Discussione:Totò: differenze tra le versioni

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Guiseppe (discussione | contributi)
Nome: indentazione
Guiseppe (discussione | contributi)
Titolo nobiliare: indentazione
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Perché specificare che i titoli nobiliare erano validi fino al [[1947]], è una cosa valida per tutti i nobili e non sono per lui. Poi questi titoli non sono validi in Italia, però credo che in uno stato monarchico siano ancora validi dopo il 48. Propongo quindi di togliere "fino al 31/13/47". --[[Utente:Kaspo|Kaspo]] 18:02, 5 ott 2007 (CEST)
:Per me OK. Basta solo la nota. Di fatto lo diciamo due volte.<small> Ma... quando viene il 31/13? :-P</small> --[[utente:retaggio|Retaggio]] [[Discussioni_utente:retaggio|''(msg)'']] 18:14, 5 ott 2007 (CEST)
::L'argomento della supposta discendenza di Totò da una o più stirpi nobiliari è stato ampiamente trattato da Camillo De Curtis nel volume "Storia della Famiglia de Curtis dai Longobardi fino alla falsa nobiltà di Totò: trascrizione, ricerca bibliografica ed archivistica a cura di Domenico Russo", Napoli, Ed. Summana, 2005. Il volume è consultabile presso la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli. La materia è stata inoltre oggetto di discussione nel Foruma "I Nostri Avi. Forum Italiano della Commissione Internazionale permanente per lo Studio degli Ordini Cavallereschi, dell'Istituto Araldico Genealogico Italiano e dell'Associazione d Hidalgos - Junta de Italia" Sito ufficiale: www.iagi.info. La discussione ha oggetto: "Storia di Famiglia e Genealogia. De Curtis (Totò)" ed è iniziata il 14 maggio 2004.
 
L'argomento della supposta discendenza di Totò da una o più stirpi nobiliari è stato ampiamente trattato da Camillo De Curtis nel volume "Storia della Famiglia de Curtis dai Longobardi fino alla falsa nobiltà di Totò: trascrizione, ricerca bibliografica ed archivistica a cura di Domenico Russo", Napoli, Ed. Summana, 2005. Il volume è consultabile presso la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli. La materia è stata inoltre oggetto di discussione nel Foruma "I Nostri Avi. Forum Italiano della Commissione Internazionale permanente per lo Studio degli Ordini Cavallereschi, dell'Istituto Araldico Genealogico Italiano e dell'Associazione d Hidalgos - Junta de Italia" Sito ufficiale: www.iagi.info. La discussione ha oggetto: "Storia di Famiglia e Genealogia. De Curtis (Totò)" ed è iniziata il 14 maggio 2004.
Proporrei pertanto di depennare le parole "il marchese" davanti a "Giuseppe De Curtis", sia nella "Biografia", che in "La questione nobiliare", in quanto inesatto. Propongo, inoltre, di riformulare come segue, i primi tre commi di quest'ultimo capitolo:
"Dopo l'adozione nel 1933 da parte del marchese Francesco Maria Gagliardi Focas e il successivo riconoscimento, quattro anni più tardi, come figlio legittimo da parte del padre naturale (Giuseppe de Curtis), Totò intraprese lunghe e costosissime battaglie legali, portate avanti con caparbia determinazione, per il riconoscimento di nobiltà, anche grazie all'aiuto di esperti avvocati.
 
::Totò riteneva di appartenere a un ramo molto decaduto dei nobili de Curtis, quello dei conti di Ferrazzano,[20] sebbene tale discendenza non sia mai stata dimostrata.
 
