Repubblica Federale Democratica Transcaucasica: differenze tra le versioni
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La '''Repubblica Federale Democratica Transcaucasica''' (RFDTC, Закавказская демократическая федеративная республика (ЗКДФР), Zakavkazskaja demokratičeskaja federativnaja respublika (ZKDFR); conosciuta anche come '''Federazione Transcaucasica''') fu uno [[Stato]] che ebbe breve esistenza; comprendeva i moderni Stati dell'[[Armenia]], [[Azerbaigian]] e [[Georgia]].<ref>{{Cita libro|nome=Уратадзе|cognome=Уратадзе|cognome2=Institut zur Erforschung der UDSSR (Mnchen)|titolo=Образование и консолидация Грузинской Демократической Республики|url=https://www.worldcat.org/title/obrazovanie-i-konsolidatsiia-gruzinsko-demokratichesko-respubliki/oclc/1040493575|accesso=2022-06-17|data=1956|lingua=Russo|p=64|OCLC=1040493575}}</ref>
Dopo la [[
== Storia ==
La maggior parte del [[Caucaso]] meridionale era sotto il comando dell'[[
Con lo scoppio della [[prima guerra mondiale]], nel 1914, il [[Caucaso]] diventò un teatro militare importante. L'impero russo e l'[[
below}}</ref>
La [[
=== Commissariato transcaucasico ===
La notizia della [[Rivoluzione d'
Con le forze russe e ottomane ancora nominalmente impegnate nella regione, il 18 dicembre [[1917]] fu firmato un [[cessate il fuoco]] temporaneo, l'[[armistizio di Erzincan]].<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Georges|cognome=Mamoulia|data=2020|titolo=Azerbaijan and the Transcaucasian Democratic Federative Republic: historical reality and possibility*|p=23|lingua=Inglese|accesso=2022-06-16|doi=10.1080/23761199.2020.1712901|url=https://www.semanticscholar.org/paper/Azerbaijan-and-the-Transcaucasian-Democratic-and-Mamoulia/cc007e2f15bd090af4a3a622cfa4434d398bd2f1}}</ref> Con la sospensione dei combattimenti, il 16 gennaio 1918, i diplomatici ottomani invitarono il Commissariato a partecipare ai colloqui di pace a Brest-Litovsk, dove i bolscevichi stavano negoziando la fine della guerra con le potenze centrali. Poiché il Commissariato non voleva agire in modo indipendente dalla Russia, non ha risposto all'invito e quindi non ha partecipato ai colloqui di pace lì. Due giorni dopo, il 18 gennaio. l'Assemblea Costituente ha avuto la sua prima e unica riunione, interrotta dai bolscevichi, consolidando così di fatto il loro potere in Russia. Ciò confermò al Commissariato che non sarebbero stati in grado di lavorare con i bolscevichi in alcun modo serio e così iniziarono a formare un governo più formale.<ref>{{Cita libro|nome=Firuz|cognome=Kazimzada|titolo=The struggle for Transcaucasia (1917-1921)|url=https://www.worldcat.org/search?qt=wikipedia&q=isbn:9780956000408|accesso=2022-06-17|data=2008|lingua=Inglese|p=85|OCLC=1027717706|ISBN=978-0-9560004-0-8}}</ref> Il cessate il fuoco tra l'[[Impero ottomano|Impero Ottomano]] e il Commissariato durò fino al 30 gennaio, quando l'esercito ottomano lanciò una nuova offensiva nel [[Caucaso]], sostenendo che doveva vendicarsi contro sporadici attacchi delle milizie armene alla popolazione musulmana in territorio ottomano occupato. Con le forze russe in gran parte ritirate dal fronte, il Commissariato si rese conto che non sarebbero state in grado di resistere a un'avanzata su vasta scala da parte delle forze ottomane e così il 23 febbraio accettò di avviare un nuovo ciclo di colloqui di pace.<ref name=":0" />
