Omicidio di Giuseppe Di Matteo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Correzione di errore grammaticale
Nessun oggetto della modifica
Riga 25:
 
== Storia ==
[[Giuseppe Di Matteo]], nato a [[Palermo]] il 19 gennaio 1981, fu rapito il pomeriggio del 23 novembre 1993, all’età di dodici anni, in un [[maneggio]] di [[Villabate]], da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di [[Giovanni Brusca]], allora [[Latitanza|latitante]] e [[Famiglia (mafia)|boss]] di [[San Giuseppe Jato]] allora [[Latitanza|latitante]]. Il rapimento venne architettato il 14 novembre 1993, quando [[Matteo Messina Denaro]], [[Leoluca Bagarella]], [[Giuseppe Graviano]] e [[Giovanni Brusca]] si incontrarono in una fabbrica di calce a [[Misilmeri]]. Bagarella, Graviano e Messina Denaro rimproverano Giovanni Brusca di non aver preso provvedimenti riguardo all'inusitataalla grande quantità di uomini appartenenti al commando della [[strage di Capaci]] che stava collaborando con la giustizia: parlando dei pentiti, dopo aver scartato qualche nome poiché utile a Giovanni Brusca, Giuseppe Graviano propose di uccidere il piccolo Di Matteo. Giovanni Brusca suggerì di sequestrarlo al posto dianziché ucciderloeliminarlo subito. Graviano, Bagarella e Messina Denaro diedero il loro assenso, così Graviano si offrì di organizzare il rapimento. Secondo le deposizioni di [[Gaspare Spatuzza]], uomo di fiducia di Graviano che prese parte al rapimento, i sequestratori si travestirono da poliziotti della [[Direzione Investigativa Antimafia|DIA]], ingannando facilmente il ragazzino, che credeva di poter rivedere il padre, in quel periodo sotto protezione lontano dalla Sicilia.<ref name=":3">{{Cita web|url=https://www.agi.it/cronaca/omicidio_giuseppe_di_matteo_acido-6867445/news/2020-01-11/|titolo=I mafiosi che sciolsero un bambino nell'acido e andarono a dormire|sito=Agi|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200220091116/https://www.agi.it/cronaca/omicidio_giuseppe_di_matteo_acido-6867445/news/2020-01-11/|urlmorto=no}}</ref> Spatuzza raccontò anche che: "''Agli occhi del ragazzo siamo apparsi degli angeli, ma in realtà eravamo dei lupi. (...) Lui era felice, diceva 'Papà mio, amore mio' ''".<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/18_luglio_22/mafia-bimbo-sciolto-acido-22-milioni-famiglia-ee343c2c-8dc0-11e8-8382-fa27f64b6a47.shtml|titolo=Mafia: bimbo sciolto in acido, 2,2 milioni alla famiglia|autore=Felice Cavallaro|sito=Corriere della Sera|data=22 luglio 2018|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180723105542/https://www.corriere.it/cronache/18_luglio_22/mafia-bimbo-sciolto-acido-22-milioni-famiglia-ee343c2c-8dc0-11e8-8382-fa27f64b6a47.shtml|urlmorto=no}}</ref><ref name=":2">{{Cita web|url=https://tg24.sky.it/cronaca/2018/07/22/giuseppe-di-matteo-storia.html|titolo=Mafia: la storia di Giuseppe Di Matteo, il bambino sciolto nell’acido {{!}} Sky TG24|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200220091116/https://tg24.sky.it/cronaca/2018/07/22/giuseppe-di-matteo-storia.html|urlmorto=no}}</ref> Il giovane fu legato e lasciato nel cassone di un furgoncino [[Fiat Fiorino]], chiuso in un magazzino a [[Lascari]], prima di essere consegnato ai suoi carcerieri.<ref name=":4">{{Cita web|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/12/02/visualizza_new.html_1674473935.html|titolo=Omicidio Di Matteo Spatuzza, chiedo perdono - Cronaca - ANSA.it|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101205070154/http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/12/02/visualizza_new.html_1674473935.html|urlmorto=no}}</ref>
 
