Morano Calabro: differenze tra le versioni
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L'edificio fu protagonista di una storia travagliata dovuta a numerosi atti di rimaneggiamento d'epoca barocca ([[1717]]) e all'abbandono nel [[1811]] a seguito dello scioglimento degli ordini monastici durante il [[Età napoleonica|periodo napoleonico]]. Destinato nel [[1843]] a [[seminario]] estivo, ospitò in seguito i locali delle scuole pubbliche, i cui interventi architettonici come la muratura del portico, lo compromisero gravemente. Alcuni locali furono adibiti a deposito di legname e nel [[1898]] un incendio distrusse buona parte dell'ala est, rimasta diruta fino ai primi [[anni 2000]]. Un grande intervento di restauro attuato negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] a cura del professor Gisberto Martelli ripristinò la chiesa ed il portico allo stato originario, mentre il monastero fu recuperato nei decenni successivi, ed è oggi divenuto un complesso polifunzionale.<ref>Mainieri, Francesco, op. cit.; pagg. 16-19</ref> Nell'antica sala del [[refettorio]] si tengono le sedute del Consiglio Comunale.
Il [[soffitto]] della navata centrale della chiesa è in legno lavorato a quadri carenato alla veneziana. Sotto l'arco principale è posizionato un [[crocefisso]] del [[XV secolo]] ad opera di Ignoto meridionale dai connotati fortemente drammatico-realistici; ai
==== Chiesa di San Nicola di Bari ====
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