::La sentenza del tribunale di Napoli del 1945 gli permetteva, di fatto, di confermare i titoli del genitore adottivo, e di vantare una presunta discendenza dalla stirpe imperiale bizantina".--[[Utente:Luresedoc|Luresedoc]] 10:21, 1 sett 2009 (CEST)
 
:::Non sarei tanto sicuro nel sostenere, come detto in nota, che Totò non avrebbe potuto avvalersi dei predicati (che con l'occasione andrò a correggere, dovendosi scrivere con la "d" minuscola) dopo il 1° gennaio 1948 giacché per la nota disposizione transitoria della Costituzione i predicati dei titoli esistenti al 28 ottobre 1922 sono da considerarsi parte integrante del cognome. La citata sentenza del tribunale di Napoli - divenuta definitiva - ebbe l'effetto di ''riconoscere'' i titoli, non di concederli (cosa che non sarebbe certo spettata alla giurisdizione di un tribunale). I titoli reclamati e quindi riconosciuti a Totò, infatti, erano preesistenti al 28 ottobre 1922. Detto questo, mi risulta che nel Dopoguerra si manifestò tal Marziano Lavarello, il quale - anch'egli assistito da un pricipe del foro - sosteneva di essere l'effettivo detentore dei titoli. Non mi soffermo sulla personalità e sulla reale attività di questo signore, che meriterebbe una voce "ad hoc". --[[Utente:Cambon|Cambon]] ([[Discussioni utente:Cambon|msg]]) 22:51, 27 dic 2009 (CET)
 
::::Con la Costituzione repubblicana i ''predicati'' dei titoli nobiliari sono diventati parte del nome, i titoli veri e propri non hanno più alcun effetto. --[[Utente:Gelatopistacchio|Gelatopistacchio]] ([[Discussioni utente:Gelatopistacchio|msg]]) 23:01, 27 dic 2009 (CET)
 
:::::E' esattamente quello che ho detto più sopra. Per essere più precisi, la cognomizzazione non opera automaticamente, occorre una pronuncia con efficacia di accertamento emessa dal giudice civile. Totò ottenne in più riprese la rettifica dello stato civile che lo riguardava, con decisioni emesse dal tribunale anche in periodo repubblicano. Se poi i giudici si sono sbagliati, magari a causa della gran confusione che regnava all'anagrafe nel Dopoguerra, è un altro discorso, in ogni modo le sentenze sono diventate definitive e sono inoppugnabili. Non conosco il testo della decisione del tribunale, ma a lume di naso debbo supporre che essa si limitò a riconoscere la sfilza di cognomi, ma per quanto riguarda i titoli nobiliari, questi non potevano essere trasmessi a Totò, giacché la legge in vigore all'epoca stabiliva che i figli adottivi non succedono nei diritti nobiliari dell’adottante (articolo 42 del Regio Decreto 7 giugno 1943, n. 651). Solo il Re poteva concedere titoli nobiliari, ma qui https://web.archive.org/web/20120827040105/http://www.cnicg.net/umberto.asp non risulta un provvedimento in favore di Totò emanato da Umberto di Savoia luogotenente del Regno, poi divenuto re Umberto II. In seguito, a fare un po' di confusione intervenne la Repubblica di San Marino, sollecitata non so da chi, che nobilitò il genero Gianni Buffardi, ma questa è altra storia. --[[Utente:Cambon|Cambon]] ([[Discussioni utente:Cambon|msg]]) 20:18, 28 dic 2009 (CET)
 
::::::Si può allora aggiungere quuesta informazione, che cambiò nome, nella voce. Fermo restando che il modo con cui è maggiormente noto è Totò, che quindi resta comunque il titolo della voce. --[[Utente:Gelatopistacchio|Gelatopistacchio]] ([[Discussioni utente:Gelatopistacchio|msg]]) 21:55, 28 dic 2009 (CET)raso il
 
da quando è stata precedentemente aggiornata questa discussione è riapparso il titolo marchionale riferito al padre Giuseppe, sebbene poi più avanti la voce specifica che era un sarto itinerante. Un sarto marchese a fine Ottocento? Poi più avanti la voce dice che non è provato il legame tra i De Curtis di Totò e gli omonimi conti. So che sto toccando la voce di un Grande, ma così non va, e pure questo errore si sta propagando sul web. Totò era certamente nobile per adozione e poi dopo la morte del padre naturale i tribunali lo autorizzarono a cambiare il cognome, ma il padre Giuseppe era appunto già morto e quindi marchese, o nobile, non fu mai. Sullo stato delle ricerche circa gli antenati di Totò vedi per esempio questa nota http://www.antoniodecurtis.com/grimaldi.htm
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