Concilio Vaticano II: differenze tra le versioni

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Fu un vero e proprio Concilio "[[ecumenismo|ecumenico]]": raccolse quasi 2500 fra [[cardinale|cardinali]], [[patriarca (cristianesimo)|patriarchi]] e [[vescovo|vescovi]] cattolici da tutto il mondo.
 
Al momento dell'apertura, il vescovo più anziano era l'italiano mons. [[Alfonso Carinci]], di 100 anni, arcivescovo titolare di [[arcidiocesi di Seleucia di Isauria|Seleucia di Isauria]], segretario emerito della [[Sacra Congregazione dei Riti]], nato a [[Roma]] il 9 novembre [[1862]], e ivi morto il 6 dicembre [[1963]],. mentre ilIl più giovane era il peruviano mons. [[Alcides Mendoza Castro]], di 34 anni, vescovo titolare di [[Diocesi di Metre|Metre]], [[vescovo|ausiliare]] di [[diocesi di Abancay|Abancay]], nato a [[Mariscal Cáceres]] il 14 marzo [[1928]], consacrato vescovo il 28 aprile [[1958]], e morto il 20 giugno [[2012]] a [[Lima (Perù)|Lima]] il 20 giugno [[2012]].
 
Fu la prima vera occasione per conoscere realtà ecclesiali fino a quel momento rimaste ai margini della Chiesa. Infatti, nel corso dell'[[XX secolo|ultimo secolo]] la Chiesa cattolica da [[Europa|eurocentrica]] si era andata caratterizzando sempre più come una Chiesa universale, soprattutto grazie alle attività [[evangelizzazione|missionarie]] avviate durante il [[pontificato]] di [[Pio XI]].
 
La diversità non era più rappresentata dalle sole Chiese cattoliche di [[Chiesa cattolica uniate|rito orientale]], ma anche dalle Chiese [[America Latina|latino-americane]] e [[africa]]ne, che chiedevano maggiore considerazione per la loro "diversità". Non solo: al Concilio parteciparono per la prima volta, in qualità di osservatori, anche esponenti delle altre confessioni cristiane diverse da quella cattolica, come ad esempio quelle ortodosse e protestanti.
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[[File:Second Vatican Council by Lothar Wolleh 001.jpg|miniatura|sinistra|Papa Paolo VI]]
[[File:Papa Paolo VI (1965).jpg|miniatura|Papa Paolo VI attraversa la [[Basilica Vaticana]] sulla [[sedia gestatoria]] in conclusione dell'ultima sessione del Concilio]]
La morte di papa Giovanni XXIII, avvenuta il 3 giugno del 1963, spinse molti, vista la ritrosia di alcuni vescovi conservatori nel continuare le discussioni, a ritenere opportuno di sospenderne i lavori. Questa ipotesi venne meno con l'elezione al soglio pontificio dell'[[arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]], Giovanni Battista Montini ([[papa Paolo VI]]), il quale, nel suo primo radiomessaggio del 22 giugno [[1963]], parlò della continuazione del concilio come dell'«opera principale» e della «parte preminente» del suo pontificato, facendo così propria la volontà del predecessore.<ref>{{cita news|url=http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/speeches/1963/documents/hf_p-vi_spe_19630622_first-message_it.html|titolo=''Qui fausto die''|autore= Papa Paolo VI|data=22 giugno 1963}}</ref>
 
Nel suo primo discorso da pontefice ai padri conciliari, Montini indicò inoltre quali fossero gli obiettivi primari del sinodo:<ref>{{cita news|url=http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/speeches/1963/documents/hf_p-vi_spe_19630929_concilio-vaticano-ii_it.html|titolo=Discorso per l'apertura del secondo periodo del SS. Concilio|data=20 settembre 1963|autore=Papa Paolo VI}}</ref>
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[[File:Anneau Concile Vatican II Doré.jpg|miniatura|sinistra|Copia dell'anello conciliare regalato da Paolo VI ai Padri conciliari nel dicembre 1965]]
 
Dopo quattro sessioni di lavoro, il concilio venne chiuso l'8 dicembre [[1965]]. Durante l'ultima seduta pubblica, nella sua allocuzione ai padri conciliari, il papa spiegò come il concilio avesse rivolto «la mente della Chiesa verso la direzione [[antropocentrismo|antropocentrica]] della [[modernità|cultura moderna]]», senza che però questo interesse fosse disgiunto «dall'interesse religioso più autentico», soprattutto a motivo del «collegamento [...] dei valori umani e temporali con quelli propriamente spirituali, religiosi ed eterni: [la [[Chiesa cattolica|Chiesa]]] sull'uomo e sulla terra si piega, ma al [[regno di Dio]] si solleva».<ref>{{cita news|url=http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/speeches/1965/documents/hf_p-vi_spe_19651207_epilogo-concilio_it.html|titolo=Allocuzione in occasione dell'ultima sessione pubblica del Concilio Vaticano II|autore=Papa Paolo VI|data=9 dicembre 1965}}</ref>
 
Il giorno successivo vennero indirizzati dal papa otto messaggi al mondo: ai [[padri conciliari]], ai [[governo|governanti]], agli [[intellettuale|intellettuali]] (consegnato simbolicamente a [[Jacques Maritain]]), agli [[artisti]], alle [[donna|donne]], ai [[lavoro|lavoratori]], ai [[povertà|poveri]] e agli ammalati, ai [[Giovinezza|giovani]].