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Durante la pausa a Trebisonda, le forze ottomane continuarono la loro avanzata nel territorio transcaucasico, attraversando il confine del 1914 con l'[[Impero russo]] entro la fine di marzo. Il Seim aveva discusso la migliore linea d'azione; la maggioranza dei delegati era favorevole a una soluzione politica. Il 20 marzo i delegati ottomani hanno offerto che il Seim avrebbe potuto tornare ai negoziati solo se avesse dichiarato l'indipendenza, confermando così che il Transcaucaso non faceva più parte della Russia. L'idea di indipendenza era sorta prima, i georgiani l'avevano discussa a fondo negli anni precedenti; fu deciso contro poiché la leadership georgiana riteneva che i russi non l'avrebbero approvato e l'ideologia politica menscevica si allontanava dal nazionalismo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Adrian|cognome=Brisku|data=22 ottobre 2020|titolo=The Transcaucasian Democratic Federative Republic (TDFR) as a “Georgian” responsibility|rivista=Caucasus Survey|volume=8|numero=1|p=32|accesso=10 giugno 2022|doi=10.1080/23761199.2020.1712902|url=https://www.schoeningh.de/view/journals/casu/8/1/article-p31_4.xml}}</ref>
Entro il 5 aprile, Chkhenkeli accettò il
Stanchi dei negoziati infruttuosi e rendendosi conto che i territori contesi potevano essere occupati con la forza, i funzionari ottomani, avevano emesso un ultimatum ai difensori di Batum, ordinando l'evacuazione entro il 13 aprile. Mentre Chkhenkeli era ricettivo alla perdita di [[Batumi|Batum]], riconoscendo la sua importanza ma accettando che faceva parte dei termini a [[Brėst|Brest-Litovsk]], i membri georgiani del Seim erano irremovibili nel mantenere la città, Gegechkori notando che poteva essere difesa abbastanza facilmente. Irakli Tsereteli, un menscevico georgiano, tenne un appassionato discorso chiedendo la difesa della città e chiese al Seim di denunciare del tutto il [[trattato di Brest-Litovsk]]. I delegati armeni erano da tempo a sostegno della lotta contro l'Impero
=== Stabilimento ===
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Di fronte alla superiorità militare ottomana, il Consiglio nazionale georgiano decise che l'unica opzione era che la Transcaucasia si dichiarasse uno stato indipendente. L'idea fu discussa al Seim il 22 aprile, i georgiani guidarono il dibattito, notando che i rappresentanti ottomani avevano accettato di riprendere i colloqui di pace a condizione che il Transcaucaso li incontrasse come uno stato indipendente.<ref>{{Cita libro|nome=Richard G|cognome=Hovannisian|titolo=Armenia on the road to independence 1918|url=https://www.worldcat.org/title/armenia-on-the-road-to-independence-1918/oclc/175119194|accesso=2022-06-17|data=1969|editore=Univ. of California Press|lingua=Inglese|pp=159-160|OCLC=175119194}}</ref> La scelta di andare avanti non fu inizialmente scelta: i Dashnak, per lo più armeni, ritenevano che l'opzione migliore all'epoca fosse quella di fermare l'avanzata dell'esercito ottomano, sebbene fossero riluttanti a rinunciare a così tanto territorio, mentre i Musavat, che rappresentavano gli interessi dell'Azerbaigian, erano ancora riluttanti a combattere i compagni musulmani, ma hanno ammesso che l'indipendenza era l'unico modo per garantire che la regione non fosse divisa da stati stranieri. L'unica grande opposizione venne dal Partito Socialista Rivoluzionario, quando uno dei loro rappresentanti, Lev Tumanov, ha affermato che il popolo della Transcaucasia non aveva sostenuto un'azione del genere. Ha anche affermato che mentre i Musavat affermavano che la loro forza trainante era "la coscienza, non la paura", in realtà era "la paura e non la coscienza". Si concluse che si sarebbero pentiti tutti, di questo atto.<ref>{{Cita libro|nome=Richard G|cognome=Hovannisian|titolo=Armenia on the road to independence 1918|url=https://www.worldcat.org/title/armenia-on-the-road-to-independence-1918/oclc/175119194|accesso=2022-06-16|data=1969|editore=Univ. of California Press|lingua=Inglese|pp=160-161|OCLC=175119194}}</ref>
Al termine del dibattito, Davit Oniashvili, un menscevico di etnia georgiana, propose la mozione per il Seim "per proclamare la Transcaucasia una repubblica federativa democratica indipendente". Alcuni deputati lasciarono l'aula perché non volevano votare a favore della questione, quindi la mozione passò con pochi dissensi. La nuova repubblica, la Repubblica Democratica Federativa Transcaucasica (RFDT), inviò immediatamente un messaggio a Vehib Pasha annunciando questo sviluppo ed esprimendo la volontà di accettare le disposizioni del [[
