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== Storia ==
=== La fondazioneFondazione del castello ===
Del [[toponimo]] Crevalcore sono state fornite diverse e contrastanti spiegazioni etimologiche; la più antica di cui si abbia notizia risale al XVI secolo ed è di [[Carlo Sigonio]]: «Castrum alterum Crepacorium ad disrumpendum cor hostium munivere»<ref>Carlo Sigonio, De rebus bononiensibus, Francfurti 1604, I. 5.</ref>. Con l'espressione "castrum alterum" il Sigonio si riferisce alla costruzione di un secondo castello (l'attuale Crevalcore) compiuta dal [[Comune di Bologna]] fra il 1226 e il 1231 dopo la completa distruzione del precedente ad opera delle truppe dell'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]] nel 1219. Sul versante letterario il [[Alessandro Tassoni|Tassoni]] inventa una spiegazione ancor più allettante e fantasiosa:
«Già vi fu morto Pansa e dal dolore nominata dai suoi fu Grevalcore»<ref>Alessandro Tassoni, La secchia rapita, c. Il, 15ª ottava</ref> riferendosi a un episodio delle [[guerre civili (storia romana)|guerre civili del 43 a.C.]], la cosiddetta ''[[guerra di Modena]]''.
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Il castello non ebbe vita facile; per richiamarvi gente dalle zone limitrofe allo scopo di disporre di un maggior numero di braccia per la difesa furono concesse esenzioni fiscali che ne fecero un "borgo franco", ma nel 1239 nuovamente fu investito dalle milizie di Federico II, occupato e incendiato. Dopo un'ulteriore ricostruzione il [[Senato bolognese]] considerò l'opportunità di un più rapido collegamento con Bologna che avrebbe permesso l'invio di rinforzi con maggiore celerità; tra il 1245 e il 1250 fu tracciata la nuova strada che, congiungendo in linea retta [[Quartiere Borgo Panigale|Borgo Panigale]] con [[San Giovanni in Persiceto|Persiceto]] e Crevalcore, prese il nome di Crevalcorese. Alla fine del XIII secolo si fecero ulteriori opere di fortificazione e venne rafforzata la guarnigione di stanza nel castello a causa delle lotte con gli [[Este]]nsi, insediatisi a Modena nel 1289. Il XIV secolo fu particolarmente ricco di scontri, assalti, colpi di mano, sia nelle contingenze delle lotte tra [[Geremia (famiglia)|Geremei]] e [[Lamberti (famiglia)|Lambertazzi]] sia a causa dell'occupazione viscontea.
 
I Pepoli, cedendo il dominio di Bologna ai [[Visconti]], si erano riservati i castelli di Persiceto e Crevalcore, ma [[Giovanni da Oleggio]], che governava a nome dell'Arcivescovo [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]], imprigionò [[Jacopo Pepoli]] e si fece consegnare i due castelli. Deciso a recuperare Bologna, di cui l'Oleggio si era proclamato signore nel 1359 dopo la morte dell'Arcivescovo, [[Bernabò Visconti]], giunto con un esercito, prese Crevalcore; Bologna era stata nel frattempo ceduta al Papa e il Legato pontificio, cardinale [[Egidio Albornoz]], si era attestato a Persiceto. Per alcuni anni si ebbe una situazione di tensione con scaramucce e scontri finché, avendo la meglio le truppe pontificie, il Visconti fu costretto a ritirarsi. A Crevalcore si svolsero nel 1364 le trattative di pace, concluse con la cessione del castello al Legato.
La minaccia viscontea si riaffacciò con maggior vigore nel 1385, dopo l'ascesa al potere di [[Gian Galeazzo Visconti|Giangaleazzo]]: Crevalcore fu teatro di importanti fatti d'arme nel 1390, tra l'esercito del duca e [[Alberico da Barbiano]], comandante delle truppe bolognesi. Nel 1389, in previsione di un attacco visconteo, essendo il più esposto dei castelli bolognesi, era stato nuovamente fortificato, rinforzato il palancato di travi che lo cingeva e rinsaldato il terrapieno.
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Fra le opere idrauliche di maggior rilievo va annoverato lo scavo del Cavamento Foscaglia, gettantesi in Panaro all'altezza di [[Finale Emilia|Finale]], per il quale si rese necessaria una trattativa con gli Estensi.
 
=== L'organizzazioneOrganizzazione del territorio ===
Tutto il territorio, nonostante fosse passato dal 1130 sotto il dominio di Bologna, era rimasto di proprietà dell'Abbazia nonantolana che lo gestiva concedendolo in [[enfiteusi]] ai terrazzani.
Nel Trecento però l'Abbazia era in decadenza e la concessione in enfiteusi serviva ormai a mascherare vere e proprie alienazioni. Si trattava di terreni in larga parte incolti; nel 1312 gli abitanti di Crevalcore ottennero un'area a est del castello che diede origine a una partecipanza, di cui resta il ricordo nel toponimo [[Beni Comunali]].
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Fu probabilmente in questa circostanza che venne demolita la chiesa di S. Martino in Cozzano, citata già nei documenti dell'XI secolo. È forse l'ultima volta che la struttura difensiva castrense venne messa alla prova. Nel secolo seguente il fossato, senza più manutenzione, si interrò e diventò luogo di scarico per i rifiuti, tanto che nel 1855 il medico Federico Rossi, attestandone l'insalubrità, ne raccomandò il riempimento.
 
