Scauri: differenze tra le versioni
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Di una "possessio scauriana" si parla nel [[Liber Pontificalis]] del [[432]] d.C., attraverso il quale il [[Papa Sisto III]] edificò la [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Basilica Liberiana di Roma]] grazie anche a donazioni provenienti da un possedimento sito in "territurio Gazitano"<ref>A. Lepone, ''Marco Emilio Scauro Princeps Senatus'', Caramanica Editore, Scauri, 2005</ref>. La Possessio, tuttavia, non era un possedimento territoriale ma bensì una tassazione monetaria. L'errore di considerarlo un dono territoriale si deve al Tarcagnota, poligrafo del XVI secolo dai preminenti interessi storico-antiquari e cartografici, di famiglia greca oriunda dalla [[Morea]] e stabilitasi a [[Gaeta]]. La possessio – tra l’altro – potrebbe localizzarsi molto congruamente nel territorio Sublacense, tra Tivoli e Subiaco, dove esiste una località Scorano/Scoriano possibile prediale di scauranum e facente parte di proprietà ecclesiastiche. Inoltre il territorio sarebbe completamente omogeneo agli territori citati nel Liber, quelli di Preneste ed Affile.
Si consideri che tutti i riferimenti letterari, tra il [[XVIII secolo|XVIII]] e il [[XIX secolo]], sull'ipotesi del toponimo tratto dal Console nascono non da storici, ma da canonici locali<ref>Cayro, Ciuffi, Riccardelli, ''Tutti di Traetto, oggi Minturno''</ref>. Gli studiosi successivi (Jotham Johnson, Angelo De Santis, G. Tommasino, F. Coarelli, G. M. De Rossi, per citarne alcuni) riprendono la suddetta tesi, citando i precedenti riferimenti. Possibile che la cittadina ausone di "Pirae", insieme a quella di Minturnae, facesse parte della [[Pentapoli Aurunca]], anche se esistono dubbi sulla precisa localizzazione delle città della federazione anti-romana. Taluno suppone che "Pirae" non fosse altro che un [[castrum]], un avamposto militare e commerciale della stessa [[
In assenza di un riscontro diretto, il collegamento con il console [[Marco Emilio Scauro (console 115 a.C.)|M.
Scauritano va inquadrato in altre forme altomedievali simili, quali amalfitano, neapolitano, salernitano, ischitano, atte ad indicare una comunità, un popolo o una cittadinanza.
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Del resto è certezza acquisita dalla ricerca etimologica moderna in ambito europeo che i suffissi in –(i)tanus riconducano a etnici e non ad antroponimi: cfr. E. B. Ferrer, Paleosardo: le radici linguistiche della Sardegna neolitica, Parigi-New York, 2010, pag. 28, dove in nota 16 si elencano a titolo di esempio gli etnici Aquilani, Lusitani, Ausetani, Turdetani, Caralitani, Celsitani, Panormitani, ecc.
Da segnalare anche il "cippo confinario" ritrovato a [[Castelforte]] (ed ora custodito a Minturnae) che cita un certo [[Metello (nome)|Metello]]. La famiglia dei [[Cecili Metelli|Cecili]] è attestata a [[Minturno|Minturnae]] e [[Cecilia Metella Dalmatica|Cecilia Metella]] era la moglie di [[Marco Emilio Scauro (console 115 a.C.)|
Consideriamo ancora che inoltre il termine "scaurus" richiamava ai detriti metallici derivati dalla lavorazione dei metalli (anche in questo caso abbiamo notizie certe della lavorazione di metalli nella zona della [[Minturnae#Minturnae|Minturnae]] romana)<ref>J. Johnson - ''Excavationes at Minturnae''</ref>. Secondo un'altra tesi isolata<ref>R. Castrichino, ''Scauri da eskhàra'', Scauri, Tip. Caramanica, 1978, p. 37.</ref>, l'origine del nome di Scauri sarebbe connessa con l'etimologia greca: il toponimo deriverebbe da "eskhara", che significa braciere ardente (relativamente al clima mite della cittadina o forse alle piccole dune di sabbia della spiaggia che - scaldandosi al sole - divenivano roventi). Esiste un'altra Scauri a [[Pantelleria]], ma in questo caso al nome del luogo si attribuisce un'etimologia di origine greca (eskarion = porto, attracco - scaro). Le due omonime cittadine condividerebbero quindi influenze greco - bizantine ([[Ducato di Gaeta|Ducato bizantino di Gaeta]] nel nostro caso) e rapporti "conflittuali" e commerciali con i [[Saraceni]].
