Stefano I d'Ungheria: differenze tra le versioni

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Molti signori ungheresi rifiutarono di accettare la sovranità di Stefano anche dopo la sua incoronazione: secondo la ''Chronica Picta'', il nuovo re concentrò le sue attenzioni in primis verso suo zio, Gyula il Giovane o Gyyla III, la cui regione d'influenza «appariva la più ampia e ricca».<ref name="kon53"/><ref>{{cita|Chronica Picta|cap. 40.65, p. 105}}.</ref><ref name="kri24">{{cita|Kristó (2001)|p. 24}}.</ref> Stefano invase la Transilvania e sottomise Gyula e la sua famiglia intorno al 1002 o nel 1003.<ref name="eng27"/><ref name="kri24"/><ref>{{cita|Sălăgean (2005)|pp. 150-151}}.</ref><ref name="cur145">{{cita|Curta (2001)|p. 145}}.</ref> I contemporanei ''[[Annali di Hildesheim]]'' asseriscono che il monarca convertì «con la forza le terre di suo zio alla fede cristiana» in seguito alla sua conquista.<ref name="kri24"/><ref name="cur145"/> Di conseguenza, gli storici datano l'istituzione della [[Arcidiocesi di Alba Iulia|diocesi di Transilvania]] a questa fase storica.<ref name="tho58"/><ref name="cur145"/> Se l'identificazione proposta da Kristó, Györffy e altri storici ungheresi di Gyula con Prokui fosse valida, Gyula cercò rifugio dopo esser fuggito dalla prigionia alla corte di [[Boleslao I di Polonia|Boleslao I il Coraggioso]], il [[duca di Polonia]] (r. 992-1025).<ref name="kri24"/><ref name="cur146">{{cita|Curta (2001)|p. 146}}.</ref> Stando a quanto riferito da Tietmaro di Merseburgo, Prokui era lo zio di Stefano.<ref name="kri24"/><ref name="cur146"/>
 
{{citazione|[...] Dove i suoi territori [di Boleslao il Coraggioso], confinavano con quelli degli Ungari, egli possedeva un borgo, protetto da un signore, Prokui, zio del re d'Ungheria. Proprio come adesso, Prokui era stato cacciato dai suoi domini dal re e sua moglie era stata fatta prigioniera: Nonnon potendola liberare, la ricevette come libero dono da suo nipote, malgrado fosse suo nemico. Non ho mai sentito dire di nessuno che avesse così tanto riguardo per i vinti: per questo Dio gli concesse una leale vittoria non solo nel citato borgo, ma anche altrove. [...]|[[Tietmaro di Merseburgo]], ''Chronicon''<ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|p=654-655|capitolo=Libro VIII, 4|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref>}}
 
Circa un secolo dopo, anche il cronista [[Gallo Anonimo]] menzionò i conflitti armati tra Stefano e Boleslao, affermando che quest'ultimo «sconfisse i magiari in battaglia e si assicurò tutte le loro terre fino al [[Danubio]]».<ref name="ste19"/><ref>{{cita|Gesta principum Polonorum|cap. 6, pp. 31-33}}.</ref><ref name="gyo142">{{cita|Györffy (1994)|p. 142}}.</ref> Györffy ha affermato che il rapporto del cronista si riferisce all'occupazione della valle del fiume [[Morava]] (un affluente del Danubio) da parte dei polacchi negli anni 1010.<ref name="gyo142"/> Dal canto suo, la ''Cronaca polacco-ungherese'' afferma che il duca polacco occupò vasti territori a nord del Danubio e a est della Morava fino a Strigonio all'inizio dell'XI secolo.<ref name="gyo142"/><ref name="ste1921">{{cita|Steinhübel (2011)|pp. 19-21}}.</ref> Secondo Steinhübel, quest'ultima fonte prova che una porzione significativa delle terre che oggi formano la [[Slovacchia]] erano sotto il dominio polacco tra il 1002 e il 1030.<ref name="ste1921"/> In contrasto con lo storico slovacco, Györffy ha ipotizzato che questa cronaca di epoca più tarda, «in cui si sussegue un'assurdità dopo l'altra», contraddice ogni fatto conosciuto grazie alle fonti dell'XI secolo.<ref>{{cita|Györffy (1994)|pp. 107-108, 142}}.</ref>