Logica trascendentale: differenze tra le versioni

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Già le dichiarazioni programmatiche di Kant risultano poco chiare. Nella prefazione alla prima edizione aveva scritto:
{{citazione|Questa trattazione [...] ha peraltro due aspetti. Uno di essi si riferisce agli oggetti dell'intelletto puro, e deve mostrare e rendere comprensibile la validità oggettiva dei suoi concetti ''a priori''; proprio per questo esso è altresì pertinente essenzialmente ai miei scopi. L'altro aspetto tende a considerare l'intelletto puro come tale, secondo la sua possibilità e le capacità conoscitive su cui esso stesso si fonda, a considerarlo quindi in una relazione soggettiva. E sebbene questa indagine sia di grande importanza nei riguardi del mio scopo principale, essa tuttavia non vi appartiene essenzialmente, poiché la questione capitale rimane sempre: che cosa ed in che misura possono conoscere intelletto e ragione, indipendentemente da ogni esperienza? – e non: come è possibile la facoltà di pensare in quanto tale?<ref>{{Cita|''Critica della ragione pura''|p. 13|Colli}}.</ref>}}
Si può a questo punto distinguere una "deduzione oggettiva" (essenziale agli scopi di Kant) e una "deduzione soggettiva" (inessenziale). Quando però Kant passa (nella prima edizione) a trattare della deduzione trascendentale, questa distinzione non viene presentata esplicitamente. Peraltro, la trattazione sembra concentrarsi sulle facoltà conoscitive da cui dipendono diverse essenziali operazioni di sintesi e quindi sulla deduzione soggettiva piuttosto che su quella oggettiva.<ref>{{cita|Guyer|p. 119}}.</ref> Questa distinzione verrà del tutto abbandonata nella seconda edizione.<ref>{{cita|Buroker|p. 106}}.</ref> Spicca poi il fatto che nella prima edizione della deduzione trascendentale non venga fatta menzione alcuna dei giudizi, dopo che da essi, con la deduzione metafisica, Kant aveva ricavato le categorie.<ref name=buroker115>{{cita|Buroker|p. 115}}.</ref> Analogamente, nel testo della prima edizione non risulta alcuna esplicita connessione tra i giudizi e l'[[appercezione trascendentale]]. Il tentativo di risolvere questo aspetto nella seconda edizione condurrà ad una concezione più tormentata del giudizio ed un resoconto della sua connessione con l'appercezione che sembra minare il presupposto della primalità dell'appercezione.<ref>{{cita|Guyer|p. 123}}.</ref>
 
====Principi di una deduzione trascendentale====