Una recentissima ipotesi, di due ricercatori romani, vuole che il luogo derivi dal termine altomedievale '''"scaula"''' (barca). La forma lessicale, di origine bizantina, si svilupperebbe nel luogo proprio grazie al suo essere porto naturale sul Tirreno (Cfr. Salvatore Cardillo - Massimo Miranda, "''Scauri, li Scauli e l'invenzione della villa di Marco Emilio Scauro''", 2013). Il recente saggio storico ipotizza come la tradizione che il nome di Scauri sia da far risalire a Marco Emilio Scauro, console e senatore romano, sia probabilmente una pura invenzione. Infatti, le ipotesi che si succedono nei secoli a favore della derivazione del toponimo dal console e senatore romano, mancano puntualmente di riscontri documentali. Il primo che associa Scauri alla "gens Aemilia" è Francesco Maria Pratilli, noto falsario. Dalla forma scaula-ae, si sarebbe formato il maschile Scauli che per rotacismo avrebbe portato al toponimo del luogo. L'ipotesi è suffragata dalla opinione di Giandomenico Serra, grande linguista e glottologo, che in: ''Appunti di Toponomastica: Postille in margine alla “Storia di Genova” (vol. II) di Ubaldo Formentini'' in Rivista di Studi Liguri, XVII (1951), pp.. 225-240 avvicina l'etimo grecoromano alle cittadine di Scauri di Minturno e Scauri di [[Pantelleria]].
Interessante la notizia, riportata alla luce dai due studiosi romani , che Ponzio Pilato potesse essere nato in quei luoghi, notizia tramandata dal teologo domenicano Tommaso Elisio. Si è teorizzato che proprio il territorio di Scauri fosse il luogo vicino al [[Garigliano]], presso il quale i [[Saraceni]] si stanziarono (intorno all'[[881]]), per poi partire in incursioni terribili e devastanti verso l'entroterra ([[Montecassino]] stessa venne messa a ferro e a fuoco nell'[[883]]). L'insediamento saraceno sul [[Garigliano]] venne sgominato solamente intorno al [[915]], dopo un lungo assedio e una battaglia campale. Recenti campagne di scavo non hanno portato purtroppo a riscontri positivi. Tuttavia si continua a ipotizzare che potesse essere proprio Scauri il luogo dell'insediamento corsaro. Congettura piuttosto suggestiva: si tratterebbe - assieme alla roccaforte saracena di [[Frassineto|Fraxinetum]], l'odierna [[La Garde-Freinet]], sul Golfo di [[Saint-Tropez]] - dell'unica testimonianza di un insediamento "stanziale", seppur solo per qualche decina d'anni, dei pirati saraceni in Europa<ref>R. Tucciarone, ''I Saraceni nel Ducato di Gaeta e nell'Italia centro-meridionale''</ref><ref>G. Cossuto - D. Mascitelli, ''Gli Arabi nel Lazio nei secoli IX e X''</ref>.▼
▲Si è teorizzato che proprio il territorio di Scauri fosse il luogo vicino al [[Garigliano]], presso il quale i [[Saraceni]] si stanziarono (intorno all'[[881]]), per poi partire in incursioni terribili e devastanti verso l'entroterra ([[Montecassino]] stessa venne messa a ferro e a fuoco nell'[[883]]). L'insediamento saraceno sul [[Garigliano]] venne sgominato solamente intorno al [[915]], dopo un lungo assedio e una battaglia campale. Recenti campagne di scavo non hanno portato purtroppo a riscontri positivi. Tuttavia si continua a ipotizzare che potesse essere proprio Scauri il luogo dell'insediamento corsaro. Congettura piuttosto suggestiva: si tratterebbe - assieme alla roccaforte saracena di [[Fraxinetum]], l'odierna [[La Garde-Freinet]], sul Golfo di [[Saint-Tropez]] - dell'unica testimonianza di un insediamento "stanziale", seppur solo per qualche decina d'anni, dei pirati saraceni in Europa<ref>R. Tucciarone, ''I Saraceni nel Ducato di Gaeta e nell'Italia centro-meridionale''</ref><ref>G. Cossuto - D. Mascitelli, ''Gli Arabi nel Lazio nei secoli IX e X''</ref>.
