Povertà: differenze tra le versioni
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{{vedi anche|Quarta pauperum}}
La figura del ''patronus'' si estende dalla campagna alle città dove viene impersonata dal [[vescovo]] che proteggeva i contadini poveri che in occasione di carestie affluivano nelle città a mendicare il pane.
A [[Milano]], per esempio, è [[Sant'Ambrogio|Ambrogio]] che difende i poveri della città che gli aristocratici vorrebbero espellere:
<blockquote>[...] se tanti coltivatori sono ridotti alla fame e tanti coloni muoiono, il nostro approvvigionamento di grano sarà gravemente rovinato: noi vogliamo escludere proprio coloro che normalmente ci forniscono il nostro pane quotidiano. ''De Officiis Ministrorum'', III.</blockquote>
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Ambrogio rappresenta il buon ''patronus'' difensore dei ''pauperes Christi'' ai quali egli stesso devolse gran parte del proprio patrimonio imitato da molti nobili di famiglia senatoria, convertitisi al [[Cristianesimo]].
Questa [[carità]] degli uomini di Chiesa, come ha osservato A. Giardina, indeboliva il potere delle classi dominanti che riempivano le ''sportulae'' dei ''clientes'':
<blockquote>Il dono pagano era destinato alla città, al popolo inteso come insieme dei cittadini, i donatori cristiani indirizzavano invece la loro carità ai poveri, intesi come categoria sociale e morale, non civica. A. Giardina, ''Melania la santa, in Roma al femminile'', a cura di A. Fraschetti, Laterza, 1994, p. 249.</blockquote>
Nel ''[[De Nabuthae historia]]'', Ambrogio sostiene che è vero che la ricchezza in sé può essere causa di perdizione, ma il ricco può guadagnarsi la pietà di Dio:
<blockquote> [...] tu dici: demolirò i miei granai; il Signore ti risponde: cerca piuttosto che quanto è contenuto nel granaio è destinato ai poveri, fa in modo che codesti tuoi magazzini riescano utili agli indigenti. Ma tu insisti: ne farò di più grandi e lì raccoglierò tutto quello che i campi hanno prodotto per me. E il Signore risponde: spezza il pane che è tuo all'affamato. Tu dici: porterò via ai poveri la loro casa. Il Signore invece ti chiede: conduci a casa tua i poveri che non hanno un tetto (X,44).</blockquote>
Ambrogio rifiuta la convinzione generalizzata del suo tempo che vedeva nel povero un maledetto dalla divinità. I poveri vanno distinti in meritevoli e non meritevoli:
<blockquote> [...] ma forse dirai anche tu quello che avete l'abitudine di dire in queste occasioni: "Non abbiamo diritto di fare regali a colui che Dio ha tanto maledetto da volere che vivesse in miseria" invece, non è vero che i poveri sono maledetti; al contrario è detto beati i poveri perché‚ di essi è il regno dei cieli. Non a proposito del povero ma a proposito del ricco la Scrittura dice che "Chi accaparra il grano per alzarne il prezzo verrà maledetto". E poi non stare a indagare i meriti delle singole persone. La misericordia è abituata a non giudicare il merito della gente, ma a venire incontro alle necessità altrui; ad aiutare il povero, non a soppesare la pura giustizia. Sta scritto "Felice colui che pensa al bisognoso e al povero"; chi ne ha compassione, chi si sente partecipe della medesima natura con lui, chi comprende che il ricco e il povero sono ugualmente creature del Signore, chi sa di santificare i propri raccolti, se ne riserva una porzione per i poveri. Insomma dato che hai per fare del bene, non rimandare dicendo: "Darò domani": potresti anche perdere la possibilità di donare. È pericolosa qualsiasi dilazione nel salvare gli altri; può accadere che, mentre tu continui a rinviare, quello muoia. Preoccupati piuttosto di arrivare prima che muoia; può accadere infatti che quando arriva il domani, l'avarizia ti trattenga e le promesse siano annullate. (De Nab., VIII, 40).</blockquote>
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Nell'Inghilterra dell'ormai avviata [[rivoluzione industriale]] era giunto il tempo di una nuova legge per la povertà che, emanata nel [[1834]], aboliva la “carità legale”, proibiva l'aiuto a domicilio e costringeva i poveri nelle nuove ''workhouse'' (case di lavoro), nuove versioni degli ospedali generali con il medesimo rigido regime del passato di costrizioni e di privazioni, nonché di separazione secondo il sesso e l'età.
