Massimiliano I d'Asburgo: differenze tra le versioni

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Grazie a una politica di matrimoni ed eredità fu il fondatore dell'impero universale asburgico, malgrado le sconfitte militari subite in molte campagne, alle quali non esitò a partecipare personalmente.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/massimiliano-i-d-asburgo-imperatore/|titolo=Massimiliano I d'Asburgo imperatore|autore=|editore=Treccani|data=|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160316104247/http://www.treccani.it/enciclopedia/massimiliano-i-d-asburgo-imperatore/|dataarchivio=16 marzo 2016|urlmorto=no}}</ref> Personalità poliedrica e controversa, fu un mecenate e protettore delle arti, come pure un riformatore della politica e dell'amministrazione del regno.<ref>{{Cita libro|autore=Hermann Wiesflecker|curatore=Silvano Cavazza|titolo=Divus Maximilianus|anno=2002|editore=Edizioni della Laguna|città=|p=|pp=25-32|ISBN=}}</ref>
 
== Biografia ==

=== Giovinezza: il ''Wunderkind'' ===
Massimiliano d'Asburgo nacque nel castello imperiale di [[Castello di Wiener Neustadt|Wiener Neustadt]], figlio di [[Federico III d'Asburgo|Federico III]] e di sua moglie [[Eleonora d'Aviz]]. I due imperiali consorti, che nonostante vari contrasti si amavano molto,<ref>Federico III infatti, alla morte di Eleonora nel [[1467]], non si sposò più. (Wheatcroft, p. 74)</ref> contavano particolarmente sulle capacità del loro unico figlio maschio sopravvissuto che avevano deciso di chiamare Massimiliano in onore di un santo danubiano, [[Massimiliano di Celeia]]. Federico ed Eleonora avevano avuto un figlio prima di Massimiliano, Cristoforo, e ne ebbero uno dopo, Giovanni, entrambi morti in tenera età.
 
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{{Citazione|rapido nel decidere, mentre Federico era un temporeggiatore. [...] era incostante e abbandonava un progetto non solo quando vedeva che era inattuabile, ma non appena aveva una nuova idea allettante [...] Fino a tarda età rimase aperto alle idee nuove, ai progetti avventurosi e verso tutto ciò che la vita e le arti del suo secolo potevano offrire di entusiasmante e godibile. [...] La genialità e un coraggio fuori dall'ordinario lo precipitavano nelle avventure più arrischiate. Perciò popolo e letteratura lo chiamarono ''l'ultimo cavaliere''. Era ricco di contraddizioni, ma proprio in ciò risiedeva il suo fascino.<ref>O. von Habsburg, op. cit., p.24</ref>}}
 
== Il matrimonio e la reggenza in Borgogna ==
=== Matrimonio con Maria di Borgogna ===
[[File:Bernhard Strigel 003.jpg|thumb|upright=0.9|''Massimiliano I e la sua famiglia'', ritratto immaginario di [[Bernard Strigel]]; da sinistra Massimiliano, i nipoti [[Ferdinando I d'Asburgo|Ferdinando]] e [[Carlo V d'Asburgo|Carlo]], il figlio [[Filippo I d'Asburgo|Filippo]], la moglie [[Maria di Borgogna|Maria]], e, al posto della nipote Maria, il giovane [[Luigi II d'Ungheria e Boemia|Luigi]]<nowiki/> re di Ungheria e Boemia, futuro marito della stessa.]]
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Ma a distanza di due anni dalla nascita di Margherita, una tragedia si abbatté su Massimiliano: sua moglie Maria, durante una battuta di caccia, cadde da cavallo riportando gravi emorragie interne. Trasportata subito a Bruges, morì il 27 marzo [[1482]], rimpianta da tutta la corte e in particolare da Massimiliano, che si trovava ora a essere reggente per i figli, senza possedimenti propri.
 