La famiglia cercò notizie del figlio presso gli ospedali della zona, ma, quando, il 1º dicembre 1993, giunse alla famiglia un biglietto con il messaggio "''Tappaci la bocca''" e con due foto del ragazzo con in mano un quotidiano del 29 novembre 1993<ref name=":1">{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/mafia_bimbo_sciolto_acido_di_matteo_brusca-3871129.html|titolo=Fu sciolto nell'acido, risarcimento di 2,2 milioni alla famiglia del piccolo Di Matteo|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200220091117/https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/mafia_bimbo_sciolto_acido_di_matteo_brusca-3871129.html|urlmorto=no}}</ref>, fu chiaro che il rapimento era finalizzato a spingere Santino Di Matteo a ritrattare le sue rivelazioni sulla strage di Capaci e sull'uccisione dell'esattore [[Ignazio Salvo]].<ref name=":2" /><ref>RaiNews24, ''[https://web.archive.org/web/20131220001129/http://www.rainews.it/it/news.php?newsid=88633 Al tg1 parla Santino Di Matteo, da quando collaboro con lo Stato non ho più paura di esser ucciso]''</ref>
Riga 32:
<ref name=":2" />
 
Per tutto il 1994 ilGiuseppe ragazzo fuvenne spostato in varie prigioni nel [[Provincia di Palermo|palermitano]], nel [[Provincia di Trapani|trapanese]] e nell'[[Provincia di Agrigento|agrigentino]] (perlopiù masserie o edifici disabitati, Matteo Messina Denaro si offrì di tenere segregato il bambino nel trapanese a seguito delle lamentele di Brusca, coinvolgendo anche la mafia agrigentina cui era strettamente legato)<ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2021/01/10/news/la_cella_il_letto_e_la_botola_l_inferno_del_piccolo_giuseppe_di_matteo-281874349/|titolo=La cella, il letto e la botola, l'inferno del piccolo Giuseppe Di Matteo|sito=la Repubblica|data=10 gennaio 2021|accesso=16 maggio 2021}}</ref> e nell'estate 1995 fu infine rinchiuso in un vano sotto il pavimento di un casolare-bunker costruito nelle campagne di San Giuseppe Jato al quale si accedeva azionando un meccanismo elettromeccanico, dove rimase per 180 giorni fino alla sua uccisione<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/05/27/sigilli-alla-casa-degli-orrori-di-brusca.html|titolo=Sigilli alla casa degli orrori di Brusca dove fu ucciso il piccolo Di Matteo - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=16 maggio 2021}}</ref>.
 
Il padre, Santino Di Matteo, dopo un tentativo andato a vuoto di cercarlo ad ottobre con [[Gioacchino La Barbera]] e [[Balduccio Di Maggio]], pure loro collaboratori, decise di proseguire la collaborazione con la giustizia. Quando Brusca, latitante, venne condannato all'ergastolo per l'omicidio di Ignazio Salvo, su richiesta di Messina Denaro,dei Graviano e Bagarella, ordinò a [[Enzo Salvatore Brusca|Enzo Brusca]], [[Vincenzo Chiodo]] e [[Giuseppe Monticciolo]] di uccidere il ragazzo,<ref name=":3" /> che venne quindi strangolato e poi disciolto nell'[[acido nitrico|acido]] l'11 gennaio 1996, dopo venticinque mesi di prigionia.<ref name=":0" /><ref name=":1" /><ref name="DiMatteo">{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/08_novembre_10/di_matteo_mafia_b457bb48-af0c-11dd-bbcd-00144f02aabc.shtml|titolo=La madre del bimbo sciolto nell'acido: «Giuseppe ha vinto, la mafia ha perso» - Corriere della Sera|data=10 novembre 2008|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180727215413/https://www.corriere.it/cronache/08_novembre_10/di_matteo_mafia_b457bb48-af0c-11dd-bbcd-00144f02aabc.shtml|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/online/fatti/brusc/brusc/brusc.html|titolo=la Repubblica/fatti: Di Matteo assale Brusca: 'Animale, ti stacco la testa'|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190313112257/https://www.repubblica.it/online/fatti/brusc/brusc/brusc.html|urlmorto=no}}</ref> Nel corso del processo, Vincenzo Chiodo raccontò i dettagli macabri e orribili di come avvenne il delitto:
Riga 41:
{{Citazione|Ho ucciso io [[Giovanni Falcone]]. Ma non era la prima volta: avevo già adoperato l'auto bomba per uccidere il giudice [[Rocco Chinnici]] e gli uomini della sua scorta. Sono responsabile del sequestro e della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, che aveva tredici anni quando fu rapito e quindici quando fu ammazzato. Ho commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti. Ancora oggi non riesco a ricordare tutti, uno per uno, i nomi di quelli che ho ucciso. Molti più di cento, di sicuro meno di duecento. |Giovanni Brusca, dichiarazione tratta dal libro ''Ho ucciso Giovanni Falcone'', di Saverio Lodato, Mondadori}}Ci furono vari processi per la morte di Giuseppe Di Matteo, che hanno portato a numerose condanne.<ref name=":2" />
 
