Doclea: differenze tra le versioni
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Sotto il regno dello župan di Rascia [[Vlastimir]] (Властимир, [[825]]-[[850]]), i Serbi si ribellarono al potere bizantino e a quello dei religiosi cristiani: i pochi mercenari di [[Costantinopoli]] furono scacciati insieme al clero greco. Sotto il regno di [[Mutimir]] (Мутимир, [[860]] - [[891]]), invece, dopo la vittoria contro i [[Primo impero bulgaro|Bulgari]] che avevano aggredito i principati serbi, per acquistare alleati tra gli stati cristiani, si decise la conversione al Cristianesimo anche degli ultimi pagani presenti nelle terre della Doclea.
Il principe [[Časlav Klonimirović]] (Часлав Клонимировић, [[927]]-[[950]]) unificò i principati di [[Zaclumia]], [[Pagania]], [[Travunia]], Doclea e [[Rascia]], Croazia e [[Bosnia]] in un unico Stato che, però si dissolse appena dopo la sua morte. Tra i principati serbi, allora, la Doclea iniziò ad assumere una posizione sempre più di prestigio: suoi emissari governavano anche le enclavi bizantine di [[Cattaro]], [[Antivari]] e [[Dulcigno]] che furono obbligate a versare tributi al sovrano di Doclea.
Quando l'imperatore [[Giovanni I Zimisce]] ([[969]]-[[976]]) invase e conquistò la Rascia, il suo župan si rifugiò in Doclea presso l'arconte [[Predimir]] (il primo sovrano di Doclea di cui si conosce il nome) che il popolo chiamava re, gli diede in sposa la figlia Prechvala e si dichiarò suo vassallo. Predimir organizzò una ribellione popolare in Rascia e, quando i Greci furono cacciati, la Rascia divenne uno Stato vassallo della Doclea. Dopo la morte di Predimir, salì al trono il figlio Silvestro, cui successe il figlio Hlavimir che divise il regno tra i suoi tre figli. Alla morte di Hlavimir, il figlio Petrislav riunificò parte dei possedimenti paterni e si insediò in Doclea. Quando anche Petrislav morì, il trono passò a suo figlio [[Jovan Vladimir]] (Јован Владимир).
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