=== La difficile reggenza delin Re dei RomaniBorgogna ===
Morta Maria, le varie città sotto il controllo di Massimiliano colsero l'occasione per ribellarsi all'autorità del duca d'Austria; gli stati dei [[Paesi Bassi]] in particolare strinsero patti con la Francia che culminarono con il [[Trattato di Arras (1482)|trattato di Arras]] del dicembre 1482, il quale sanciva una pace militare ed economica tra le due parti. Più che per motivi economici, questa ribellione andrebbe rintracciata nel desiderio profondo della locale borghesia di non essere sottoposta a poteri che andassero oltre l'ambito comunale.<ref>O. von Habsburg, op. cit, p. 46</ref> Inoltre Massimiliano fu costretto a inviare a [[Blois]], dove risiedeva la Corte francese, la figlia Margherita come pegno di pace. La giovane principessa fu trattata con tutti gli onori e fu promessa in sposa al nuovo re di Francia, il giovane [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]].<ref>Margherita fu trattenuta in Francia e considerata come la futura regina fino al momento in cui Carlo decise di prendere in moglie [[Anna di Bretagna]] (1491). Margherita, ferita e delusa, tornò presso il padre e sposò [[Giovanni di Trastámara]] e poi [[Filiberto II di Savoia]]. (Gerosa, pp. 26-27)</ref>
 
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Seguirono anni di violenti scontri tra i nobili borgognoni, desiderosi di essere indipendenti, e Massimiliano, che si conclusero con una vittoria del reggente: Alberto di Sassonia, uno dei più fedeli feudatari di Massimiliano, conquistò e ridusse all'impotenza Bruges e Gand, i due fulcri della rivolta, mentre il più accanito avversario dell'autorità asburgica, [[Ducato di Kleve|Filippo di Kleve]], fu irrimediabilmente sconfitto nel [[1492]].<ref>Gerosa, p.27</ref> Finalmente Massimiliano poté dare il via ai negoziati per la pace, che si conclusero con il [[trattato di Senlis]] del 23 maggio [[1493]], che gli assicurava il controllo dell'[[Artois]] e della [[Franca Contea]]. In questo fu anche facilitato dal fatto che, con gli anni, il figlio Filippo era cresciuto e stava diventando sempre più indipendente dal padre, condizione che naturalmente rendeva meno inquieti i borgognoni, alcuni dei quali (specialmente olandesi), cercarono di metterlo contro il padre, che a sua volta cercava di mantenere con lui rapporti da pari a pari.<ref>O. von Habsburg, op. cit, p. 47</ref>
 
=== L'elezione e le prime campagne ===
[[File:Peter Paul Rubens 120b.jpg|thumb|upright=0.9|''Ritratto di Massimiliano I in armatura'', dipinto immaginario di [[Rubens]].]]
 
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Nello stesso 1493 Massimiliano sposò [[Bianca Maria Sforza]], nipote di [[Ludovico il Moro|Ludovico Sforza]] detto il Moro, attratto dalla ricchissima dote di {{formatnum:300000}} ducati d'oro, concedendo - in cambio di ulteriori {{formatnum:100000}} ducati - l'investitura del [[ducato di Milano]] al Moro.<ref name="Cartwright, pp. 166-176">{{Cita|Cartwright|pp. 166-176}}.</ref> Bianca rimase presto incinta ma, dopo un [[aborto spontaneo]], non ebbe più figli. Massimiliano da parte sua considerava la nuova moglie bella quanto la prima, Maria di Borgogna, ma di poco intelletto; non l'amò mai e cominciò a ignorarla sempre più spesso.<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/bianca-maria-sforza-regina-dei-romani-e-imperatrice_(Dizionario-Biografico)&lang=en/|titolo=BIANCA MARIA Sforza, regina dei Romani e imperatrice}}</ref><ref name=":0">{{Cita libro|autore=Silvia Alberti de Mazzeri|titolo=Beatrice d'Este duchessa di Milano|anno=1986|editore=Rusconi|pp=177-178|cid=Alberti de Mazzeri}}</ref>
 
==== Le tensioni con la Dieta e la breve esperienza italiana ====
{{vedi anche|GuerraDiscesa d'Italiadi delCarlo 1494-1498VIII in Italia|Riforma imperiale}}
[[File:L'incontro tra l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo e la duchessa di Milano Beatrice d'Este a Malles Venosta 01.jpg|sinistra|miniatura|L'incontro tra Massimiliano e la duchessa [[Beatrice d'Este]]. Dipinto generato dall'[[Intelligenza artificiale generativa|intelligenza artificiale]] di [[Microsoft Bing]].]]
Una volta eletto, Massimiliano decise di aderire alla [[Guerra d'Italia del 1494-1498|Lega di Venezia]], che vedeva la [[Spagna]], lo [[Stato Pontificio]] e i maggiori stati italiani reagire alla calata dei francesi di Carlo VIII in [[Italia]]. <br>Per organizzare un esercito e scendere in Italia, Massimiliano aveva bisogno di denaro e decise così di convocare una Dieta composta dai Grandi Elettori, i rappresentanti delle città imperiali e i Principi imperiali che avrebbero dovuto votare per fornirgli i sussidi necessari alla guerra. Con la convocazione della [[Dieta di Worms (1495)|Dieta di Worms]] Massimiliano intendeva sia ottenere il denaro necessario a finanziare la sua impresa ma anche disporre un rinnovamento dell'apparato statale, che ottenne con la celebre [[Riforma imperiale]].
 