=== Indipendenza ===
Al momento della sua istituzione, la RFDT non aveva un governo per guidare il nuovo paese. Il Commissariato era stato sciolto quando fu dichiarata l'indipendenza e Gegechkori si rifiutò di mantenere una posizione di leadership, sostenendo di aver perso il sostegno per farlo. Sebbene fosse stato concordato durante i dibattiti di Seim che Chkhenkeli avrebbe assunto il ruolo di primo ministro, si rifiutò di ricoprire una posizione di custode fino a quando non fosse stato formato un nuovo gabinetto. Il gabinetto non è stato finalizzato fino al 26 aprile, quindi per tre giorni la RFDT non aveva alcun esecutivo. Con pressanti esigenze da soddisfare, Chkhenkeli assunse il suo ruolo di primo ministro. Ordinò alle forze armene di cessare i combattimenti e chiese anche a Vehib di incontrarlo per i negoziati di pace a Batum, il luogo scelto deliberatamente in modo che potesse recarsi a Tiflis se necessario, cosa che non era possibile da [[Trebisonda]].<ref>{{Cita libro|nome=Richard G|cognome=Hovannisian|titolo=Armenia on the road to independence 1918|url=https://www.worldcat.org/title/armenia-on-the-road-to-independence-1918/oclc/175119194|accesso=2022-06-17|data=1969|editore=Univ. of California Press|lingua=Inglese|p=163|OCLC=175119194}}</ref>
Il [[Federazione Rivoluzionaria Armena|Dashnak]] inizialmente si rifiutarono di entrare nel governo. Avevano negoziato con i [[menscevichi]] ma hanno ceduto quando questi ultimi hanno avvertito che avrebbero sostenuto solo Chkhenkeli
Una nuova conferenza di pace fu fatta a [[Batumi|Batum]] l'11 maggio, alla presenza sia di Chkhenkeli che di Vehib. Prima della conferenza, Chkhenkeli ripeté la sua richiesta di avere gli altri poteri centrali presenti, che i delegati ottomani ignorarono. Entrambe le parti invitarono osservatori: la RFDT portò un piccolo contingente tedesco, guidato dal generale Otto von Lossow, mentre i delegati ottomani avevano rappresentanti della Repubblica montuosa del Caucaso settentrionale, uno stato non riconosciuto a cui appoggiavano. Chkhenkeli desiderava procedere sulla base dei termini di Brest-Litovsk, ma ciò fu rifiutato dalla delegazione ottomana, guidata da Halil Bey, il ministro della giustizia ottomano. Halil Bey ha sostenuto che poiché i due stati erano in conflitto, l'ottomano non avrebbe più riconosciuto Brest-Litovsk e invece ha presentato a Chkhenkeli una bozza di trattato debitamente preparata.<ref name="worldcat.org" />
Il trattato conteneva dodici articoli, che richiedevano la cessione all'Impero
Concedendo alla RFDT diversi giorni per considerare le loro opzioni, il 21 maggio le forze ottomane ripresero le loro avanzate militari in [[Armenia]]. Ingannando gli armeni nelle battaglie di Bash Abaran, Sardarapat e Kara Killisse, ma non riuscirono a sconfiggerli in modo decisivo. Di conseguenza, la loro avanzata rallentò e alla fine furono costretti a ritirarsi.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Mikayel|cognome=Zolyan|data=2020|anno=2020|titolo=Between empire and independence: Armenia and the Transcaucasian Democratic Federative Republic|p=p. 17|accesso=10 giugno 2022|doi=10.1080/23761199.2020.1712898|url=https://www.semanticscholar.org/paper/Between-empire-and-independence:-Armenia-and-the-Zolyan/ae32f3014134c0dd00d53681d202dd01f3745ba7}}</ref>
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=== Intervento tedesco ===
Entro il 22 maggio le forze ottomane, divise in due gruppi, erano a 40 chilometri da Erevan e 120 chilometri da [[Tbilisi|Tiflis]].<ref>{{Cita libro|nome=Richard G|cognome=Hovannisian|titolo=Armenia on the road to independence 1918|url=https://www.worldcat.org/title/armenia-on-the-road-to-independence-1918/oclc/175119194|accesso=2022-06-16|data=1969|editore=Univ. of California Press|lingua=Inglese|p=176|OCLC=175119194}}</ref> Con questa minaccia, la RFDT ha contattato [[Von Lossow]] e i tedeschi nella speranza di assicurarsi il loro aiuto e protezione. Von Lossow si era precedentemente offerto di mediare tra la RFDT e [[Impero ottomano
