Institutional Critique: differenze tra le versioni

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Nel mondo dell'[[arte]], l{{'}}'''institutional critique''' è una forma di pratica e di ricerca artistica che mette al centro i meccanismi e le storture del sistema dell'arte istituzionale, analizzandola e criticandola.
Per istituzioni artistiche in questo caso si devono intendere le gallerie, i [[museo|musei]], i maggiori festival e le più grandi fiere, cioè gli esponenti di peso del [[mercato dell'arte]]. Le origini della ''institutional critique'' le possiamo trovare negli artisti che, nel 1863, si distaccano dal [[Salon des artistes français|Salon]] ufficiale proponendo il [[Salon des Refusés]], nella prima mostra degli [[Impressionismo|impressionisti]] e nelle operazioni di [[Marcel Duchamp]] (ad esempio la [[Fontana (Duchamp)|Fontana]] del 1917), [[Yves Klein]] e [[Piero Manzoni]].
Questa forma di metacritica ha come esponenti di punta [[Michael Asher]], [[Marcel Broodthaers]], [[Daniel Buren]], [[Andrea Fraser]], [[Maurizio Cattelan|Maurizio Cattelan,]] [[John Knight (artista)|John Knight]], [[Adrian Piper]], [[Fred Wilson (artista)|Fred Wilson]], e [[Hans Haacke]].
La produzione critica a riguardo annovera gli articoli e agli studi di [[Alexander Alberro]], [[Benjamin Buchloh]], [[Birgit Pelzer]], e [[Anne Rorimer]].
<ref>{{Cita libro|url=https://mitpress.mit.edu/books/institutional-critique | isbn=9780262013161 |titolo=Institutional Critique: An Anthology of Artists' Writings |data=25 settembre 2009 | editore=MIT Press }}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.moca.org/exhibition/1965-1975-reconsidering-the-object-of-art|titolo=1965-1975: Reconsidering the Object of Art}}</ref>