia il rapporto con il contesto urbano attraverso un uso adeguato dei rapporti spaziali. Sul lato opposto si trovano gli ingressi degli alloggi su via Sabotino.
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