Philosophiae Naturalis Principia Mathematica: differenze tra le versioni
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Newton aveva studiato queste teorie mentre si stava laureando. Durante questo periodo (1664-1666) scoprì il [[teorema binomiale]], gettò le basi al [[calcolo infinitesimale]] ed effettuò i primi esperimenti sull'ottica. In più iniziò a studiare la dinamica. Nel corso dei seguenti anni, pubblicò i suoi esperimenti sulla luce e sulla teoria dei colori ma non le altre scoperte. Divenne socio della [[Royal Society]] e il secondo [[Professore lucasiano di matematica|professore Lucasiano di matematica]].
Newton affermò che durante la peste dell'anno 1665, mentre si trovava nella sua residenza di campagna, vide cadere una mela e cominciò infatti a pensare alla [[gravitazione universale|gravità]]<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.newscientist.com/blogs/culturelab/2010/01/newtons-apple-the-real-story.html|titolo=Newton's apple: The real story|data=18 gennaio 2010|accesso=26 febbraio 2018|autore=Amanda Gefter|sito=NewScientist}}</ref>. Alcune osservazioni (in una corrispondenza con l'astronomo reale [[John Flamsteed]]) su di una cometa e altre sulla [[caduta dei gravi]] (in una corrispondenza con [[Robert Hooke]]) lo portarono a perfezionare le sue idee e a enunciare la [[gravitazione universale|legge di gravitazione universale]] che unificava le [[leggi di Keplero]] e gli studi di [[Galileo Galilei|Galileo]].
=== Primi lavori di Newton sul moto ===
Negli anni sessanta del [[XVII secolo]] Newton studiò la dinamica delle collisioni fra i corpi, deducendo che il [[centro di massa]] di due corpi che collidono rimane in moto uniforme. Altri manoscritti dello stesso periodo mostrano l'interesse di Newton circa il moto dei pianeti e che nel 1669 egli mostrò che, nel caso di moto circolare di un pianeta, la forza che egli definiva ''Sforzo di recesso'' (oggi conosciuta come [[forza centrifuga]]) aveva un'intensità proporzionale all'inverso del quadrato della distanza del pianeta dal centro della sua orbita. Dopo lo scambio di opinioni con Hooke del 1679-1680, Newton adottò la definizione di [[forza centripeta]] o interna. Secondo l'allievo di Newton [[J. Bruce Brackenridge]], malgrado siano stati fatti sostanziali cambiamenti in termini di punti di vista, oltre che linguistici, tra forza centrifuga e centripeta, i calcoli e le osservazioni fatte rimanevano uguali. Essi compresero anche la visione del moto orbitale come combinazione di spostamenti radiali e tangenziali, che Newton aveva abbozzato nei primi anni '60 del secolo. La differenza tra forza centrifuga e centripeta, sebbene rappresentasse un significativo cambio di prospettiva, non cambiò l'analisi matematica che Newton fece. In quegli stessi anni Newton definì il concetto di inerzia lineare.
=== Controversia con Hooke ===
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{{Citazione|''Egli [Hooke] non sapeva come metterci mano. Adesso non è invece molto elegante? I matematici che scoprono, risolvono e fanno tutto il lavoro devono accontentarsi di essere nient’altro che degli aridi calcolatori e uomini di fatica, e un altro che non fa niente, ma pretende, si accaparra tutte le cose e spazza via tutta la scoperta così come quelli che lo dovevano seguire e quelli che lo hanno preceduto.''|Isaac Newton, 1686|}}
Nella seconda edizione (1713), Newton permise che il suo editore, [[Roger Cotes]], scrivesse nella prefazione
{{Citazione|''che la forza di gravità sia in tutti i corpi universalmente, altri lo hanno sospettato o immaginato, ma Newton è stato il primo e unico capace di dimostrarlo dai fenomeni e di renderlo un solido fondamento delle sue brillanti teorie''|Roger Cotes, 1713|}}
Ma anche questa modesta concessione venne cancellata dalla terza (1726) e definitiva edizione dei Principia.
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