Palazzo Davanzati: differenze tra le versioni

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Nel 1920 la casa era stata riarredata e di nuovo il mobilio fu oggetto di vendita nel [[1924]], ma questa volta invece di andare disperso venne acquistato dagli antiquari di origine egiziana Vitale e Leopoldo Bengujat, che affittarono anche l'edificio e di lì a poco lo acquistarono (1926), facilitati da una serie di sfortune commerciali del Volpi. Nel [[1934]] l'arredo venne venduto all'asta e acquistato dalla Spanish Art Gallery.
 
Successivamente, "allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]], il palazzo, oramai di proprietà di un gruppo antiquario londinese, fu requisito e dato in gestione al [[Monte dei Paschi]]: fu adibito a ufficio di carte annonarie e di controllo dei consumi del Comune di Firenze; ufficio impianti elettrici delle Ferrovie dello Stato; Commissione provinciale di Censura. Alla fine della guerra il palazzo venne reso al proprietario e tramite il conte [[Alessandro Contini Bonacossi]] venne acquistato dallo Stato nel 1951"<ref>Mazzino Fossi</ref>.
 
Destinato a ospitare il Museo dell'Antica Casa Fiorentina, inaugurato nel 1956, il palazzo conobbe nuovi restauri diretti da Alfredo Barbacci, ed ebbe un nuovo arredamento per le cure di Filippo Rossi e [[Luciano Berti]], vedendo qui confluire dipinti, arredi e oggetti d'uso domestico dal [[Museo Nazionale del Bargello]], dalle Gallerie fiorentine e da donazioni di privati.
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Varcata la soglia del portone si accede a un vano che anticamente era la loggia privata della famiglia, aperta sulla strada. Nel tempo qui furono anche tenute delle botteghe, tamponandone le aperture.
 
È coperta da [[Volta a crociera|volte a crociera]] e divisa in tre [[campate]]. Sul soffitto si vedono quattro piombatoi di difesa, aperture con le quali si poteva sorvegliare dal primo piano la loggia e scacciare eventuali aggressori gettando proiettili e liquidi bollenti. Sulla parete frontale si vede dipinto uno stemma dei [[Corbinelli (famiglia)|Corbinelli]] e altri stemmi dei [[Davizzi]]. Frammenti di pitture parietali staccati, del tutto simili a quelli delle stanza del palazzo nelle sale superiori, provengono dalle case dei Davanzati, dei Pilli e dei Lamberti che, un tempo nei vicoli attigui, vennero demolite durante il [[Risanamento di Firenze]]. Due lapidi in marmo ricordano i lavori di ripristino dell'epoca di [[Elia Volpi]]. Nelle vetrine si trovano alcune memorie fotografiche dell'antico allestimento dell'antiquario e di alcuni suoi colleghi che gli succedettero nella proprietà, e cimeli, come l'antico album delle firme dei visitatori.
 
=====Cortile=====
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Al primo piano si trovano un salone "madornale", che corrisponde alla loggia del pian terreno, una sala da pranzo, uno studiolo e una camera da letto, che corrispondono al portico del cortile.
 
Il salone principale, dotato di ben cinque finestre e dal soffitto riccamente decorato (originale trecentesco nella prima e seconda campata a destra di chi entra, quattrocentesco nella terza e quarta), mostra alle pareti ganci per drappi e arazzi. Vi sono appesi due arazzi a colonna e una spalliera con [[grottesche]] dell'arazzeria fiorentina della prima metà del XVII secolo. Appesi alla parete d'ingresso si trovano tre busti di imperatori romani in [[terracotta invetriata]], opera di [[Benedetto Buglioni]].
 
Su una credenza toscana quattrocentesca si trovano alcune sculture, come una ''Madonna del libro'' di scuola ferrarese (1450 circa), una ''Madonna della Misericordia'' con stemmi [[Serragli]] attribuita a [[Marco della Robbia]] e proveniente dal [[Carmine (Firenze)|Carmine]] (1528), un altarolo dipinto di scuola fiorentina del 1450-1475 circa, una statuetta di santo papa di scuola lombarda (forse dei fratelli De Donati) del 1490-1510 circa.