Direct Stream Digital: differenze tra le versioni
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La tecnologia DSD può avere anche potenziali sviluppi in applicazioni video. Una struttura simile, basata sulla [[Pulse-width modulation|modulazione di larghezza di impulso]], che viene decodificata nella stessa maniera del DSD, è stata impiegata nel [[laserdisc]].
=== Controversie ===
Vi sono molte divergenze tra i proponenti del DSD e i fautori della [[modulazione a impulsi codificati]], su quale dei due sia il miglior sistema di codifica. I professori [[Stanley Lipshitz]] e [[John Vanderkooy]] dell'[[Università di Waterloo]] ([[Ontario]], [[Canada]]), in un convegno indetto nel 2001 dalla [[Audio Engineering Society]]<ref name="AES-5395" />, hanno affermato che la conversione a 1 bit (come quella impiegata dalla DSD) non è adatta per una conversione audio di alta qualità a causa della sua ''elevata'' distorsione: secondo Lipshitz e Vanderkooy, perfino una conversione PCM a 8 bit a [[sovracampionamento]] quadruplo e ''[[noise shaping]]'', con un adeguato ''[[dithering]]'' a metà della velocità del segnale del DSD, avrebbe un miglior [[rapporto segnale/rumore]] e una migliore [[risposta in frequenza]]. A queste obiezioni fecero seguito varie argomentazioni di parere opposto.<ref>Nel 2001, ''Why Direct Stream Digital is the best choice as a digital audio format'' (''Perché il DSD è la scelta migliore come formato audio digitale''), [http://www.overture.org.ua/files/SDPC.pdf Convention Paper 5616]. Nel 2002, anche la Philips argomentò contro queste critiche nel. Inoltre, il professor [[James Angus]] rispose in dettaglio alle critiche ([http://www.acoustics.salford.ac.uk/research/angus_files/angus_files/publications/publications.htm Convention Paper 5619] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060823173606/http://www.acoustics.salford.ac.uk/research/angus_files/angus_files/publications/publications.htm |data=23 agosto 2006 }}). Lipshitz e Vanderkooy risposero in [http://www.aes.org/events/112/papers/x.cfm Convention Paper 5620]</ref>
Anche dal punto di vista della percezione vi sono studi che hanno prodotto risultati discordanti. Uno studio dell'"Erich-Thienhaus-Institute" pubblicato nel 2004 ha messo a paragone delle registrazioni in DSD e PCM conducendo il test in [[doppio cieco]]. I risultati hanno evidenziato come i soggetti difficilmente erano in grado di distinguere, in modo riproducibile, i due sistemi di codifica.<ref>{{Cita web|url=http://www.hfm-detmold.de/eti/projekte/diplomarbeiten/dsdvspcm/aes_paper_6086.pdf|titolo=Wayback Machine|sito=web.archive.org|data=2007-09-27|accesso=2020-02-28|dataarchivio=27 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927200955/http://www.hfm-detmold.de/eti/projekte/diplomarbeiten/dsdvspcm/aes_paper_6086.pdf|urlmorto=sì}}</ref> Un successivo studio del 2014, condotto alla "Tokyo University of the Arts", ha invece evidenziato come il campione era in grado di distinguere un brano codificato in PCM (192 kHz/24 bit) da uno DSD (senza però essere in grado di distinguere un DSD64 da un DSD128), preferendo all'ascolto quest'ultimo.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Marui, A., Kamekawa, T., Endo, K. and Sato, E.|titolo=Subjective evaluation of high resolution recordings in PCM and DSD audio formats|rivista=Audio Engineering Society Convention|volume=136|numero=}}</ref>
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