== Approfondimenti storiografici ==
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[[File:Panoramica sul parco naturale Monte d'Oro, Scauri - Parco Naturale dei Monti Aurunci.jpg|thumb|Panoramica sul parco naturale Monte d'Oro, Scauri da monte Petrella - [[Parco naturale dei Monti Aurunci]].]]L’etimo Scauri (o Scauli) compare per la prima volta nell'[[Alto Medioevo]].
Erasmo Gattola<ref>{{Cita libro|autore=Erasmo Gattola|titolo=Ad historiam Abbatiae Cassinensis accessiones|editore=Venezia, 1734|p=p. 116}}</ref> cita un documento del 789, la donazione di Grimoaldo - sovrano longobardo di Capua e Benevento - a [[Montecassino]], in cui compare la forma Scauli. Nell'830, nel [[Codex diplomaticus cajetanus
Da quel momento, nel corso del tempo, si sono succedute e talvolta sovrapposte varie ipotesi sulla derivazione del nome (toponimo) Scauri:
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Il lungo lasso di tempo che intercorre tra il periodo romano, in cui si inserisce l'eventuale possedimento di Marco Emilio Scauro, e quello medievale, in cui compare per la prima volta il toponimo Scauli, rappresenta una frattura storiografica molto difficile da comporre.
L'ipotesi corrente che il nome della cittadina trarrebbe origine da [[Marco Emilio Scauro (console 115 a.C.)|
Il Pratilli, comprovato falsario, non apporta alcuna prova a suffragio di tale sua ipotesi.
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Il Pratilli sarà confutato come storico attendibile dal grande studioso [[Theodor Mommsen]], il quale fu categorico: “Viene poi colui che danneggiò e contaminò non solo l'intera epigrafia del regno di Napoli, ma soprattutto il tesoro campano delle iscrizioni, il canonico di Capua Francesco Maria Pratilli”.<ref>{{Cita libro|autore=Theodor Mommsen|titolo=CIL X|editore=1883|p=p. 373}}</ref>
La reputazione di storico falsario e inattendibile di Pratilli è ampiamente diffusa da altri autori. [[Herbert Bloch]] dice di lui che è ''“un morto che non è morto abbastanza”'' visti i notevoli danni arrecati dal falsario di
Purtroppo l'idea che ''qualche villa, colà di presso,'' fosse appartenuta al console romano e che questi avesse dato ''quindi'' – ipso facto- il suo nome nobiliare al luogo piacque ai potentati dell'epoca e fu tramandata senza che ne fosse verificata la sorgente.
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Diversi sono i canonici del tempo che riprendono e riportano acriticamente la notizia della villa di Marco Emilio Scauro.
Pasquale Cayro, canonico e antichista di fama, è il primo che - un secolo dopo Pratili - fa ricomparire la connessione tra la villa di Marco Emilio Scauro e il toponimo Scauri<ref>{{Cita libro|autore=Pasquale Cayro|titolo=Notizie storiche delle città del Lazio Vecchio|editore=Napoli, 1816|p=p. 141}}</ref>. Stimato ma bacchettato ancora una volta da Mommsen per le sue imprecisioni, Cayro apporta come prova di tale derivazione diretta la citazione che ne avrebbe fatto addirittura [[Marco Tullio
Da quel momento in poi altri canonici riprendono questa linea di derivazione diretta tra la villa di M.E. Scauro e Scauri, tutti però riportando prove incongrue, come ancora le lettere di Cicerone, in cui, lo ripetiamo, la villa di Scauro non è mai menzionata!<ref>{{Cita libro|titolo=Cic. Ad Att. IV|editore=|p=15}}</ref>
Una lunga stuola di studiosi si inerpica su questa strada: dal Cayro al Romanelli a Nicola Corcia
Ma qui abbiamo un'altra sorpresa: Alessandro Draccarielli è il semplice anagramma dello stesso Riccardelli. La sua ipotesi quindi è stata del tutto inventata.<ref>{{Cita libro|autore=T. Mommsen|titolo=CIL X|editore=|p=p. 595}}</ref>
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Questa lunga lista di studiosi e canonici, alcuni dichiaratamente falsari altri estremamente imprecisi, sono gli unici testimoni, evidentemente concordi tra loro, dell'esistenza di una villa appartenuta alla gens degli Emili Scauri, la quale quindi avrebbe dato il nome al luogo tutto.