Nel 1997 si aprì il primo processo nei confronti di 32 persone accusate a vario titolo di aver partecipato al sequestro, alla prigionia e all'uccisione del piccolo Di Matteo<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/15/il-pm-giovanni-riina-va-condannato-anni.html|titolo=IL PM: GIOVANNI RIINA VA CONDANNATO A 5 ANNI - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>; [[Pubblico ministero (ordinamento italiano)|pubblico ministero]] fu il magistrato [[Alfonso Sabella]], che si era occupato in prima persona delle indagini, e si costituirono [[Parte civile|parti civili]] il padre Santino Di Matteo insieme alla madre Francesca Castellese e all'altro figlio, prima volta nella storia processuale che un [[Collaboratore di giustizia (Italia)|collaboratore di giustizia]] si costituiva parte civile in un dibattimento<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/13/il-pentito-di-matteo-parte-civile-per.html|titolo=IL PENTITO DI MATTEO PARTE CIVILE PER IL FIGLIO UCCISO - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>. Durante un'udienza del processo della [[strage di Capaci]], Giovanni Brusca, sentitonel comefrattempo divenuto collaboratore di giustizia, chiese pubblicamente "perdono" ai familiari del piccolodi Giuseppe<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/07/15/brusca-ai-di-matteo-perdonatemi.html|titolo=BRUSCA AI DI MATTEO: 'PERDONATEMI' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref> ma(cosa che avrebbe fatto più volte nei confronti dei familiari delle sue vittime); nel 1998, nel corso di un confronto nell'udienza del processo "Borsellino bis", Santino Di Matteo scagliò un microfono contro Brusca minacciandoe digli ucciderlourlò: "''Animale, non sei degno di stare in quest'aula., Titi dovrei staccare la testa!''"<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/online/fatti/brusc/brusc/brusc.html|titolo=la Repubblica/fatti: Di Matteo assale Brusca: 'Animale, ti stacco la testa'|accesso=17 maggio 2021}}</ref>. Nel 1999 la [[Corte d'assise (Italia)|Corte d'Assise]] di Palermo condannò Giovanni Brusca a trent'anni di carcere, il fratello [[Enzo Salvatore Brusca|Enzo]] a ventotto anni mentre [[Vincenzo Chiodo]] ebbe ventisette anni e a [[Giuseppe Monticciolo]] e a [[Salvatore Grigoli]] (uno dei partecipanti reo confessi del rapimento nel 1993) vennero inflitti 20 anni di carcere: per tutti vennero riconosciute le attenuanti e lo sconto di pena per la collaborazione con la giustizia mentre per gli altri imputati vennero comminati trenta [[Ergastolo|ergastoli]], per questo delitto e per altri commessi nel palermitano<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/02/11/trent-anni-per-brusca-boia-del-piccolo.html|titolo=Trent' anni per Brusca boia del piccolo Di Matteo - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>.
 
