Microscopia crioelettronica: differenze tra le versioni
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[[File:Cryoem groel.jpg|thumb|La proteina [[GroEL]] sospesa in [[ghiaccio amorfo]], osservata a un [[ingrandimento]] di 50.000x]]
[[File:Structure-of-Alcohol-Oxidase-from-Pichia-pastoris-by-Cryo-Electron-Microscopy-pone.0159476.s006.ogv|thumb|Struttura di [[alcol ossidasi]] da ''[[Pichia pastoris]]'' ottenuta mediante microscopia crioelettronica]]
La '''microscopia crioelettronica'''
L'utilità della microscopia crioelettronica deriva dal fatto che consente l'osservazione di campioni non colorati o [[Fissazione (istologia)|fissati]] in alcun modo, mostrandoli nel loro ambiente nativo, questo in contrasto con la [[cristallografia a raggi X]], che richiede la [[cristallizzazione]] del campione, che può essere difficile nel caso di macromolecole, e la collocazione dello stesso in ambienti non fisiologici, che possono occasionalmente portare a cambiamenti conformazionali delle molecole. Si tratta pertanto di una tecnica particolarmente utile in [[biologia strutturale]] dove è fondamentale poter osservare le [[Macromolecola|macromolecole]] biologiche nella loro conformazione nativa.
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