Omicidio di Giuseppe Di Matteo: differenze tra le versioni
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== Storia ==
[[Giuseppe Di Matteo]], nato a [[Palermo]] il 19 gennaio 1981, fu rapito il pomeriggio del 23 novembre 1993, all’età di dodici anni, in un [[maneggio]] di [[Villabate]], da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di [[Giovanni Brusca]],
La famiglia cercò notizie del figlio presso gli ospedali della zona, ma, quando, il 1º dicembre 1993, giunse alla famiglia un biglietto con il messaggio "''Tappaci la bocca''" e con due foto del ragazzo con in mano un quotidiano del 29 novembre 1993<ref name=":1">{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/mafia_bimbo_sciolto_acido_di_matteo_brusca-3871129.html|titolo=Fu sciolto nell'acido, risarcimento di 2,2 milioni alla famiglia del piccolo Di Matteo|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200220091117/https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/mafia_bimbo_sciolto_acido_di_matteo_brusca-3871129.html|urlmorto=no}}</ref>, fu chiaro che il rapimento era finalizzato a spingere Santino Di Matteo a ritrattare le sue rivelazioni sulla strage di Capaci e sull'uccisione dell'esattore [[Ignazio Salvo]].<ref name=":2" /><ref>RaiNews24, ''[https://web.archive.org/web/20131220001129/http://www.rainews.it/it/news.php?newsid=88633 Al tg1 parla Santino Di Matteo, da quando collaboro con lo Stato non ho più paura di esser ucciso]''</ref>
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<ref name=":2" />
Per tutto il 1994
Il padre, Santino Di Matteo, dopo un tentativo andato a vuoto di cercarlo ad ottobre con [[Gioacchino La Barbera]] e [[Balduccio Di Maggio]], pure loro collaboratori, decise di proseguire la collaborazione con la giustizia. Quando Brusca, latitante, venne condannato all'ergastolo per l'omicidio di Ignazio Salvo, su richiesta di Messina Denaro,dei Graviano e Bagarella, ordinò a [[Enzo Salvatore Brusca|Enzo Brusca]], [[Vincenzo Chiodo]] e [[Giuseppe Monticciolo]] di uccidere il ragazzo,<ref name=":3" /> che venne quindi strangolato e poi disciolto nell'[[acido nitrico|acido]] l'11 gennaio 1996, dopo venticinque mesi di prigionia.<ref name=":0" /><ref name=":1" /><ref name="DiMatteo">{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/08_novembre_10/di_matteo_mafia_b457bb48-af0c-11dd-bbcd-00144f02aabc.shtml|titolo=La madre del bimbo sciolto nell'acido: «Giuseppe ha vinto, la mafia ha perso» - Corriere della Sera|data=10 novembre 2008|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180727215413/https://www.corriere.it/cronache/08_novembre_10/di_matteo_mafia_b457bb48-af0c-11dd-bbcd-00144f02aabc.shtml|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/online/fatti/brusc/brusc/brusc.html|titolo=la Repubblica/fatti: Di Matteo assale Brusca: 'Animale, ti stacco la testa'|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190313112257/https://www.repubblica.it/online/fatti/brusc/brusc/brusc.html|urlmorto=no}}</ref> Nel corso del processo, Vincenzo Chiodo raccontò i dettagli macabri e orribili di come avvenne il delitto:
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{{Citazione|Ho ucciso io [[Giovanni Falcone]]. Ma non era la prima volta: avevo già adoperato l'auto bomba per uccidere il giudice [[Rocco Chinnici]] e gli uomini della sua scorta. Sono responsabile del sequestro e della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, che aveva tredici anni quando fu rapito e quindici quando fu ammazzato. Ho commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti. Ancora oggi non riesco a ricordare tutti, uno per uno, i nomi di quelli che ho ucciso. Molti più di cento, di sicuro meno di duecento. |Giovanni Brusca, dichiarazione tratta dal libro ''Ho ucciso Giovanni Falcone'', di Saverio Lodato, Mondadori}}Ci furono vari processi per la morte di Giuseppe Di Matteo, che hanno portato a numerose condanne.<ref name=":2" />
