Discesa di Carlo VIII in Italia: differenze tra le versioni

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Il Monarca francese si ritirò in Francia passando attraverso la Lombardia: negli anni seguenti meditò una nuova campagna in Italia, ma la prematura morte per aver battuto la testa contro una porta gli impedì di attuarla. Il duca d'Orleans, dal canto suo, non smise un istante di minacciare una seconda spedizione contro il ducato di Milano, che fu in allarme fin dal 1496. La cosa ebbe seguito però solamente nel 1499, con la [[Guerra d'Italia del 1499-1504|seconda discesa dei francesi in Italia]], quando egli divenne re col nome di [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]], e Ludovico Sforza si ritrovò senza più alleati.
 
== Responsabilità del conflitto ==
== Responsabilità del conflitto Nel corso dei secoli gli storici non furono concordi nell'attribuzione della colpa di un conflitto che avrebbe poi dato avvio a una serie di guerre lunga oltre mezzo secolo, in seguito alle quali la penisola italiana perdette la propria indipendenza, "quel lugubre ed atroce quarantennio della nostra storia che [...] vide la libertà, la ricchezza, l'onore stesso d'Italia precipitare tra bagliori di incendi e rossore di sangue in una ruina così terribile che ne durano ancora [...] le tracce e i danni".<ref name=":18">Studi sulla crisi italiana alla fine del secolo XV, Paolo Negri, in [https://archive.org/details/archiviostoricolombars5v50/page/24/mode/2up?q Archivio storico lombardo], Società storica lombarda, 1923, pp. 2, 8-9.</ref> Storici dell'importanza di [[Bernardino Corio]] attribuiscono comunemente a [[Beatrice d'Este]] e [[Isabella d'Aragona (1470-1524)|Isabella d'Aragona]] la causa dell'estinzione degli [[Sforza]] come degli [[Corona d'Aragona|Aragona]] di Napoli:<ref name="Corio, p. 1029" /><ref>{{Cita libro|autore=Luciano Chiappini|titolo=Gli Estensi|editore=Dall'Oglio|pp=172-173}}</ref> ==
<big>Nel corso dei secoli gli storici non furono concordi nell'attribuzione della colpa di un conflitto che avrebbe poi dato avvio a una serie di guerre lunga oltre mezzo secolo, in seguito alle quali la penisola italiana perdette la propria indipendenza, "quel lugubre ed atroce quarantennio della nostra storia che [...] vide la libertà, la ricchezza, l'onore stesso d'Italia precipitare tra bagliori di incendi e rossore di sangue in una ruina così terribile che ne durano ancora [...] le tracce e i danni".<ref name=":18">Studi sulla crisi italiana alla fine del secolo XV, Paolo Negri, in [https://archive.org/details/archiviostoricolombars5v50/page/24/mode/2up?q Archivio storico lombardo], Società storica lombarda, 1923, pp. 2, 8-9.</ref> Storici dell'importanza di [[Bernardino Corio]] attribuiscono comunemente a [[Beatrice d'Este]] e [[Isabella d'Aragona (1470-1524)|Isabella d'Aragona]] la causa dell'estinzione degli [[Sforza]] come degli [[Corona d'Aragona|Aragona]] di Napoli:<ref name="Corio, p. 1029" /><ref>{{Cita libro|autore=Luciano Chiappini|titolo=Gli Estensi|editore=Dall'Oglio|pp=172-173}}</ref></big>{{Citazione|Quivi fra Isabella moglie del Duca, et Beatrice, per voler ciascuna di loro prevalere all'altra, tanto del luogo, et ornamento, quanto in altra cosa, nacque sì gran concorrenza e sdegno, che finalmente sono state cagioni della total ruina del loro Imperio|Bernardino Corio, Historia di Milano}}
{{Citazione|Stete alquanto quieta Italia, doppoi el stabilimento de Ferdinando primo Re de Sicilia [...], havendo Francesco Sforza inclito ducha de Milano data per mogliere Hippolyta sua figliola ad Alphonso ducha de Calabria [...] la quale fu de tanta virtù che non solamente da li Nobili Neapolitani, ma da tutto el Regno era reputata piissima madre. Questa donna prudente [...] operò fosse data per mogliere Isabella sua figliola ad Joann Galeaz duca, suo nepote, parendogli dovesse essere causa de perpetua pace et pubblica salute, et benché el pensiero suo paresse pieno de ogni prudentia et circumspectione, nondimeno, come volse el fato, successe de directo contrario, perhoché non più presto condutta a Milano venne in controversia cum Beatrice Duchessa de Barri, essendo Ludovico Sforza suo marito, tutore et Governatore de quello Stato che Joann Galeaz era molto giovene et pocho apto a dominare, et tanto crebbe l'odio et ambitione fra loro, che Alfonso per vendicare le ingiurie de la figliola cercava deponere Ludovico dal Governo, et che Isabella fosse vera Duchessa de Milano; unde Ludovico, accorgendose dil tracto, dubitando molto de Alphonso, determinò de prevenire et cazarlo prima del Regno, che essere privo del suo loco, et tanto seppe fare che Karlo VIII, Re de Franza, in persona fece venire in Italia [...]|Jacopo d'Atri, Croniche del marchese di Mantova.<ref>Deputazione di storia patria per la Lombardia, ''Archivio storico lombardo'', Società storica lombarda, 1874, pp.&nbsp;40-41).</ref>}}
[[File:Isabella d'Aragona di Napoli, lunetta.jpg|sinistra|miniatura|Lunetta di [[Isabella d'Aragona (1470-1524)|Isabella d'Aragona]] nella casa degli Atellani, Milano.]]
Altri invece, quali [[Carlo Rosini]] e [[Paolo Giovio]], ne scaricano la colpa interamente su Beatrice, assolvendo in ciò Isabella:<ref name=":11">{{Cita libro|titolo=Dell'istoria di Milano del cavaliere Carlo de' Rosmini roveretano. Tomo 1, 1820|url=https://www.google.it/books/edition/Dell_istoria_di_Milano_del_cavaliere_Car/cZn2lXYM4DgC?hl=it&gbpv=0|pp=148-149 e 155-156}}</ref>
 
Altri invece, quali [[Carlo Rosini]] e [[Paolo Giovio]], ne scaricano la colpa interamente su Beatrice, assolvendo in ciò Isabella:<ref name=":11">{{Cita libro|titolo=Dell'istoria di Milano del cavaliere Carlo de' Rosmini roveretano. Tomo 1, 1820|url=https://www.google.it/books/edition/Dell_istoria_di_Milano_del_cavaliere_Car/cZn2lXYM4DgC?hl=it&gbpv=0|pp=148-149 e 155-156}}</ref>
{{Citazione|Beatrice, giovinetta altiera e ambiziosa, veggendo il marito governar dispoticamente lo Stato, accordar le grazie, dispensar gli onori e gli ufizj, e non lasciare al Nipote che il solo e nudo titolo di Duca, si avvisò essa pur d'imitarlo, e, già in possesso del cuore di lui, volle aver parte eziando nella pubblica amministrazione degli affari. [...] Soffrì alcun tempo Isabella tanta insolenza, ma pur finalmente dallo sdegno mossa e dalle suggestioni sospinta de' suoi famigliari, si diede ad altamente lagnarsi dell'ingiustizia [...]|Dell'istoria di Milano del cavaliere Carlo de' Rosmini roveretano. Tomo 1}}