All'inizio del [[II secolo]] d.C. sulle coste della Tanzania sull'[[oceano Indiano]] iniziarono a nascere insediamenti commerciali [[persia]]ni e [[arabi]]. Poi l'interscambio culturale fra Arabi e Bantu contribuì in gran parte a formare la cultura odierna della regione costiera, e influenzò profondamente la [[lingua swahili]], oggi lingua ufficiale della Tanzania. Il commercio di risorse provenienti dall'entroterra africano ([[avorio]] e [[oro]]) e l'avvio della [[Tratta araba degli schiavi|tratta araba di schiavi]]<ref>Paul Lovejoy, ''Transformations of Slavery: A History of Slavery in Africa'', Cambridge University Press, 2012</ref><ref>Nota [[Rivolta degli Zanj|la durissima rivolta]], durata un quindicennio, degli schiavi neri africani, chiamati [[Zanj]], nelle [[marcita|marcite]] [[Iraq|irachene]] nel [[IX secolo]], che tenne sotto scacco il Califfato abbaside.</ref> consentì agli insediamenti arabo-persiani di fiorire, trasformandosi in vere e proprie città, come [[Kilwa (città storica)|Kilwa]]; complessivamente, questa epoca di grande sviluppo viene ricordata con il nome di [[epoca shirazi]] ("epoca persiana"). I rapporti fra Bantu e Arabi continuarono a essere determinanti per la costa della Tanzania orientale per gran parte del millennio. Nel [[1840]] [[Zanzibar]] divenne capitale di un potente [[sultanato]], legato a quello dell'[[Oman]]. Gli arabi portarono in Africa orientale la loro cultura, il loro [[alfabeto]], la loro [[letteratura]], l'[[Islam]] e coltivazioni come i [[chiodo di garofano|chiodi di garofano]].
del millennio. Nel [[1840]] [[Zanzibar]] divenne capitale di un potente [[sultanato]], legato a quello dell'[[Oman]]. Gli arabi portarono in Africa orientale la loro cultura, il loro [[alfabeto]], la loro [[letteratura]], l'[[Islam]] e coltivazioni come i [[chiodo di garofano|chiodi di garofano]].