Sempre nel 1999, con le dichiarazioni di un importante collaboratore di giustizia di [[Porto Empedocle]], Alfonso Falzone, e con l'operazione che ne seguì (''"Akragas II''"), vennero arrestati numerosi esponenti mafiosi della [[provincia di Agrigento]] accusati di circa vent'anni di delitti, compreso il sequestro Di Matteo, in cui Falzone affermava di essere coinvolto per fare un "favore" all'alleato palermitano Brusca<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/01/13/maxi-blitz-al-summit-di-cosa-nostra.html|titolo=Maxi blitz al summit di Cosa nostra - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>. Nel luglio dello stesso anno si aprì così il maxiprocesso denominato "''Akragas''", il primo grande processo a Cosa Nostra di [[Agrigento]], che trattava, tra gli altri omicidi e reati, anche la "fase" agrigentina del sequestro del piccolo Di Matteo<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/07/19/agrigento-21-ergastoli-per-boss-il-pm.html|titolo=Agrigento, 21 ergastoli per i boss Il pm:' È una sentenza storica' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>, che si concluse nel 2001 quando la [[Corte d'assise (Italia)|Corte d'Assise]] di Agrigento, presieduta dal giudice Luigi Patronaggio, condannò come carcerieri, oltre a Falzone, i boss empedoclini Giuseppe Gambacorta, [[Gerlandino Messina]], Luigi Putrone e Filippo Sciara (mafioso di [[Siculiana]]), che ebbero l'ergastolo<ref>{{Cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2001/07/18/Cronaca/MAFIA-21-ERGASTOLI-AL-PROCESSO-DI-AGRIGENTO_195200.php#|titolo=MAFIA: 21 ERGASTOLI AL PROCESSO DI AGRIGENTO|accesso=17 maggio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/08/13/dal-patto-con-corleonesi-ai-pentiti-storia.html|titolo=Dal patto con i corleonesi ai pentiti storia di un padrino da nove omicidi - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>.
Riga 51:
Nel 2011 scattò l'operazione "Kamarat" coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi e dai sostituti Giuseppe Fici ed Emanuele Ravaglioli, che portò all'arresto di quattro persone ai vertici delle cosche di [[Cammarata]] e [[Casteltermini]], tra cui Angelo Longo (ritenuto il capo della "[[Famiglia (mafia)|famiglia]]" di Cammarata), accusato anche di essere stato uno dei carcerieri del piccolo Di Matteo sulla base delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia [[Nino Giuffrè|Antonino Giuffrè]], Luigi Putrone e [[Maurizio Di Gati]]<ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/05/18/news/decapitato_clan_agrigentino_preso_carceriere_di_di_matteo-16426089/|titolo=Decapitato clan agrigentinopreso carceriere di Di Matteo|sito=la Repubblica|data=18 maggio 2011|accesso=18 maggio 2021}}</ref>. Assolto da quest'accusa in primo grado nel 2014, Longo verrà condannato all'ergastolo in appello e nel 2016 tale condanna diverrà definitiva<ref>{{Cita web|url=https://livesicilia.it/2012/10/19/processo-a-boss-nellagrigentino-undici-condanne-2-assoluzioni/|titolo=Mafia di Agrigento, 11 condanne{{!}} Assolto il "carceriere" di Di Matteo|sito=Live Sicilia|data=19 ottobre 2012|accesso=18 maggio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.grandangoloagrigento.it/apertura/229603|titolo=Mafia agrigentina, ricorso rigettato: confermato ergatostolo per "carceriere Giuseppe Di Matteo"|sito=GrandangoloAgrigento|data=24 novembre 2016|accesso=18 maggio 2021}}</ref>.
 
Matteo Messina Denaro, durante l’interrogatorio in carcere e davanti al GIP a seguito del suo arresto del [[2023]], dopo quasi tre decenni di latitanza, ha ammesso di aver ordinato il sequestro del piccolo [[Giuseppe Di Matteo]] negandoma peròha dinegato averla ordinatoresponsabilità il brutaledell'omicidio, assassinioresponsabilità eche scaricando la responsabilità delha delittoscaricato su [[Giovanni Brusca]], collaboratore di giustizia che da poco è tornato in libertà (vigilata) a seguito del termine della pena.<ref>[https://www.fanpage.it/attualita/messina-denaro-nega-lomicidio-del-piccolo-di-matteo-per-vergogna-malvisto-anche-in-cosa-nostra/ “Messina Denaro nega l’omicidio del piccolo Di Matteo per vergogna, malvisto anche in Cosa nostra”] </ref>
 
== Influenza culturale ==