In articulo mortis: differenze tra le versioni
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La locuzione è presa dal frasario ecclesiastico e s'adopera per indicare le azioni compiute da una persona quando è in pericolo di vita, ossia sul letto di morte, quindi col loro portato di eccezionalità, irrefutabilità e non rimandabilità. In ambito giuridico,<ref>{{Cita web|url=https://www.brocardi.it/codice-civile/libro-primo/titolo-vi/capo-iii/sezione-ii/art101.html/|titolo=Titolo Art.101 Codice civile Matrimonio in imminente pericolo di vita|accesso=17 settembre 2023}}</ref> l'espressione indica le parole non più confutabili dette da una persona poco prima di morire.
==Indulgenza plenaria==
L'[[indulgenza]] plenaria ''in articolo mortis'' ha origine antichissime. L'indulgenza era concessa con l'[[Estrema unzione]] o la [[benedizione]] di un presbitero, vescovo o Sommo Pontefice, purché il fedele fosse in stato di [[grazia (teologia)|grazia]] che avesse adempiuto alle opere prescritte, come ad esempio recitare frequentemente una determinata preghiera ovvero aver nominato il nome di Gesù e di Maria in punto di morte con cuore [[contrizione|contrito]].<ref>{{cita web|url=https://liturgialatina.org/raccolta/death.htm|titolo=Indulgenza plenaria in articolo mortis''}}</ref>
==Note==
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