Impero sasanide: differenze tra le versioni
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Quando Maurizio venne deposto e ucciso dall'usurpatore [[Foca (imperatore)|Foca]] (602-610) nel 602 Cosroe II usò l'omicidio del suo benefattore come pretesto per incominciare una nuova invasione. Approfittando della guerra civile a Bisanzio, Cosroe II conquistò la [[Siria]] e [[Antiochia di Siria|Antiochia]] nel 611.<ref name="dar33">{{cita|Daryaee (2009)|p. 33}}.</ref> Nel 613 i Bizantini, guidati dall'imperatore Eraclio (610-641), contrattaccarono ma furono sconfitti presso Antiochia dai generali sasanidi [[Shahvaraz]] e [[Shahin]]. [[Gerusalemme]] cadde nel 614, [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]] nel 619 e il resto dell'[[Egitto]] nel 621. Il sogno sasanide di restaurare l'[[Impero achemenide]] stava quasi per realizzarsi, mentre l'[[Impero bizantino]] appariva sull'orlo del collasso.<ref name="dar33"/>
=== Declino e caduta (622-
{{Vedi anche|Guerra romano-persiana del 602-628|Conquista islamica della Persia}}
[[File:E3 7 1 2c oriental coins.jpg|miniatura|La regina [[Boran]], figlia di [[Cosroe II]], l'ultima donna e una degli ultimi sovrani della dinastia sasanide, 630.]]
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All'espansione sotto Cosroe II seguì però il declino. L'imperatore bizantino [[Eraclio I|Eraclio]] (610-641) aveva infatti riorganizzato il suo esercito e aveva contrattaccato. Tra il 622 e il 627 Eraclio combatté i Persiani in [[Anatolia]] e nel [[Caucaso]], infliggendo una serie di sconfitte all'esercito sasanide comandato da Cosroe, [[Shahvaraz]], [[Shahin]] e Shahraplakan, saccheggiando il grande tempio [[Zarathustra|zoroastriano]] a [[Takht-e Soleyman|Ganzak]] e stringendo delle alleanze con i [[Cazari]] e il [[Khaganato turco occidentale]]. Nel 626 [[Costantinopoli]] venne assediata dagli [[Slavi]] e dagli [[Avari]], che erano appoggiati dall'esercito persiano comandato da Shahvaraz, ma i tentativi di traghettare i Sasanidi in [[Europa]] vennero bloccati dalla flotta bizantina e l'assedio fallì. Nell'inverno 627-628 Eraclio invase la [[Mesopotamia]] e, nonostante la partenza dei suoi alleati [[Cazari|Khazar]], sconfisse l'esercito sasanide comandato da [[Rhahzadh]] nella [[Battaglia di Ninive (627)|battaglia di Ninive]]. Marciò poi verso il [[Tigri]], devastando il paese e saccheggiando il palazzo di Cosroe a Dastagerd. La distruzione dei ponti sul canale Nahrawan gli impedì di attaccare [[Ctesifonte]] e condusse ulteriori incursioni prima di ritirarsi nell'Iran nordoccidentale.<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=l5__AwAAQBAJ&pg=PA163|p=163|titolo=The Early Islamic Conquests|autore=Fred M. Donner|editore=Princeton University Press|anno=2014|isbn=978-14-00-84787-7}}</ref>
L'impatto delle vittorie di Eraclio, della devastazione dei territori più ricchi dell'Impero sasanide e le umilianti distruzioni di Ganzak e Dastagerd aveva fatalmente fatto perdere a Cosroe il suo prestigio e il supporto datogli dall'aristocrazia sasanide, e nei primi mesi del 628 venne deposto e assassinato da suo figlio [[Kavad II]] (628), che pose immediatamente fine alla guerra, accettando di ritirarsi da tutti i territori occupati. Nel 629, Eraclio riportò la [[Vera Croce]] a [[Gerusalemme]] nel corso di una sontuosa cerimonia.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=WmlwDwAAQBAJ&pg=PT231|p=231|titolo=Gerusalemme|autore=Simon Sebag Montefiore|editore=Edizioni Mondadori|anno=2018|isbn=978-88-52-09050-9}}</ref> Kavad morì in pochi mesi e alla sua morte seguì il caos ed una guerra civile. Nei quattro anni successivi si succedettero ben cinque re, incluse due figlie di Cosroe II e [[Shahvaraz]], e l'impero sasanide si indebolì considerevolmente. Il potere, prima detenuto dalle autorità centrali, passò nelle mani dei generali.
[[File:Yazdgardiii.jpg|miniatura|Moneta di [[Yazdgard III]].]]
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