Alberto Burri: differenze tra le versioni

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Nacque a [[Città di Castello]] (Perugia) il 12 marzo 1915, primogenito di Pietro, commerciante di vini, e di Carolina Torreggiani, insegnante elementare<ref>{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=91151|titolo=Burri Alberto|sito=SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=4 settembre 2018}}</ref>. Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo Annibale Mariotti di [[Perugia]], nel 1934 si iscrisse alla facoltà di medicina all'[[Università degli Studi di Perugia]] della stessa città, laureandosi il 12 giugno 1940.
 
Il 9 ottobre [[1940]], con il grado tenente medico di complemento, fu richiamato alle armi e presto congedato per seguire il tirocinio presso un istituto ospedaliero, ai fini dell'abilitazione all'esercizio della professione. Conseguito il diploma, tornò nell'esercito e, all'inizio di marzo 1943, fu assegnato alla 10ª legione in [[Africa settentrionale]]. Nei giorni della resa italiana in Africa, fu catturato dagli inglesi l'8 maggio [[1943]] e, passato in mano agli statunitensi, fu recluso, insieme a [[Giuseppe Berto]] e [[Beppe Niccolai]], nel "criminal camp" per non cooperatori del [[campo di concentramento di Hereford]] (in [[Texas]]) dove rimase per 18 mesi. Nella primavera del [[1944]] rifiutò di firmare una dichiarazione di collaborazione propostagli e fu catalogato tra i fascisti "irriducibili". Fu in questo periodo che maturò la convinzione di dedicarsi alla pittura.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/alberto-burri/.|titolo=Burri, Alberto nell'Enciclopedia Treccani|lingua=it-IT|accesso=2018-09-04}}</ref>
 
Rientrò dalla prigionia statunitense molto dopo la fine delle ostilità, giungendo a [[Napoli]] il 27 febbraio [[1946]] e vivendo per un breve periodo a Città di Castello, prima di trasferirsi a [[Roma]], dove condivise uno studio in via Mario de' Fiori, nei pressi di piazza di Spagna, con l'amico scultore [[Edgardo Mannucci]]. La prima mostra personale, favorita dall'architetto Amedeo Luccichenti, si svolse nel luglio 1947, presso la galleria La Margherita di Gaspero del Corso e [[Irene Brin]], e fu presentata dai poeti [[Libero de Libero]] e [[Leonardo Sinisgalli]]. Le opere esposte erano ancora di carattere [[Arte figurativa|figurativo]] con qualche debito verso la pittura tonale della [[Scuola romana di pittura|Scuola romana]] degli anni Trenta. Nei giorni dell'esposizione conobbe lo scultore [[Pericle Fazzini]], vicepresidente dell'Art Club, importante sodalizio artistico romano aperto anche alle novità dell'arte astratto-concreta: già nel dicembre 1947 prese parte alla seconda Mostra annuale del sodalizio e continuò ad esporre con l'Art Club fino ai primi anni Cinquanta, sia in Italia sia all'estero.