Caduta della Repubblica Sociale Italiana: differenze tra le versioni
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{{P|Commenti spesso unilaterali e testo in gran parte da revisionare anche sul piano stilistico|storia|gennaio 2008|firma=[[Utente:Bramfab|<span style="color:green;">Bramfab</span>]]<small><span style="color:blue;"> <b>[[Discussioni utente:Bramfab|Discorriamo]]</b></span></small> 10:13, 28 gen 2008 (CET)}}
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L'andamento della guerra lungo la Penisola favoriva sempre più gli angloamericani che, seppur con maggiore lentezza rispetto alle previsioni, riuscivano a superare le linee di resistenza verso il Nord Italia. Di conseguenza, la [[Repubblica Sociale Italiana]] si indeboliva sul proprio territorio sia in estensione sia in sovranità.▼
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Emergenze concatenate complicavano le difficoltà di una guerra prolungata. L'intensificarsi dei bombardamenti aerei anche contro piccoli centri abitati, attività produttive e vie di comunicazione, grazie ad un consolidamento della supremazia aerea che dall'estate [[1944]] era contrastata solamente dall'esigua [[Aeronautica Nazionale Repubblicana]] (ANR). La crisi crescente dei nuclei familiari senza uomini validi e il continuo timore di vessazioni e requisizioni da parte di chi, armato, poteva imporre la momentana ''legge della prevaricazione''.▼
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L'aggravarsi del generale smarrimento faceva lievitare negli abitanti di città e paesi costretti ad un rigido razionamento alimentare l'ansia per la cessazione del conflitto, sia pure con la sconfitta. ▼
▲L'aggravarsi del generale smarrimento faceva lievitare negli abitanti di città e paesi, costretti ad un rigido razionamento alimentare, l'ansia ed il desiderio per la cessazione del conflitto, sia pure
Ma l'emergenza più grave era un crescendo di guerriglia causato dalle uccisioni indiscriminate da parte delle bande ribelli, guidate da ex prigionieri di guerra dimessi dai campi di concentramento italiani, compresi slavi comunisti reduci dalla ''guerra civile spagnola'', e da detenuti comuni appositamente messi in libertà. A questi, col tempo, si aggiunsero disertori [[Wehrmacht]] [[Volksdeutsche]].▼
▲Ma l'emergenza più grave era
Un'emergenza che valeva come saltuario sabotaggio delle retrovie dei fronti combattenti e che, pur di scarsa efficacia sull'andamento della guerra lungo la Penisola, non risultò sgradito agli angloamericani che decisero di appoggiarlo con lancio di armi e viveri e poi con finanziamenti tramite la [[Svizzera]]. ▼
▲Un'emergenza che valeva come saltuario sabotaggio delle retrovie dei fronti combattenti e che, pur di scarsa efficacia sull'andamento della guerra lungo la Penisola, non risultò sgradito agli angloamericani che decisero di appoggiarlo con
Un sabotaggio che, combattuto con rappresaglie di guerra quasi sempre con vittime incolpevoli, molto danneggiò la RSI. Ebbero effetti impopolari le rappresaglie unite ad incendio di abitazioni e a deportazioni in Germania.▼
▲Un sabotaggio che, combattuto con rappresaglie di guerra quasi sempre con vittime incolpevoli,
Dal [[10 settembre]] [[1943]] con un drastico ordine di [[Adolf Hitler|Hitler]], in seguito attenuato ma non annullato, l'Italia fu per i tedeschi territorio di operazioni militari. La relativa legge marziale rimase integra nelle Provincie coinvolte nelle linee di combattimento, in quelle verso il [[Brennero]] (Alpenvorland-OZAV) e verso i territori sloveni annessi dai tedeschi e verso il Regno di Croazia (Adriatisches Kuestenland-OZAK).▼
▲Dal [[10 settembre]] [[1943]] con un drastico ordine di [[Adolf Hitler|Hitler]], in seguito attenuato ma non annullato, l'Italia fu per i tedeschi territorio di operazioni militari. La relativa legge marziale rimase integra nelle Provincie coinvolte nelle linee di combattimento, in quelle verso il [[Brennero]] (Alpenvorland-OZAV) e verso i territori sloveni annessi dai tedeschi e verso il Regno di Croazia (Adriatisches Kuestenland-OZAK).
