Carrosio: differenze tra le versioni

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Nel [[1144]] i signori di [[Montaldeo]] prestarono fedeltà alla Superba metà del loro feudo e garantirono il possesso di Voltaggio, ''Fiaccone'' (oggi [[Fraconalto]]) e Amelio (altro nome di Meo); due anni dopo, i signori di ''Gamondio'' (oggi noto come [[Castellazzo Bormida]]) si impegnarono ad assistere Genova nella gestione dei tre possedimenti.
 
La situazione non fu però sempre pacifica: nel [[1192]] i Consoli di [[Alessandria]] si impegnarono ad aiutare Genova nel possesso dei castelli di Montaldeo, Aimero, [[Tassarolo]] e [[Pasturana]] oltre a quelle stabilite già in zona: con Gavi ormai “rassegnata” a chiedere a sua volta l’alleanza con Genova, Amelio passò ad essere un punto di snodo – per quanto cruciale – al servizio della Superba, frequentato non solo da genovesi, ma anche da mercanti milanesi e pavesi, che da [[Tortona]] risalivano verso la costa ligure<ref>{{Cita libro|autore=Roberto Benso|titolo=Carrosio - Il mito e la realtà|anno=1976|capitolo=3}}</ref>.
 
=== Il declino di Aimero (Meo) e la “rinascita” di Carrosio ===
L’aumento delle frane e la progressiva diminuzione dell’importanza di Aimerio (nei documenti dell’epoca citata anche come ''Amelio'') per via del passaggio sempre maggiore dei mercanti verso la via lungo il Lemme, facilitata dagli accordi con Gavi, causò un rapido declino dell’insediamento, coi suoi abitanti che si sparsero negli insediamenti vicini: quello più “scelto” fu appunto quello di Carrosio.
 
Alcuni gruppi familiari mantennero le proprie origini di Amelio nel cognome: fra questi gli Ameri, gli Amelio e gli Imelio. Nei secoli successivi, questi cognomi figurarono spesso nei documenti delle famiglie nobiliari e nei registri della Chiesa, tra le alte cariche locali<ref>{{Cita libro|autore=Roberto Benso|titolo=Carrosio - Il mito e la realtà|anno=1976|capitolo=4}}</ref>.
 
Nel [[1625]] [[Carlo Emanuele I]] riportò una memorabile vittoria sui genovesi, milanesi e modenesi coalizzati. Il 10 maggio del 1625 Carlo Emanuele alleato dei francesi fu sonoramente sconfitto dai Valligiani dell'Alta Valpolcevera corsi a difesa di Genova, al Passo del Pertuso nei pressi di Montanesi, oggi nel Comune di Mignanego, dove per ringraziare la Madonna fu edificato il Santuario di Nostra Signora della Vittoria. Ancora oggi, il 10 maggio, i valligiani accorrono per la festa della Madonna della Vittoria Regina di Genova.