Anche [[Angelo De Santis]], autorevole storico laziale, al IV Congresso Nazionale di Studi Romani affermò che: ''“sembra che egli [Scauro] avesse una villa presso il castrum Pirae"''<ref>{{Cita libro|autore=A. De Santis|titolo=Orme di Roma nella toponomastica della regione Gaetana,|editore=in Atti del IV Congresso Nazionale di Studi Romani, a cura di C. Galassi Paluzzi, 1938|p=p. 7}}</ref>. Quel ''"sembra che"'' sembra quindi avvalorare tutta la tradizione letteraria, più che storiografica, precedente, ma il De Santis lo fa in una maniera però che sa di presa di distanza. Egli, infatti, dice altrove che ''"quasi tutti gli studiosi campani sono concordi"'' su questa ipotesi<ref>{{Cita libro|autore=Angelo De Santis|titolo=Di alcuni agionimi e gentilizi nella toponomastica minturnese|editore=Palombi, Roma, 1949|p=pp. 10 ss}}</ref>. Il De Santis molto prudente negli anni 30
Autori anche di grande fama, come il De Rossi o il Coarelli, cadono in questo equivoco citando la falsa tradizione, dandola per acquisita, senza verificare o approfondire la questione.
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2) Derivazione da Possessio scauriana ([[Liber Pontificalis]]):
Di una "possessio scauriana" si parla nel [[Liber Pontificalis]] del [[432]] d.C., attraverso il quale il [[Papa Sisto III]] edificò la [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Basilica Liberiana di Roma]] grazie anche a donazioni provenienti da un possedimento sito in "territurio Gazitano". Tuttavia, anche questa ipotesi è molto dubbia, in quanto la possessio scauriana deve essere correttamente intesa solo come una delle diverse possibili letture del testo, che è suscettibile di altre e più aderenti interpretazioni (“Scariana”, ad es.), le quali, in accordo con altri contesti documentali, un territorio “Gauzitano” è infatti rilevato in un documento papale dell'VIII secolo, consentirebbero una collocazione del fondo citato in zone differenti del basso Lazio, nel Velletrano o nel territorio di [[Sora (Italia)|Sora]]. La difficoltà principale contro la quale si scontra la collocazione di una possessio scauriana nel territorio di Gaeta è proprio l'associazione alla diocesi di Gaeta in luogo della diocesi di Minturno, come ci si dovrebbe aspettare in un testo del 432. Inoltre la possessio potrebbe localizzarsi molto congruamente nel territorio Sublacense, tra Tivoli e Subiaco, dove esiste una località Scorano/Scoriano possibile prediale di scauranum e facente parte di proprietà ecclesiastiche. Il territorio sarebbe completamente omogeneo agli territori citati nel Liber, quelli di Preneste ed Affile, e ad esso si riconducono bolli doliari ritrovati ad Ostia dove si cita la presenza di un cognomen Scaurus: EX•OFIC•L•TVT•IANVARI. SCAVR L•T•L•P'''
3) Derivazione dal termine greco antico Eskara:
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4) Dalla forma tardoantica/altomedievale “scarium/scaria”
Il termine deriverebbe, secondo un'ipotesi del professore universitario Luigi Chiappinelli, dalla forma tardoantica/altomedievale “scarium/scaria”, cantiere navale o luogo dove le barche vengono tirate in secca<ref>{{Cita libro|autore=Luigi Chiappinelli|titolo=Microtoponimi del Lazio|editore=Napoli - Università degli studi di Napoli "L'Orientale", 2006|p=Voce: Scauri, pagg. 126-127}}</ref>. Derivazione diretta del greco antico “escharion”, è un toponimo che ha avuto una fortuna immensa in tutto il Mediterraneo, presente dalla Provenza a Malta, dalla Catalogna alla Grecia. In Italia i toponimi costieri “Scaro/Scario/Scari” sono innumerevoli. A questa forma si associa spesso il toponimo del porto di “Scauri” a Pantelleria, visto che in dialetto siciliano si conosce una forma “scaru/scauru” deformazione di “scaro”. Una forma “scaura”, con il medesimo significato, è attestata anche a [[Savona]]. Nulla vieta che anche nel piccolo golfo sudpontino si sviluppi una forma dialettale “scauro”. Nell’area Campana il termine scaro/scario è ben attestato e se ne trovano tracce significative anche ad [[Ischia (Italia)|Ischia]], [[Ponza]] e [[Sperlonga]].