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Scese in Italia una seconda volta nel 1498, anche stavolta senza risultati rilevanti.<ref name="Gerosa, p.31">Gerosa, p. 31</ref> Tornato in territorio imperiale, Massimiliano continuò i lavori della Dieta di Worms, che aveva approvato, oltre all'introduzione di una tassa (il ''[[gemeiner Pfennig]]'') per fornire a Massimiliano i mezzi finanziari necessari per le guerre in Italia e contro l'[[Impero ottomano]], il cosiddetto ''[[Landfrieden|Landfrieden perpetuo]]'', con lo scopo di mettere fine alle [[faida|guerre private]], sulla cui vigilanza era chiamato a vegliare un tribunale apposito, il [[Tribunale della Camera imperiale|Reichskammergericht]] (Tribunale della Camera imperiale).
 
==== La guerra svizzera ====
{{vedi anche|Guerra sveva}}
[[File:Schlacht bei Dorneck.jpg|upright=1.1|thumb|left|Immagine della sconfitta decisiva per le truppe imperiali presso Dornach.]]
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Ben presto i contingenti svizzeri sconfissero le truppe sveve dell'imperatore e penetrarono nei territori del [[Liechtenstein]] sino al [[lago di Costanza]]. Quelle svizzere erano spesso solo incursioni, dato che i soldati tendevano a ritirarsi poco dopo nei loro confini: tuttavia incontrarono soldati imperiali numerose volte e li sconfissero nella maggior parte dei casi in modo totale.<ref name="Gerosa, p.31"/> Agli inizi d'aprile Massimiliano, convocata una dieta a [[Magonza]], dichiarò guerra alla confederazione. Ambedue le parti presero a saccheggiare il territorio del nemico lungo il [[Reno]]. Le truppe asburgiche penetrarono nel [[Canton Turgovia|Thurgau]], ma appena vennero a contatto con gli svizzeri subirono una pesante sconfitta: le continue vittorie svizzere portarono Massimiliano a cambiare lo scenario di guerra spostando il grosso del suo esercito nella [[Val Monastero]], dove pensava di poter cogliere un'importante vittoria sugli svizzeri impreparati. Tuttavia, nella [[battaglia della Calva]], gli imperiali subirono un'ulteriore sconfitta da parte dell'esercito svizzero che uccise all'incirca cinquemila uomini. Questa e altre battaglie successive, tutte negative per l'Impero, portarono Massimiliano a stipulare la [[pace di Basilea (1499)|pace]] con gli svizzeri, che venne siglata il 22 settembre presso [[Basilea]]. In seguito la [[Svizzera]] divenne de facto indipendente.
 
=== La politica dei matrimoni ===
[[File:Albrecht Dürer 099.jpg|upright=1.4|thumb|La ''[[Festa del Rosario]]'', dipinto di [[Albrecht Dürer]]. Ai piedi del trono, sulla destra, l'artista ha raffigurato l'imperatore Massimiliano mentre viene incoronato dalla Vergine, mentre sulla sinistra figura [[papa Alessandro VI]].]]
 
==== I figli: Filippo e Margherita ====
Sfortunato sul piano bellico, Massimiliano seppe fare la fortuna della sua [[Casa d'Asburgo|Casa]] tramite una brillante politica matrimoniale, che ebbe come risultato l'ingrandire enormemente i territori controllati dall'Impero.
 