Nel 1997 si aprì il primo processo nei confronti di 32 persone accusate a vario titolo di aver partecipato al sequestro, alla prigionia e all'uccisione del piccolo Di Matteo<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/15/il-pm-giovanni-riina-va-condannato-anni.html|titolo=IL PM: GIOVANNI RIINA VA CONDANNATO A 5 ANNI - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>; [[Pubblico ministero (ordinamento italiano)|pubblico ministero]] fu il magistrato [[Alfonso Sabella]], che si era occupato in prima persona delle indagini, e si costituirono [[Parte civile|parti civili]] il padre Santino Di Matteo insieme alla madre Francesca Castellese e all'altro figlio, prima volta nella storia processuale che un [[Collaboratore di giustizia (Italia)|collaboratore di giustizia]] si costituiva parte civile in un dibattimento<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/13/il-pentito-di-matteo-parte-civile-per.html|titolo=IL PENTITO DI MATTEO PARTE CIVILE PER IL FIGLIO UCCISO - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>. Durante un'udienza del processo della [[strage di Capaci]], Giovanni Brusca,
Sempre nel 1999, con le dichiarazioni di un importante collaboratore di giustizia di [[Porto Empedocle]], Alfonso Falzone, e con l'operazione che ne seguì (''"Akragas II''"), vennero arrestati numerosi esponenti mafiosi della [[provincia di Agrigento]] accusati di circa vent'anni di delitti, compreso il sequestro Di Matteo, in cui Falzone affermava di essere coinvolto per fare un "favore" all'alleato palermitano Brusca<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/01/13/maxi-blitz-al-summit-di-cosa-nostra.html|titolo=Maxi blitz al summit di Cosa nostra - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>. Nel luglio dello stesso anno si aprì così il maxiprocesso denominato "''Akragas''", il primo grande processo a Cosa Nostra di [[Agrigento]], che trattava, tra gli altri omicidi e reati, anche la "fase" agrigentina del sequestro del piccolo Di Matteo<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/07/19/agrigento-21-ergastoli-per-boss-il-pm.html|titolo=Agrigento, 21 ergastoli per i boss Il pm:' È una sentenza storica' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>, che si concluse nel 2001 quando la [[Corte d'assise (Italia)|Corte d'Assise]] di Agrigento, presieduta dal giudice Luigi Patronaggio, condannò come carcerieri, oltre a Falzone, i boss empedoclini Giuseppe Gambacorta, [[Gerlandino Messina]], Luigi Putrone e Filippo Sciara (mafioso di [[Siculiana]]), che ebbero l'ergastolo<ref>{{Cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2001/07/18/Cronaca/MAFIA-21-ERGASTOLI-AL-PROCESSO-DI-AGRIGENTO_195200.php#|titolo=MAFIA: 21 ERGASTOLI AL PROCESSO DI AGRIGENTO|accesso=17 maggio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/08/13/dal-patto-con-corleonesi-ai-pentiti-storia.html|titolo=Dal patto con i corleonesi ai pentiti storia di un padrino da nove omicidi - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>.
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Nel 2011 scattò l'operazione "Kamarat" coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi e dai sostituti Giuseppe Fici ed Emanuele Ravaglioli, che portò all'arresto di quattro persone ai vertici delle cosche di [[Cammarata]] e [[Casteltermini]], tra cui Angelo Longo (ritenuto il capo della "[[Famiglia (mafia)|famiglia]]" di Cammarata), accusato anche di essere stato uno dei carcerieri del piccolo Di Matteo sulla base delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia [[Nino Giuffrè|Antonino Giuffrè]], Luigi Putrone e [[Maurizio Di Gati]]<ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/05/18/news/decapitato_clan_agrigentino_preso_carceriere_di_di_matteo-16426089/|titolo=Decapitato clan agrigentinopreso carceriere di Di Matteo|sito=la Repubblica|data=18 maggio 2011|accesso=18 maggio 2021}}</ref>. Assolto da quest'accusa in primo grado nel 2014, Longo verrà condannato all'ergastolo in appello e nel 2016 tale condanna diverrà definitiva<ref>{{Cita web|url=https://livesicilia.it/2012/10/19/processo-a-boss-nellagrigentino-undici-condanne-2-assoluzioni/|titolo=Mafia di Agrigento, 11 condanne{{!}} Assolto il "carceriere" di Di Matteo|sito=Live Sicilia|data=19 ottobre 2012|accesso=18 maggio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.grandangoloagrigento.it/apertura/229603|titolo=Mafia agrigentina, ricorso rigettato: confermato ergatostolo per "carceriere Giuseppe Di Matteo"|sito=GrandangoloAgrigento|data=24 novembre 2016|accesso=18 maggio 2021}}</ref>.
== Influenza culturale ==
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