5) Derivazione dal pesce “scaro”:
Il pesce “scaro” era conosciuto anche come pesce “scauro”. Fu introdotto sotto l’imperatore [[Claudio]] in enormi quantità affinché ne fossero arricchite le tavole dell'aristocrazia romana. Claudio ordinò che venissero allevati nelle acque Tirreniche, da [[Ostia (Roma)|Ostia]] alla [[Campania]], migliaia di esemplari di scari, appositamente raccolti su navi provviste di vasche, curandone la conservazione presso le coste nei cinque anni successivi. La presenza accertata di vasche di età Romana adibite all’allevamento ittico sotto il Monte d’Oro ed a Gianola (cosiddetto Porticciolo romano), potrebbe far pensare che i luoghi venissero identificati come il luogo degli scari/scauri, per la presenza abbondante di questi pesci pregiati.
6) Derivazione dalla forma Longobarda “scario”.
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7) Derivazione da lemmi medievali marinareschi quale Scaula (genitivo plurale Scaularum).
Dal termine grecoromano, di origine Bizantina, “Scaula”, imbarcazione. Il lemma lascia proprie tracce in tutti i territori di importante influenza bizantina, soprattutto in area Adriatica. Con la caduta dell’Impero Romano
Ma desta notevole sospetto la forma "scaularum", genitivo plurale femminile, rilevata nell'Archivio Caetani più volte: i Caetani sono la famiglia che domina i luoghi scauresi per due secoli tra fine 1200 e fine 1400.
Le fonti parlano di un luogo che, dopo l'assoluta discontinuità e frattura con la tardo antichità testimoniata dalla “desolatio loci” di cui si lamenta papa Gregorio Magno (Epistulae I), ritrova vita a partire dai secoli VII-VIII, come centro portuale al servizio di [[Montecassino
Sono le imbarcazioni, le scaule
A ciò si aggiunga la possibilità che alle scaule, di cui parlano molto significativamente i documenti del patrimonio archivistico della famiglia Caetani, per esempio, possano accostarsi e sovrapporsi, quali elementi generatori del toponimo, le forme scarium, scaro, scario/a, scaura, che in tutto il Mediterraneo dalla [[Liguria]], alla [[Calabria]], a [[Venezia]], alla [[Sicilia]], fino all'[[Egeo Settentrionale|Egeo]], identificano i cantieri navali e i luoghi in cui si tirano in secca le imbarcazioni. Si sottolinea, infine, come importanti voci, di studiosi eccellenti, difformi alla solita “vulgata”, siano ben presenti, mai citate, probabilmente sfuggite: V. De Bartholomaeis che identifica il toponimo Scauri quale forma dialettale medievale, e non classica romana, nel suo meritorio spoglio del Codex Diplomaticus Cajetanus; G. D. Serra che afferma, riferendosi sia allo Scauri sudpontino che a quello di [[Pantelleria]], senza indugi: “Non è possibile tuttavia un etimo da Scaurus…” (1954), X. Lafon, grande studioso delle ville marittime romane del Lazio, che esprime parecchi dubbi sull’attribuzione a Emilio Scauro o sulla datazione della presunta Pirae (2001), S. Del Lungo, archeologo del CNR, che riconosce il toponimo Scauri o Scavoli (nome del luogo ancora nel 1700) quale “pienamente medievale”, nel suo bel libro sulla toponomastica nella provincia di Latina (2001).