Autore di questa politica fu Sir [[Edwin Chadwick]] ([[1800]]-[[1890]]), discepolo di [[Jeremy Bentham]], personaggio molto odiato, un amministratore dispotico e discusso la cui figura è ricordata soprattutto per il suo impegno nella riforma della [[salute|sanità]] pubblica, convinto com'era che le condizioni insalubri delle città provocassero malattie [[biologia|biologiche]] e sociali, causa di un degrado [[psicologia|psicologico]] che può trascinare le persone verso i vizi, come l'[[alcolismo]], o peggio, verso la rivoluzione. Rendere le città più salubri poteva essere lo strumento per rendere il [[proletariato]] più felice, più sano, più produttivo, e più docile.<ref>Sulla presunta "felicità del proletariato inglese" scriveva qualche anno dopo nel [[1844]] [[Karl Marx]] in un articolo pubblicato a firma : "Un prussiano" intitolato "''Il re di Prussia e la riforma sociale''":«''Si concederà inoltre che l'Inghilterra è il paese del [[pauperismo]]; perfino questa parola è di origine inglese. L'esame dell'Inghilterra è dunque l'esperimento più sicuro per conoscere il rapporto di un paese politico col pauperismo. In Inghilterra la miseria degli operai non è parziale, ma universale; non limitata ai distretti [[
Il tema della povertà comincia in questi anni a essere associato a quello dell'[[industria]]lismo. L{{'}}''Accademia delle scienze morali e politiche'' francese promosse delle inchieste sulle condizioni degli operai in Francia volendo stabilire in che cosa consistesse la loro povertà, come si manifestasse e quali fossero le cause che la determinavano. Una prima risposta era stata data da [[Louis Renè Villermé]], un medico fautore degli aspetti positivi del sistema della fabbrica e convinto che tutto ciò che lo contrastasse fosse un'offesa della pubblica morale: la promiscuità dei sessi all'interno delle fabbriche, l'eccessiva durata dell'orario di lavoro minorile, i prestiti concessi agli operai come anticipo dei loro salari erano le uniche cause del degrado morale e fisico degli operai.[[File:MandK Industrial Revolution 1900.jpg|upright=1.6|thumb|Operai]]
Questa tesi moralistica venne contestata da Antoine-Eugène Buret nella sua opera ''"De la misère des classes laborieuses en Angleterre et en France... "''; egli vuole eliminare dall'analisi [[sociologia|sociologica]] della cause della povertà ogni riferimento astratto e non verificabile: comincia quindi a stabilire una stretta connessione tra le condizioni di indigenza degli operai e la ricchezza considerati entrambi come fenomeni strettamente economici e controllabili oggettivamente. Le sue conclusioni lo portano a sostenere che esiste un rapporto di «''coesistenza''» o «''simultaneità''» tra la povertà e la «''ricchezza della nazione''» e che le cause di questa concomitanza sono da riportare «''ai processi industriali, alle circostanze in cui si trovano posti, gli uni in relazione con gli altri, gli agenti della [[produzione]]''» così che «''la condizione fisica e morale dei lavoratori si misura esattamente sulla posizione in cui essi si trovano di fronte agli strumenti o ai [[Capitale (economia)|capitali]]''» nel senso che «''più ne sono vicini e più la loro vita è assicurata; ed essa si eleverà e migliorerà secondo la misura e l'estensione di questi rapporti.''» (in op. cit. tomo II libro III cap.V pag.86)
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* [http://www.istat.it/societa/consumi/ Pagina sul sito Istat contenente dati su povertà e consumi in Italia] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070306001245/http://www.istat.it/societa/consumi/ |date=6 marzo 2007 }}
* [http://s2ew.caritasitaliana.it/pls/caritasitaliana/V3_S2EW_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=395 Sezione del sito di Caritas Italiana] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101011115648/http://s2ew.caritasitaliana.it/pls/caritasitaliana/V3_S2EW_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=395 |date=11 ottobre 2010 }} con presentazioni e schede di sintesi di tutti i Rapporti Caritas-Zancan su povertà ed esclusione sociale in Italia
* {{cita web|url=https://gianlab.shinyapps.io/Risorse_poveri/|titolo=Risorse per coloro che si trovano in difficoltà in Italia|data=31 gennaio 2023|lingua=it}}
{{Scienze sociali}}
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