Adolf Hitler: differenze tra le versioni
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'''Adolf Hitler''' ([[20 aprile]] [[1889]] - [[30 aprile]], [[1945]]) fu ''"[[Führer]] und Reichskanzler"'' (Capo e Cancelliere) della [[Germania]] dal [[1933]] al [[1945]]. Fu il principale istigatore dell'[[olocausto]] e della [[seconda guerra mondiale]], che assieme portarono alla morte di circa 50 milioni di persone.
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Come Schleicher si imbarcò in questa difficile missione, von Papen e [[Alfred Hugenberg]], Segretario del [[Partito Nazional Popolare Tedesco]] (DNVP), che prima dell'ascesa nazista era il principale partito di destra, cospirarono per persuadere Hindenburg a nominare Hitler come cancelliere in coalizione con il DNVP, promettendo che sarebbero stati in grado di controllarlo. Quando Schleicher fu costretto ad ammettere il suo fallimento, e chiese ad Hindenburg un altro scioglimento del Reichstag, Hindenburg lo silurò e mise in atto il piano di von Papen, nominando Hitler Cancelliere con von Papen come Vicecancelliere e Hugenberg come Ministro dell'Economia, in un gabinetto che comprendeva solo tre nazisti; Hitler, Göring, e [[Wilhelm Frick]]. Il [[30 gennaio]] [[1933]], Adolf Hitler prestò giuramento come Cancelliere nella camera del Reichstag, sotto gli sguardi e i gli applausi di migliaia di sostenitori del nazismo.
Il Partito Comunista Tedesco e i suoi padroni di [[Mosca (città) | Mosca]] si devono prendere gran parte della colpa per l'ascesa al potere di Hitler. Fin dal [[1929]], [[Stalin]] aveva spinto il [[Comintern]] ad adottare una politica di estremo settarismo verso tutti gli altri partiti di sinistra; i Socialdemocratici erano trattati come "Fascisti sociali" e nessuna alleanza doveva essere stretta con loro. Questo serviva ai fini politici interni di Stalin, ma ebbe conseguenze disastrose in Germania. Il Partito Comunista, non solo fallì nell'opporsi al nazismo in alleanza con i Socialdemocratici, ma cooperò tatticamente con i primi (soprattutto in occasione dello sciopero dei trasporti pubblici berlinesi del 1932). Capirono subito l'errore di questa politica. Usando il pretesto dell'[[Incendio del Reichstag]], Hitler emise il "[[Decreto dell'Incendio del Reichstag]]", del [[28 febbraio]] [[1933]]. Il decreto sopprimeva diversi importanti diritti civili in nome della sicurezza nazionale. I leader comunisti, assieme ad altri oppositori del regime, si trovarono ben presto in prigione. Al tempo stesso le SA lanciarono un ondata di violenza contro i movimenti sindacali, gli ebrei e altri nemici.
Ma Hitler non aveva ancora la nazione in pugno. La nomina a Cancelliere di Hitler e il suo uso dei meccanismi incastonati nella costituzione per approdare al potere hanno portato al mito della nazione che elegge il suo [[dittatore]] e al supporto della maggioranza alla sua ascesa. Hitler divenne Cancelliere su nomina legale del Presidente, che era stato eletto dal popolo. Ma né Hitler, né il partito disponevano della maggioranza dei voti. Nelle ultime elezioni libere, i nazisti ottennero il 33% dei voti, guadagnando 196 dei 584 seggi disponibili. Anche nelle elezioni del marzo [[1933]], che si svolsero dopo che terrore e violenza si erano diffuse per lo stato, i nazisti ricevettero solo il 44% dei voti. Il partito ottenne il controllo della maggioranza dei seggi al Reichstag attraverso una formale coalizione con il DNVP. Infine, i voti addizionali necessari a far passare l'[[Atto dei pieni poteri]], che investì Hitler di un'autorità dittatoriale, i nazisti se li assicurarono espellendo i deputati comunisti e intimidendo i ministri del Partito di Centro. In una serie di decreti che arrivarono subito dopo, vennero soppressi gli altri partiti e bandite tutte le forme di opposizione. In solo pochi mesi, Hitler aveva raggiunto un controllo autoritario senza aver mai violato o sospeso la costituzione di Weimar. Ma aveva minato la democrazia per poterlo fare.
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Nei tre anni seguenti Hitler conseguì una sfilza quasi ininterrotta di successi militari. La Polonia venne rapidamente sconfitta e spartita con i sovietici. Nell'aprile [[1940]] la Germania invase [[Danimarca]] e [[Norvegia]]. In maggio iniziò un offensiva lampo che travolse rapidamente [[Paesi Bassi]], [[Belgio]], [[Lussemburgo]] e la [[Francia]], che collassò nel giro di sei settimane. Nell'aprile [[1941]] toccò a [[Jugoslavia]] e [[Grecia]] ad essere invase. Nel frattempo le forze tedesche avanzavano attraverso il Nord Africa verso l'[[Egitto]]. Queste invasioni furono accompagnate dal bombardamento di città indifese come [[Varsavia]], [[Rotterdam]] e [[Belgrado]]. L'unico insuccesso di Hitler fu quello di non riuscire a piegare la Gran Bretagna con i bombardamenti, tentativo che venne contrastato durante la [[Battaglia d'Inghilterra]].
Il [[22 giugno]] [[1941]] ebbe inizio l'[[Operazione Barbarossa]]. Le forze di Hitler invasero l'Unione Sovietica, occupando rapidamente il terzo occidentale della [[Russia]] europea, assediando [[Leningrado]] e minacciando [[Mosca (città) | Mosca]]. Durante l'inverno l'armata di Hitler venne respinta alle porte di Mosca, ma l'estate successiva l'offensiva riprese. Per il luglio [[1942]] le truppe di Hitler erano sul [[Volga]]. Qui vennero sconfitte nella [[Battaglia di Stalingrado]], la prima grossa sconfitta tedesca. In Nord Africa i britannici sconfissero i tedeschi nella [[seconda battaglia di El Alamein]], contrastando i piani di Hitler di catturare il [[Canale di Suez]] e il [[Medio Oriente]].
==L'olocausto==
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