=== Gli ultimi dueUltimi secoli ===
Se nel Settecento la vita crevalcorese appare consumarsi nella tranquillità del quotidiano, scandita dal lento succedersi delle processioni religiose (tale almeno è l'immagine consegnataci da una cronaca di [[Stefano Maria Setti]])<ref>Stefano Maria Setti: Memorie di Crevalcore..., ms. della Biblioteca Comunale di Crevalcore</ref> e non toccata che marginalmente da un episodio militare della [[guerra di successione austriaca]] ([[battaglia di Camposanto]], 8 febbraio 1743), gli avvenimenti del 1796 le conferiranno un'impronta decisamente più dinamica.
Con la creazione della [[Repubblica Cispadana]] il paese fu incluso nel [[Dipartimento dell'Alta Padusa]] che ebbe per capoluogo [[Cento (Italia)|Cento]], ma i cambiamenti di maggior rilievo sotto il profilo economico furono dati dalla soppressione delle Compagnie religiose (dei Battuti, dei Poveri, del Rosario, del Sacramento, dell'Immacolata Concezione), quasi tutte titolari di un patrimonio immobiliare di una certa entità.
 
Si formò un ceto di proprietari terrieri locali dai connotati decisamente borghesi e si instaurò un clima nuovo che non verrà meno neppure dopo la [[Restaurazione]]. La creazione di una scuola pubblica (1824) e l'erezione dell'Ospedale Barberini furono tra gli eventi più importanti della prima metà dell'Ottocento; fu tuttavia l'edilizia privata che ricevette particolare impulso in tale periodo con il rinnovo di molti palazzetti prospettanti sul corso principale.
Meno sporadiche si fecero, intorno alla metà del secolo, le notizie riguardanti professionisti particolarmente attenti ai problemi sociali o culturali; il citato Federico Rossi fu autore di un "Abbozzo di Topografia medica del comune di Crevalcore", mentre il centese Gaetano Atti fondò una "Scuola di Umanità e Rettorica"<ref>Lia Montanari, La Topografia medica di Federico Rossi, in: Notiziario di Crevalcore n. 3/4, Dic. 1985, pp. 20-21; Paolo Cassoli, La scuola di "Umanità e Rettorica" di Gaetano Atti, in: Notiziario di Crevalcore N 2, maggio 1985, pp. 12-14</ref>.
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L'[[incidente ferroviario di Crevalcore]] si è verificato il 7 gennaio 2005 quando un treno interregionale proveniente da Verona e diretto a Bologna si è scontrato frontalmente con un treno merci. All'epoca la [[ferrovia Bologna-Verona]] nel tratto interessato dall'incidente era ancora in larga parte a binario unico. Vi furono diciassette vittime e molti feriti.
 
==== Il terremotoTerremoto del 2012 ====
Anche Crevalcore è stato colpito daidal [[terremoto dell'Emilia del 2012|terremoti che hanno devastato l'Emilia nel 2012]], che hannoha provocatocausato crolli nel ''Castello dei Ronchi'' e in diversi edifici del centro storico, come illa sede del comune (poi trasferito nella vecchia biblioteca comunale) o, il teatro (chiuso per pericolo di crollo dal mese di maggio del 2012). Essendo inagibilee la [[chiesa parrocchiale, le comunioni e le cresime di quell'anno sono state celebrate in un tendone nel giardino dell'asilo Stagni]]. Nel 2013 è stata costruita una nuova chiesa nel "Piazzale Nord" ossia un grande spazio cementato. LaQuesta chiesa haè subitostata diverse critichecriticata per il suo stile architettonico moderno con ampie finestre sul soffitto e pareti in legno.
 
=== Simboli ===
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Il centroCentro ===
Caratteristica di Crevalcore è la struttura urbana a reticolo dovuta al piano urbanistico coerente degli [[agrimensura|agrimensori]] bolognesi del XIII secolo. L'assenza di preesistenze consentì una pianta quadrata senza irregolarità, impostata su un [[decumano]] della centuriazione romana. Tale impianto si è conservato essenzialmente intatto poiché le espansioni (tutte novecentesche) si sono adeguate all'antico reticolo.
[[File:Crevalcore Chiesa di San Silvestro.jpg|thumb|left|La Chiesa di San Silvestro]]
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A metà strada tra Porta Bologna e la chiesa di San Silvestro, sorge il [[teatro comunale (Crevalcore)|teatro comunale]], edificato su progetto dell'ingegnere [[Antonio Giordani]] e inaugurato nel 1881. L'interno è stato decorato dal pittore crevalcorese Gaetano Lodi (1830-1886), ornatista di corte dei Savoia, con motivi floreali; è soprattutto notevole il plafond della sala. Nell'atrio sono visibili un busto del Lodi e gli stemmi di alcune antiche famiglie crevalcoresi. Il sipario è opera del pittore e scenografo bolognese [[Raffaele Faccioli]]: rappresenta ''[[Marcello Malpighi]] alla corte del Granduca [[Leopoldo II di Toscana]]''; intorno, i ritratti a medaglione monocromi di crevalcoresi illustri.
 
=== I dintorniDintorni ===
Nella campagna crevalcorese ci sono cinque antiche ville di rilevante interesse, benché scarsamente note.
La prima è la villa Caprara in località Ronchi, un complesso imponente acquisito di recente dal Comune di Crevalcore di cui fanno parte un palazzo padronale (XVI secolo.?) con ambienti affrescati, due massicci torrioni (XVIII secolo) e una elegante chiesa settecentesca a pianta ellittica.