Gli armeni combattevano le forze ottomane e gli azeri che avevano anche i loro problemi con i bolscevichi che controllavano Baku, i georgiani conclusero che non avevano futuro nella RFDT.<ref name="Armenia on the road to independence 1918" /> Il 14 maggio si recò a Batum per richiedere l'assistenza tedesca per contribuire a garantire l'indipendenza della Georgia.<ref>{{Cita libro|nome=Richard G|cognome=Hovannisian|titolo=Armenia on the road to independence 1918|url=https://www.worldcat.org/title/armenia-on-the-road-to-independence-1918/oclc/175119194|accesso=2022-06-16|data=1969|editore=Univ. of California Press|lingua=Inglese|p=183|OCLC=175119194}}</ref> Era tornato a [[Tbilisi|Tiflis]] il 21 maggio ed ha espresso fiducia che la Georgia possa diventare indipendente. I rappresentanti armeni, azeri e georgiani del Seim si sono incontrati il 21 maggio per discutere il futuro della RFDT e hanno convenuto che probabilmente non sarebbe durato a lungo. Il giorno successivo i georgiani si incontrarono da soli e decisero che l'indipendenza era la loro unica scelta logica. Jordania e [[Zurab Avalishvili]] avevano redatto a dichiarazione di indipendenza il 22 maggio, prima che la Giordania partisse di nuovo per Batum per incontrare Von Lossow.<ref>{{Cita libro|nome=Richard G|cognome=Hovannisian|titolo=Armenia on the road to independence 1918|url=https://www.worldcat.org/title/armenia-on-the-road-to-independence-1918/oclc/175119194|accesso=2022-06-16|data=1969|editore=Univ. of California Press|lingua=Inglese|p=184|OCLC=175119194}}</ref> Il 24 maggio [[Von Lossow]] aveva risposto di essere autorizzato a lavorare solo con la RFDT nel suo insieme; poiché stava diventando evidente che non sarebbe durato a lungo, avrebbe dovuto lasciare Trebisonda e consultarsi con il suo governo su come procedere ulteriormente.
=== Rottura ===
Il 26 maggio, a Tsereteli, si sarebbero tenuti due discorsi al Seim. Nel primo, si spiegò che la RFDT, non poteva continuare a causa della mancanza di unità, tra le persone e che i conflitti etnici avevano portato a una divisione dell'azione riguardo all'invasione ottomana. Nel suo secondo discorso, sempre a Tsereteli, aveva accusato gli azeri di non aver sostenuto la difesa della RFDT e aveva dichiarato che la federazione, stava fallendo, ed era tempo che la [[Georgia]], si proclamasse indipendente. Alle 15:00, fu approvata l'indipendenza, "Poiché, le questioni sulla guerra e di pace, le differenze, tra i popoli, che avevano creato la Repubblica Transcaucasica, era comunque impossibile stabilire un ordine autorevole che parlasse a nome di tutto il caucaso. il Seim certificò il fatto dello scioglimento della Transcaucasia e ne stabilì i poteri.<ref>{{Cita libro|nome=Richard G|cognome=Hovannisian|titolo=Armenia on the road to independence 1918|url=https://www.worldcat.org/title/armenia-on-the-road-to-independence-1918/oclc/175119194|accesso=2022-06-17|data=1969|editore=Univ. of California Press|lingua=Inglese|p=188|OCLC=175119194}}</ref> La maggior parte dei delegati lasciò l'aula, lasciando solo i georgiani, a cui si unirono in breve tempo. La Giordania, aveva quindi letto la dichiarazione di indipendenza della georgia e ne ha, proclamato la Repubblica Democratica della [[Georgia]]. A ciò, seguì due giorni dopo una dichiarazione di indipendenza armena, seguita rapidamente dall'[[Azerbaigian]]; creando rispettivamente, la [[Prima Repubblica di Armenia|Repubblica di Armenia]] e la [[Repubblica Democratica di Azerbaigian|Repubblica Democratica dell'Azerbaigian]]. Tutti, e tre i nuovi stati indipendenti, firmarona, un trattato di pace con l'[[Impero ottomano
== Eredità ==
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