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[[File:Cartello all'ingresso del villaggio.jpg|thumb|Cartello all'ingresso del villaggio]]
'''Nomadelfia''' è una frazione del comune di [[Grosseto]] e una comunità di [[cattolici]] praticanti, che cercano di vivere adottando uno stile di vita ispirato a quanto riportato negli [[Atti degli Apostoli]], e per certi versi simile all'esperienza dei [[kibbutz]] o dei [[falansteri]]. Secondo il [[diritto canonico]] della [[Chiesa cattolica]], è una [[parrocchia]] formata da famiglie e [[laici]] non sposati, fondata da [[Zeno Saltini|don Zeno Saltini]],<ref name=”La Stampa”>{{Cita web|url=https://www.lastampa.it/cronaca/2018/05/10/news/vita-da-cristiani-a-nomadelfia-niente-denaro-e-figli-in-affido-1.34015833/|titolo=Vita da cristiani a Nomadelfia: niente denaro e figli in affido|autore=Domenico Agasso jr|sito=[[La Stampa]]|data=10 maggio 2018|accesso=28 novembre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220819151326/https://www.lastampa.it/cronaca/2018/05/10/news/vita-da-cristiani-a-nomadelfia-niente-denaro-e-figli-in-affido-1.34015833/|dataarchivio=19 agosto 2022|urlmorto=no}}</ref> mentre per la [[Repubblica Italiana]] è una [[associazione (diritto)|associazione]] privata di cittadini. Oggi la comunità sorge all'interno del comune di [[Grosseto]].
 
''Nomadelfi'' non sono tutti i membri della comunità ma solo coloro che, compiuti i 21 anni, decidono liberamente di aderire al modello di vita, definito "proposta", che punta a un ritorno alla "Chiesa delle origini".<ref name=”La Stampa” /> A Nomadelfia non si utilizza [[denaro]]<ref name=”La Stampa” /> e i nomadelfi che ottengono guadagni fuori dalla comunità li versano a questa che provvede poi a dare a ognuno i beni di cui necessita. Il [[disabile]] o l'anziano non vengono assistiti solo dalla famiglia, ma dalla comunità stessa. L'educazione obbligatoria ai bambini e ai ragazzi viene data da membri della comunità durante l'anno, mentre gli esami di stato sono sostenuti da questi come privatisti.
 
==Storia==
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L'esperienza di Nomadelfia riparte quindi nel comune di [[Grosseto]] tra le frazioni di [[Roselle (Grosseto)|Roselle]] e [[Batignano]], dove dopo dieci anni di durissimo lavoro i Nomadelfi trasformano una zona arida e pietrosa in una piccola tendopoli. Tende che in seguito saranno sostituite da prefabbricati.
 
Nel [[1962]] [[papa Giovanni XXIII]] istituisce la nuova [[parrocchia]] di Nomadelfia, nominandone parroco don Zeno.<ref name=”La Stampa” />
 
Nel [[1965]] nascono le serate di Nomadelfia, spettacoli itineranti gratuiti in [[Italia]] e all'estero per far conoscere la realtà di questo paese. Tra i primi vescovi a richiedere una serata, segno di una rinnovata attenzione della gerarchia ecclesiastica all'esperienza di Nomadelfia, vi fu il vescovo di Sansepolcro, [[Abele Conigli]]. Nel [[1980]] lo spettacolo viene proposto a [[papa Giovanni Paolo II]] a [[Castel Gandolfo]]. Don Zeno morirà l'anno successivo. Il 21 maggio [[1989]] è il papa stesso a visitare la comunità in occasione di un viaggio pastorale a Grosseto.