Nelle due zone di Confine vennero nominati Alti Commissari che, secondo pubblica dichiarazione di Hitler, "riceveranno da me le indicazioni fondamentali per la loro attività” <ref> ''Documenti diplomatici tedeschi Serie E VI n.311''</ref>. Gli Alti Commissari furono l'SS Oberfuehrer Franz Hofer, per le Provincie di Bolzano, Trento e Belluno, e SS Oberfuehrer Friedrich Reiner, per le Provincie di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana. Hofer e Rainer non nascosero volontà annessionistiche, rispettivamente verso il Tirolo e verso la Carinzia, loro territori di origine quali Gauleiter, con poteri di Governatore. Il 1° ottobre il Gauleiter della Carinzia prendeva per decreto con valore retroattivo al 29 Settembre il controllo militare e civile <ref> ''Gazzetta Ufficiale del Litorale Adriatico n.1 del 15 ottobre 1943''</ref> <ref>[[Franco Filanci]]. ''Trieste, tra alleati e pretendenti, ediz. Poste Italiane – Museo Postale dicembre 1995”</ref>.▼
▲Nelle due zone di Confine vennero nominati Alti Commissari che, secondo pubblica dichiarazione di Hitler, "riceveranno da me le indicazioni fondamentali per la loro attività” <ref> ''Documenti diplomatici tedeschi Serie E VI n.311''</ref>. Gli Alti Commissari furono l'SS Oberfuehrer [[Franz Hofer]], per le Provincie di Bolzano, Trento e Belluno, e SS Oberfuehrer [[Friedrich Reiner]], per le Provincie di [[Udine]], [[Gorizia]], Trieste, [[Pola]], [[Fiume]] e [[Lubiana]]. Hofer e Rainer non nascosero volontà annessionistiche, rispettivamente verso il [[Tirolo]] e verso la [[Carinzia]], loro territori di origine quali Gauleiter, con poteri di Governatore. Il 1° ottobre il Gauleiter della Carinzia prendeva per decreto con valore retroattivo al 29 Settembre il controllo militare e civile <ref> ''Gazzetta Ufficiale del Litorale Adriatico n.1 del 15 ottobre 1943''</ref> <ref>[[Franco Filanci]]. ''Trieste, tra alleati e pretendenti, ediz. Poste Italiane – Museo Postale dicembre 1995”</ref>.
Hitler abbandonò Spalato, e in un primo momento anche Zara, alla annessione croata che, dichiarata il 9 settembre 1943, fu subito seguita da operazioni di conquista delle due Provincie italiane della Dalmazia. La strategia annessionistica di territori italiani da parte della Croazia comprendeva Fiume e l'intera Istria fino ai sobborghi di Trieste.▼
▲Hitler abbandonò [[Spalato]], e in un primo momento anche [[Zara]], alla annessione croata che, dichiarata il [[9 settembre]] [[1943]], fu subito seguita da operazioni di conquista delle due Provincie italiane della [[Dalmazia]]. La strategia annessionistica di territori italiani da parte della [[Croazia]] comprendeva Fiume e l'intera [[Istria]] fino ai sobborghi di Trieste.
Sul restante territorio della RSI, divenuto ''retrovia'', tutti i Reparti della RSI, se impiegati in operazioni di rastrellamento, erano agli ordini del Plenipotenziario per l'Ordine e la Sicurezza quali Reparti ''Hilfspolizei'',ossia Reparti ausiliari adibiti ad impieghi condotti dai tedeschi .▼
▲Sul restante territorio della RSI, divenuto ''retrovia'', tutti i Reparti della RSI, se impiegati in operazioni di rastrellamento, erano agli ordini del Plenipotenziario per l'Ordine e la Sicurezza quali Reparti ''Hilfspolizei'',ossia Reparti ausiliari adibiti ad impieghi condotti dai tedeschi. .
Gli angloamericani, dopo lo sfondamento della [[linea
I tedeschi apparivano più che mai in difficoltà perché, avendo in corso negoziati di resa separata, erano privi di univoci ordini sul disporre o meno estreme difese di luoghi strategici del Nord Italia. Tra l'altro si erano impegnati con Angelo Tarchi, Ministro della Produzione Industriale della RSI, a non distruggere ma a ''invertizzare'', ossia soltanto a disattivare, gli impianti di produzione idroelettrica.
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==La fine politica==
La resa politica della RSI avvenne, dopo il fallimento dell'accordo di resa
Assieme ai Ministri rientrati dall'incontro con il Cardinale Arcivescovo di Milano, erano presenti il Ministro [[Alessandro Pavolini]], Segretario del [[Partito Fascista Repubblicano|PFR]], e il Generale [[Renzo Montagna]], già Comandante di Grandi Unità della MVSN in Africa e in Balcania.