8) Derivazione da [[Giuda Iscariota]]
Si tratta di una semplice curiosità, che riportiamo per dovere di completezza. Nella lettera che l'umanista van Winghe (Winghius) scrive ad Ortelio nel 1592 nella quale afferma di aver visto il portus scaurus (porto Iscauro) citato dal Platina, quindi dal Tarcagnota
Insomma, a fine 1500 non esisteva ancora alcuna tradizione popolare che legasse i luoghi agli Emili e i paesani, a meno che non si siano fatti beffa del Winghius, la legavano addirittura a un personaggio “negativo” quale l’Iscariota
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Assolutamente ingiustificata la citazione della Massa Pirana a conforto dell’ipotesi.
La Massa Pirana , citata nel sopraelencato documento di [[papa Zaccaria]], è inquadrata in un fondo Amphiteanorum mai rilevato sul territorio scaurese e che sembra riguardare più il territorio formiano: il fondo Amphiteatrum citato anche riguardo alla tomba di Sant’Erasmo. Infatti nel CDC varie volte è citato un territorio Piruli, caput Piro, Pire sorbo in loco flumitica, ecc. ecc., confinante con l’attuale località Conca, tra Gaeta Itri e Formia, dove ben si può collocare un territorio localizzato nel documento di Zaccaria “fuori dalla mura Gaetane”, non certo a qualche chilometro di distanza o a Minturno. La forma scauriis, citata in documenti afferenti papa Zaccaria e riguardanti i terreni dati in affitto al notaio Teodoro, sembra richiamare – invece – i cantieri navali, gli scauia / scauiis citati nel Codex Diplomaticus Cajetanus a indicare i cantieri navali di Gaeta. Lemma comunissimo nel Mediterraneo, dove gli scaria / scariis indicavano i cantieri navali a Genova, Amalfi e Marsiglia e dove – non a caso – troviamo la forma scaura a Savona.
Oltre a tutte queste incertezze, resterebbe poi da spiegare come da Pirae si passi a Scauri. Nessuno finora è stato in grado di abbozzare la benché minima ipotesi sul cambio di nome, se non un improbabile "acquisto" degli Emili voluto dal falsario Riccardelli e sul quale le fonti tacciono, compresi Cicerone, Livio e Plinio che ben conoscono i luoghi e hanno ottima conoscenza della gens Emilia e la loro storia.
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==Monumenti e luoghi d'interesse==
Della presunta antica cittadina di Pirae, forse di origine greca o [[ausoni|ausone]], si può ammirare, oggi, un tratto della cinta poligonale (le ''mura
Un'altra teoria recita invece che ''Pirae'' (o Castrum Pirae) nacque da un gruppo ausonico che, staccatosi da quello originario montano di ''Campovivo'' ([[Spigno Saturnia]]), colonizzò il luogo sotto l'attuale Monte D'Oro. Pirae divenne allora importante borgo marittimo, assieme a [[Sinuessa#Sinuessa|Sinuessa]] e [[Minturnae#Minturnae|Minturnae]]
Nei periodi repubblicano ed imperiale a Pirae sorsero alcune ville marittime, una delle quali appartenne, secondo alcuni studiosi
A partire dall'anno [[830]], varie sono le citazioni della località nel [[Codex diplomaticus cajetanus]]. Ad esempio, in un atto del [[993]] è riportata la Chiesa di San Pietro Apostolo, sita in "porto scauritano", chiesa legata a Montecassino.
