Candia: differenze tra le versioni
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== Storia ==
{{dx|[[File:Crete -Phaistos disk - side B.JPG|thumb|left|upright|Il [[Disco di Festo]] nel [[Museo archeologico di Candia]].]]}}
Si suppone che Candia sia stato uno degli scali di [[Cnosso]] in [[Civiltà minoica|epoca minoica]]. Ma le sue fortune iniziarono nell'anno [[824]] d.C., sei anni dopo la conquista [[Arabi|araba]] di [[Creta (Grecia)|Creta]]. La località diventò il rifugio di ribelli espulsi dal [[califfato di Cordova]] che fondarono l'[[emirato di Creta]] e si dettero a una lucrosa attività di [[Lettera di corsa|guerra di corsa]] e [[pirateria]] ai danni dell'[[impero bizantino]]. Il [[generale bizantino]] [[Niceforo II Foca]] riprese Creta nel [[961]] annientando la popolazione [[musulmani|musulmana]], agli occhi dei bizantini responsabile di due secoli di saccheggi e pirateria. Nel [[1204]], in seguito agli eventi della [[IV crociata]], la città passò sotto il dominio [[Repubblica di Venezia|veneziano]]
Ne rimane traccia nell'antico modo di dire veneziano, ancora in uso, ''Ti xe seco incandìo'' (lett. 'Sei magro "incandito"'), per indicare una persona particolarmente magra e che porti i segni di una sofferenza subita. Infatti, dopo la conquista turca — seguita a una strenua difesa da parte veneziana — della città, i coloni veneziani, ma anche molti abitanti locali che non vollero sottomettersi ai turchi, volsero in fretta e furia verso Venezia, senza ovviamente riuscire a far scorta di viveri. Arrivarono così, profughi, particolarmente provati, tanto da destare una particolare impressione ai veneziani che li accolsero. Da quel momento, l'aggettivo ''incandìo'' (proveniente da Càndia) iniziò a indicare una persona particolarmente provata, dal punto di vista sia fisico sia psicologico.
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