Lucio Sanseverino: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Nacque a [[Napoli]] o a [[Saponara di Grumento|Saponara]] nel [[1565]] o nel [[1564]] da Giovanni Giacomo Sanseverino quarto conte di Saponara e da Cornelia Pignatelli<ref>{{Cita web|url = http://www.ideanews.it/antologia/elia/sanseverinolucio.htm|titolo = L'Idea - Antologia di Pasquale Elia|accesso = 25 febbraio 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160410105747/http://www.ideanews.it/antologia/elia/sanseverinolucio.htm|dataarchivio = 10 aprile 2016|urlmorto = sì}}</ref><ref>Enciclopedia Storica Vaticana, Roma 1976, vol. X, p. 1815.</ref>. Alla morte del padre ([[1582]]), fu indirizzato alla carriera ecclesiastica ed appena ventenne venne nominato [[Arcidiocesi di Rossano-Cariati|vescovo di Rossano]]; fu quindi destinato all'[[Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno|arcidiocesi di Salerno]] che tenne dal [[1612]] fino alla sua morte.
Membro della schiera episcopale sotto il patronato regale, Sanseverino ricoprì rilevanti incarichi diocesani durante l'epoca spagnola, grazie all'influenza della sua nobile discendenza. Le sue origini aristocratiche agevolarono il suo ruolo come mediatore nella concessione feudale di Rossano nel 1610, quando la città passò al principe [http://Tiberio%20Carafa%20(bishop) Tiberio Carafa] di Scilla, scatenando uno scontro tra sostenitori di quest'ultimo e dissidenti.
Al fine di eludere il dominio di Carafa, la città affidò a Sanseverino l'incarico di intrattenere trattative con il cardinale [[Pietro Aldobrandini]], incoraggiando l'interesse di quest'ultimo ad investire in feudi nel Regno di Napoli. L'obiettivo era quello di persuadere Aldobrandini ad acquisire Rossano dalla Corona. Nel 1602, il nome di Sanseverino venne preso in considerazione per la successione alla cattedra vescovile di Taranto, ma alla fine la scelta ricadde su Ottavio Mirto Frangipane.
Nel 1612, ottenne la nomina ad arcivescovo della regia diocesi di Salerno, incarico che mantenne fino alla sua morte. Il primo sinodo diocesano sotto la sua guida si svolse nel 1614, e nonostante gli atti non fossero particolarmente originali, fu considerato uno dei più significativi dell'epoca. In veste di nunzio apostolico, Sanseverino svolse un ruolo di rilievo, seguendo istruzioni che sottolineavano la tranquillità delle province cattoliche delle Fiandre e affrontando gli interessi commerciali olandesi nel Mediterraneo.
[[Papa Gregorio XV]] lo elevò al rango di [[cardinale]] nel [[concistoro]] del 21 luglio [[1621]]<ref name="Moroni1853">{{Cita libro|autore=Gaetano Moroni|titolo=Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni (etc.)|url=https://books.google.com/books?id=mwxTAAAAcAAJ&pg=PA53|anno=1853|editore=Dalla Tipografia Emiliana|p=53}}</ref>.
Sanseverino morì il 25 dicembre [[1623]], all'età di 58 anni, il suo corpo risiede nella [https://www.diocesisalerno.it/la-cappella-del-tesoro/ cappella delle Reliquie] <ref>cappella delle Reliquie</ref>, della cattedrale di Salerno, sotto una lapide posta dal nipote Luigi Sanseverino.
== Genealogia episcopale e successione apostolica ==
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