Suffragio universale: differenze tra le versioni

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=== [[Italia]] ===
* Nel [[secolo XIX]], fra gli stati italiani preunitari, nel [[Granducato di Toscana]], nelle elezioni del marzo 1849 si concesse il suffragio universale maschile per i maggiori di 21 anni. Potevano essere eletti i maggiori di 25 anni. Le donne possedevano l'elettorato attivo ma non passivo, non potendo quindi essere elette. La [[Repubblica Romana del 1849]] concede per il breve periodo della sua esistenza il suffragio universale, in teoria maschile e femminile, attivo e passivo, non menzionando il sesso dei cittadini in Costituzione<ref name=romana>Articolo 17 della [[Costituzione della Repubblica Romana]]: "Ogni cittadino che gode i diritti civili e politici a 21 anni è elettore, a 25 eleggibile"</ref>, anche se gli eletti all'Assemblea provvisoria furono per consuetudine tutti uomini.
* 1912: Con la [[Legge elettorale italiana del 1912|legge del 1912]] il diritto di voto fu esteso a tutti i cittadini maschi di età maggiore di 30 anni, o che, pur minori di 30 anni ma maggiori di 21, pagassero un'imposta diretta annuale di almeno 19,80 lire, o avessero conseguito la licenza elementare inferiore, oppure avessero prestato il servizio militare. Fu applicato nelle elezioni politiche del 1913 con il tradizionale collegio uninominale a doppio turno: il primo turno si svolse il 26 ottobre e il ballottaggio del secondo turno il 2 novembre 1913.<ref>"The progressive enlargement of suffrage through to 1913 when universal suffrage among males was granted (...) was a true constitutional change, for it transformed an oligarchical constitution into a democratic one": Bernardo Giorgio Mattarella, ''ADMINISTRATIVE LAW IN ITALY: AN HISTORICAL SKETCH (1)'', Riv. trim. dir. pubbl., fasc.4, 2010, pag. 1009.</ref>
* [[1918]]: Con la [[legge elettorale italiana del 1919|legge 16 dicembre 1918]] fu ampliato l'elettorato, sempre maschile, a tutti i cittadini con età maggiore ai 21 anni o che avessero prestato il servizio nell'esercito mobilitato.
* [[1945]]: Il 31 gennaio del 1945, con l'Italia divisa ed il Nordnord amministrato dalla Repubblica Sociale Italiana, il Consiglio dei ministri, presieduto da [[Ivanoe Bonomi]], emanò un decreto che riconosceva il diritto di voto alle donne (decreto legislativo luogotenenziale nº 23 del 2 febbraio 1945).
* [[1946]]: Il 10 marzo 1946 ebbero luogo le prime elezioni "amministrative" con partecipazione femminile. Per quanto riguarda le "politiche": il 2 giugno e la mattina del 3 giugno 1946 ebbe luogo il referendum per scegliere fra monarchia o repubblica a cui i cittadini e le cittadine italiane votarono per la prima volta con suffragio universale.
* [[1947]]: Approvata dall'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea Costituente]] il 22 dicembre 1947 la [[Costituzione Italiana]] agli articoli 56 e 58 stabiliva le limitazioni di suffragio universale per le votazioni alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]], aperta a tutti i cittadini maggiorenni, e al [[Senato della Repubblica]], a tutti i cittadini con età superiore ai 25 anni. Dal 2021, anche per i eleggere i senatori è sufficiente essere maggiorenni. Inoltre all'articolo 75 la costituzione stabilisce che anche i [[referendum]] siano votati a suffragio universale, da tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. Il suffragio universale vale anche per le elezioni regionali e comunali, in cui possono votare i cittadini residenti. Per le cariche elettive regionali e locali, le cause di ineleggibilità ed incompatibilità si fanno risalire all'articolo 51 della Costituzione, ma secondo la giurisprudenza costituzionale devono rispettare il principio di ragionevolezza<ref>[https://www.academia.edu/11435367/Incompatibilità_tra_comuni_e_diritto_regionale Giampiero Buonomo, ''Incompatibilità e ragionevolezza'', in Diritto e giustizia, 5 luglio 2003].</ref>.