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Margherita sposò in seconde nozze [[Filiberto II di Savoia|Filiberto Duca di Savoia]], ma anche questo matrimonio fu breve e sfortunato, e la principessa si ritrovò vedova per la seconda volta nel 1504, a ventiquattro anni appena: da allora divenne reggente, per il nipote, dei territori borgognoni e, secondo i desideri paterni, mantenne il più possibile una politica di amicizia con il vicino regno di Inghilterra. I buoni rapporti tra il ducato ed il regno inglese erano motivati soprattutto da questioni economiche, ma anche spirituali, poiché la nobile cavalleria borgognona era contraria a guerre fra cristiani, per risparmiare le energie per la futura crociata. Margherita però scontentò molto il padre, tessendo una stabile politica di amicizia e cordialità con il regno di Francia e i Valois, da cui [[Carlo I di Borgogna|Carlo il Temerario]] discendeva: l'imperatore dissentiva totalmente, definendo in una lettera del 1513 al nipote Carlo i francesi come ''anciens et encoures naturels ennemis de nostre maison de Bourgogne'' ("i vecchi e ancora attuali nemici naturali della nostra Casa di Borgogna").<ref>o. von Habsburg, op. cit., p. 53</ref>
 
==== I nipoti: Carlo e Ferdinando ====
Nel [[1501]], quando suo nipote Carlo aveva solo un anno, Massimiliano si impegnò per assicurargli un grande matrimonio. Dopo aver consolidato il dominio degli Asburgo in Spagna, era ora necessario spostare le attenzioni verso la tradizionale nazione avversaria degli Asburgo: la Francia. Così, nell'[[estate]] del 1501, presso [[Lione]], i rappresentanti del re francese [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]] guidati dal [[cardinale]] [[Georges I d'Amboise|d'Amboise]], e quelli dell'imperatore con a capo [[Guglielmo di Croÿ]], decisero che Carlo, duca di Borgogna, avrebbe sposato la figlia del re di Francia, [[Claudia di Francia|Claudia]], che gli avrebbe portato come dote il [[ducato di Bretagna]], quello di [[ducato di Milano|Milano]] e il [[regno di Napoli]]. Quando ci fu un nuovo incontro nel [[1505]] presso [[Hagenau]], Luigi XII rifiutò di concedere la mano della figlia al nipote dell'imperatore, dando in sposa Claudia al suo erede, il [[conti e duchi d'Angoulême|duca d'Angoulême]] Francesco, il futuro re [[Francesco I di Francia|Francesco I]]. Rotti così definitivamente i contatti diplomatici con i francesi, Massimiliano inoltrò trattative di matrimonio con il [[Sovrani d'Inghilterra|re d'Inghilterra]] [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]], che si conclusero con la promessa di matrimonio tra Carlo e la sorella del re, [[Maria Tudor|Maria]]. Tuttavia, nel [[1514]], Carlo e Massimiliano subirono un'ulteriore voltafaccia: Enrico VIII decise di rompere la promessa matrimoniale e di concedere sua sorella in sposa all'ormai anziano e vedovo re francese Luigi XII.
 
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La politica matrimoniale di Massimiliano, forse il suo capolavoro diplomatico, fu immortalata dalla celebre frase latina: ''[[Bella gerant alii, tu felix Austria nube]]'', che tradotta: "Gli altri facciano la guerra, tu, Austria fortunata, sposati."
 
=== La nuova campagna d'Italia: la Lega di Cambrai ===
{{vedi anche|Guerra della Lega di Cambrai}}
[[File:Imperatore Massimiliano I.png|thumb|upright=0.9|left|Ritratto ufficiale di Massimiliano I, primo ''Imperator Romanus Electus'' con gli attributi del potere imperiale.]]
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Francia e Impero accettarono la richiesta del pontefice e il 22 settembre [[1504]] stipularono a [[Blois]] un [[trattato di Blois|triplice trattato]] per prevedere la spartizione futura dei domini Veneziani, per riconoscere l'investitura di Luigi XII a duca di Milano e per concordare i dettagli per il matrimonio di Carlo d'Asburgo e della figlia del re francese. Il rinnovo del trattato nel [[1505]] spinse Venezia a restituire al papa alcune città romagnole, tenendo solo [[Rimini]] e [[Faenza]]. Ma Giulio II, nel [[1507]], chiese che fossero restituite tutte le città romagnole: questa volta ricevette un netto rifiuto.
 