In seguito fu un centro produttivo, ma ancora soggetto a razzie. A scopo difensivo sorsero la
Tutte le menzionate testimonianze archeologiche (tranne la Torre Quadrata) sono racchiuse in proprietà private, ma ricadono nell'Area Protetta di Gianola-Monte di Scauri, che fa parte del [[Parco Regionale Riviera di Ulisse]]. La Torre Quadrata fu costruita sul Monte d'Oro, riconvertendo una fabbrica medioevale, di forma circolare. Acquisita di recente dal Comune di Minturno, è stata restaurata per favorire la creazione di un osservatorio ornitologico.
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[[File:Scauri, chiesa di Maria Santissima Immacolata - Esterno.jpg|miniatura|destra|Chiesa di Maria Santissima Immacolata]]
[[Papa Pio IX]] nel [[1850]] attraversò la [[via Appia]], dopo l'esilio di [[Gaeta]]. Nella cappella ducale della famiglia [[Caracciolo]]-[[
Nel [[1954]], in occasione del centenario di proclamazione del Dogma dell'[[Immacolata Concezione]], fu realizzata una statua della Vergine dallo scultore altoatesino Giuseppe Obletter, benedetta in Vaticano dal [[Papa Pio XII]] ed incoronata nel [[2003]] da Pierluigi Mazzoni, [[Arcidiocesi di Gaeta|arcivescovo di Gaeta]].<ref>A. Lepone, Il culto mariano a Scauri, Caramanica Editore, Scauri, 2000.</ref>
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==Cinema==
La spiaggia dei Sassolini, situata presso Monte d'Oro e ricadente nell'area del [[parco regionale Riviera di Ulisse]], è immortalata nel film “[[Per grazia ricevuta (film)|Per grazia ricevuta]]” (interpretato da [[Nino Manfredi]] e premiato al [[Festival di Cannes]] nel [[1971]]) e nello sceneggiato “[[Il conte di Montecristo (miniserie televisiva 1998)|Il Conte di Montecristo]]” del [[1998]] (interpretato da [[Gérard Depardieu]] e da [[Ornella Muti]]). Altre scene dello stesso film furono girate in una villa di Via del Golfo di Gaeta, nella zona di "Scauri vecchia". Nel [[2017]] la spiaggia dei Sassolini fu scelta come ___location per alcune sequenze
== Economia ==
===La cartiera, le fabbriche di laterizi, il turismo balneare===
Fin dall'antichità Scauri basò la propria economia sull'[[agricoltura]], sulla [[pesca (attività)|pesca]] e sul [[turismo]]. Con l'avvento dell'[[rivoluzione industriale|era industriale]], sorsero fabbriche di [[laterizi]], ceramiche ed una cartiera, menzionata dallo scrittore tedesco [[Johann Wolfgang von Goethe]] nel libro ''
[[File:La biografia di Hackert.jpg|thumb|Cartello sulla via Appia al km 150 in località Scauri di Minturno che ricorda come lì sorgesse la cartiera citata nella "Biografia di Hackert" di [[Johann Wolfgang von Goethe]]]]
Fornitrice del [[regno di Napoli]], la cartiera di Scauri della famiglia Merola, produsse fogli pregiati per la calcografia e la stamperia reale. I resti del muro perimetrale della fabbrica sono ancora visibili sull'[[Strada statale 7 Via Appia#Da Terracina a Sessa Aurunca .2871 km.29|Appia]], nei pressi della chiesa parrocchiale dell'Immacolata.
In seguito, verso la fine dell'[[Ottocento]], sorsero due stabilimenti di laterizi: Sieci e Capolino. Entrambi gli opifici furono eredi di un'antica attività: quella della lavorazione della creta, praticata già dalla "Gens Pirana". L'ex complesso “Sieci” rappresenta un esempio di archeologia industriale, con il suo tipico [[forno Hoffmann]]. Il comune di [[Minturno]], proprietario dell'immobile, è impegnato a trasformare la vecchia fornace in polo culturale. Nel [[1996]] fu presentato un progetto di ristrutturazione e recupero dell'area dall'architetto Ersilia Russo, che fu presentato con un convegno e una mostra a [[Minturno]].
== Infrastrutture e trasporti ==
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== Sport ==
=== Basket ===
* ''Fortitudo Scauri'' che, nel campionato 2022-2023, milita nel campionato maschile di
== Note ==
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