Logica trascendentale: differenze tra le versioni
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→La deduzione trascendentale nella prima edizione: sull'immaginazione |
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Questa unità della sintesi di tutte le apparenze in base a concetti è appunto l'oggetto trascendentale. La possibilità di un'appercezione trascendentale risiede nella conoscibilità ''a priori'' dell'oggetto trascendentale.<ref name=burnham82/>
Nella sezione terza, intitolata ''Sulla relazione dell'intelletto ad oggetti in generale, e sulla possibilità di conoscere a priori questi'' e contenente l'esposizione sistematica, Kant riproduce la deduzione trascendentale, ma in un ordine inverso, partendo dall'io penso, in una forma simile a quella che sarà poi l'organizzazione del testo della deduzione trascendentale nella seconda edizione. Dopo aver cercato di mostrare che l'intelletto è "l'unità dell'appercezione in riferimento alla sintesi della capacità di immaginazione" e che tutte le apparenze sono "subordinate a tale intelletto" e hanno con esso una "necessaria relazione", Kant prova a ricapitolare, "cominciando dal basso, ossia da ciò che è empirico".<ref>{{Cita|''Critica della ragione pura''|
L'importanza dell'[[immaginazione]] e il suo ruolo di ponte tra sensibilità e intelletto è evidente in queste pagine. Kant cerca, attraverso il riferimento alla sintesi della capacità di immaginazione, di risolvere lo stesso problema che aveva spinto [[Platone]] a mettere a punto l'[[argomento del terzo uomo]] nel ''[[Parmenide (dialogo)|Parmenide]]
{{citazione|I due termini estremi, cioè la sensibilità e l'intelletto, debbono risultare necessariamente connessi mediante questa funzione trascendentale della capacità di immaginazione.<ref>{{Cita|''Critica della ragione pura''|p. 204|Colli}}.</ref>}}
Qualche pagina prima, Kant aveva peraltro osservato che "La capacità di immaginazione è [...] destinata a trasformare il molteplice dell'intuizione in un'immagine [...]"<ref>{{Cita|''Critica della ragione pura''|p. 197|Colli}}.</ref>.
Nella storia della filosofia e della psicologia a Kant precedenti, il ruolo dell'immaginazione era stato sempre sussidiario, per lo più associato al corpo e alle passioni (ad esempio da [[Cartesio]], all'inizio della sesta delle sue ''[[Meditazioni (Cartesio)|Meditazioni]]'') piuttosto che alla mente. Kant invece ritiene che essa abbia una funzione sintetica (cioè produttiva) pura ''a priori'', pur essendo "sempre sensibile"<ref>{{Cita|''Critica della ragione pura''|p. 203|Colli}}.</ref>. Questa interpretazione dell'immaginazione avrà una grande influenza sulla filosofia successiva e rappresenterà il punto di partenza dell'interpretazione [[Heidegger|heideggeriana]] di Kant.<ref>{{cita|Burnham e Young|pp. 86-87}}.</ref>
Il riferimento all'immaginazione si ripeterà nelle pagine sullo schematismo, all'inizio dell{{'}}''Analitica delle proposizioni fondamentali''.<ref name=burnham86/>
====La deduzione trascendentale nella seconda edizione====
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