==== L'intervento di Massimiliano e la sua incoronazione ====
 
Da anni Massimiliano attendeva di essere incoronato a [[Roma]] dal pontefice.<ref>Wheatcroft, p. 84</ref> Chiese quindi libero transito nella pianura padana, che gli venne però vietato da Venezia. Usandolo come pretesto, ordinò l'occupazione del Cadore a gennaio del 1508. L'operazione venne svolta con facilità, tuttavia il successo fu breve e la guarnigione lasciata in Cadore venne sconfitta in marzo nella battaglia omonima. Nel frattempo Massimiliano si recò a Trento, [[Arcidiocesi di Trento|vescovado]] che voleva assicurare rimanesse fuori dall'area di influenza veneziana. Vi giunse il 3 febbraio 1508, alla testa di una sorta di processione, in abito da pellegrino. Il mattino del giorno seguente si recò nel Duomo, dove prese lo scettro e il globo e si fece proclamare dal suo cancelliere, il vescovo [[Matthäus Lang von Wellenburg|Matthäus Lang]], ''imperator romanus electus.'' La formula venne presto approvata da Giulio II, ma si trattò della prima incoronazione imperiale non effettuata da un papa.<div align="center">[[File:Palazzo geremia massimiliano I.jpg|sinistra|miniatura|Trento [[Palazzo Geremia]] Visita dell'Imperatore Massimiliano I]]<gallery caption="Medaglia offerto di Maximiliano dopo la sua incoronazione.">
File:Presentation Coin (Doppelguldiner) Showing Maximilian I (1459–1519) MET 67169.jpg|L'imperatore a cavallo.<ref name="met">{{Cita web |url=http://www.metmuseum.org/toah/works-of-art/26.261.14/ |titolo=Metropolitan Museum of Art |accesso=27 maggio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170520003554/http://www.metmuseum.org/toah/works-of-art/26.261.14/ |dataarchivio=20 maggio 2017 |urlmorto=no }}</ref>
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Massimiliano dovette chiedere una tregua (che venne firmata nel [[Santuario della Madonna delle Grazie (Arco, Italia)|convento francescano dei frati minori]] ad Arco di Trento l'11 giugno 1508) e si ritirò a Trento.
 
==== La Lega di Cambrai: nascita e disfacimento ====
{{vedi anche|Guerra della Lega di Cambrai|Lega Santa (1511)}}Nel dicembre 1508, con il pretesto di siglare una pace tra l'imperatore e il duca di Gheldria, vi fu un incontro allargato a [[Cambrai]]. Accantonata momentaneamente la questione borgognona, Massimiliano e Luigi XII aderirono alle proposte di Giulio II di dividersi i territori della Repubblica di Venezia, che aveva fornito al Papa un pretesto per la guerra proponendo un proprio candidato per la [[diocesi di Vicenza]] vacante. Giulio II fu convinto ad entrare nel conflitto, che prevedeva il completo annientamento dello stato veneziano, anche la [[Spagna]]. I rappresentanti dei vari sovrani che sarebbero intervenuti militarmente decisero che l'[[Italia]] sarebbe così stata spartita: al re di Francia sarebbero andate [[Cremona]], [[Bergamo]], [[Brescia]]; a Massimiliano il [[Veneto|territorio veneto]] della Serenissima con [[Friuli]] e [[Istria]]; la Spagna avrebbe ottenuto le città portuali della [[Puglia]]; il [[ducato di Ferrara]] e i [[Gonzaga]] di [[Mantova]] avrebbero acquisito zone limitrofe ai loro confini mentre il [[duca di Savoia]] avrebbe ottenuto il controllo dell'isola di [[Cipro]]. La Repubblica ne fu ben presto informata tramite il suo ambasciatore alla corte francese.
 
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</ref> Le fasi della battaglia furono immortalate in un celebre dipinto del [[Tintoretto]], [[Assedio di Asola]], datato 1544-1545.
 
=== Morte e eredità ===
Prossimo alla morte, Massimiliano meditò di assicurare il futuro della dinastia cercando di convincere durante la Dieta di Augusta i Principi Elettori a nominare il nipote Carlo Re dei Romani, ma i principi non furono di quest'avviso, e Massimiliano difettava del miglior argomento per fargli cambiare idea, cioè il denaro. Oltre che generoso di natura, dissipava nei suoi grandi progetti politici e negli eserciti necessari molto denaro. Negli ultimi anni del suo regno era quasi in miseria e le cambiali da lui firmate non valevano nulla.<ref>O. von Habsburg, op. cit., p. 111</ref>