Storia del cristianesimo: differenze tra le versioni

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I concili di Costantinopoli e Efeso I e II: Corretto errore di battitura
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Crisi iconoclasta e scisma foziano: Corretto errore di battitura
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[[File:Clasm Chludov.jpg|thumb|verticale|Raffigurazioni di Gesù distrutte dagli [[iconoclastia|iconoclasti]], [[miniatura]] del [[Salterio Chludov]], [[IX secolo]]]]
 
Nel corso del [[VII secolo]] in Oriente ebbe inizio un movimento, detto [[iconoclastia]], di rifiuto del culto delle immagini religiose allora molto in voga. Le prime misure vennero prese nel 725 dall'imperatore [[Leone III Isaurico]] che sostituì il patriarca di Costantinopoli [[Germano I]] con l'iconoclasta [[Anastasio di Costantinopoli|Anastasio]], qualche anno più tardi venne formalmente vietato rappresentare la divinità in modo figurato e non simbolico.<ref>{{cita|Gallina, Tabacco e Merlo, 2001|pp. 152-155, 160}}.</ref> Ma con fu con il nuovo imperatore, [[Costantino V]], che la dottrina iconoclasta diventò dottrina ufficiale dell'impero, e si iniziò una sistematica distruzione delle icone, ufficializzata nel [[concilio di Hieria]] del 754. I maggiori oppositori di questa politica (gli ''[[Iconodulia|iconoduli]]'', favorevoli al culto delle immagini) furono i monaci.<ref>{{cita|Gallina, Tabacco e Merlo, 2001|pp. 164-167}}.</ref> Con l'imperatrice [[Irene (imperatrice)|Irene]] si ebbe una reazione opposta: convocato nel 786 il [[concilio di Nicea II]], il culto delle immagini poté essere ripristinato.<ref>{{cita|Gallina, Tabacco e Merlo, 2001|pp. 169-170}}.</ref> L'iconoclastia tornò nell'815 con [[Leone V l'Armeno]], seppur con posizioni meno dure, per poi cessare del tutto nell'845, quando la reggente [[Teodora Armena|Teodora]], vedova dell'imperatore [[Teofilo (imperatore)|Teofilo]], ristabilì definitivamente il culto delle immagini.<ref>{{cita|Gallina, Tabacco e Merlo, 2001|pp. 171-174}}.</ref>
 
Nel [[IX secolo]] si consumò una nuova crisi fra Occidente e Oriente. Quando l'imperatore [[Michele III]] depose il patriarca di Costantinopoli Ignazio I e al suo posto nominò [[Fozio di Costantinopoli|Fozio]], [[papa Niccolò I]] si sentì legittimato a intervenire in forza del suo primato, intimando all'imperatore di reintegrare Ignazio sulla cattedra costantinopolitana. Fozio rispose convocando nell'867 un sinodo, con cui scomunicò il papa, dichiarandolo deposto, sancendo così [[scisma foziano|uno scisma]] tra le due Chiese; questo durò per circa due anni. Fu ricomposto nell'869 a [[Concili di Costantinopoli dell'869-870 e dell'879-880|seguito di un nuovo sinodo]]. Nonostante ciò, i rapporti tra Roma e Costantinopoli erano oramai definitivamente compromessi.<ref>{{cita|Azzara, 2006|pp. 42-43}}.</ref>