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Quest'ultimo, in carenza di Governo, non volle assicurare l'ordine pubblico come avrebbe dovuto quale Capo della Polizia e potendo contare sull'appoggio di [[Junio Valerio Borghese]], nominato il [[24 aprile]] da Mussolini, appositamente per la difesa, Comandante della Piazza di Milano. Si limitò a depositare presso una Banca i sostanziosi fondi della Polizia, quale ''patrimonio dello Stato''.
Infatti fu soltanto, e in parte, la [[Guardia di Finanza]] ad adempiere, iniziando da Corso Sempione dopo l'ultimo giornale radio [[EIAR]] trasmesso alle ore 8.00 del [[26 aprile]] [[1945]], al tradizionale ruolo dei ''poliziotti di pace'' nei trapassi di potere.
L'insuccesso del tentativo di passaggio di consegne ''socialistico'', sempre proposto da [[Carlo Silvestri]] nelle sue visite a Gargnano, in quel pomeriggio del [[25 aprile]] dopo essere giunto in Arcivescovado con l'auto del Cardinale per rimanervi fino alle 19.00, e dove insieme a [[Rodolfo Graziani|Graziani]] erano [[Paolo Zerbino]] e [[Francesco Maria Barracu|Francesco Barracu]] oltre il Capo Provincia Mario Bassi e l'industriale Gian Riccardo Cella (aveva acquistato [[Il Popolo d'Italia]] con 50 milioni di Lire), contribuì a indurre Mussolini all'improvviso scioglimento del Governo.
Nel contempo venivano esonerati dal combattere, ma anche privati di protezione e orientamenti, gli italiani che avevano
La decisione di Mussolini di lasciare Milano in balia di sé stessa e di affrontare
Invece, anch'egli allo sbando pur su una autoblindo della Brigata Nera di Lucca comandata dal Capitano Evandro Tremi, che precedeva l'autocolonna del Maggiore Hermann Schallmeyer della [[Flak]]-avvistamenti, comprendente anche l'automezzo del Tenente Fritz Birzer e i pochi armati del Tenente Willy Flamminger (che da Musso tornarono a Como), poco dopo le ore 16.00 del [[27 aprile]] a [[Dongo]] divenne un prigioniero scomodo e con urgenza il [[CLNAI]]
L'aver accolto, da parte di Mussolini, la richiesta del Cardinale [[Ildefonso Schuster]] del disarmo o dell'allontanamento dei Reparti che presidiavano Milano, procurò gran danno tanto a sé stesso e alla RSI quanto ai fedeli che erano rimasti o confluiti in città, ma
La [[Quinta Armata US]] il 25 aprile aveva cinque Divisioni oltre il Po e una di queste, la 1ª, con oltre diecimila carristi e settecento cingolati, da Cremona puntava su Torino e la Valle d'Aosta, mentre una seconda, la 34ª, da Brescia marciava su Bergamo diretta a Como e poi in Piemonte. Non sollecitate da niente e da nessuno, truppe americane raggiungeranno il centro di Milano il [[29 aprile]] [[1945]].
In Arcivescovado, appena dopo aver confermato la rinuncia alla difesa di Milano e stante la diserzione dei tedeschi ai ''colloqui a tre'', Mussolini disse ai delegati CLNAI [[Raffaele Cadorna]], [[Riccardo Lombardi]] e [[Achille Marazza]] che non poteva dare prima di un'ora risposta alle richieste di ''resa incondizionata'': risposta mai data perché abbandonerà la Prefettura, diretto a Como, alle ore 20.00 dello stesso [[25 aprile]] con accanto [[Nicola Bombacci]] e con [[Rodolfo Graziani|Graziani]] nell'automezzo della scorta SS comandata da Fritz Birzer.
Il cadavere di Mussolini, assieme ad altri ventidue, tornò a Milano il [[29 aprile]] e per l'intera giornata fu oggetto di ludibrio in [[Piazzale Loreto]].
==La fine militare==
Le ostilità in Italia terminarono formalmente nella notte sul [[3 maggio]] [[1945]], alle ore 4.30.
I pochi Reparti della RSI che avevano ripiegato verso il Brennero, in particolare quelli che avevano svolto funzioni di retroguardia anche per le Truppe tedesche in ritirata, dal [[3 maggio]] ebbero semplificate condizioni di resa sulla linea americana di ''cessate il fuoco'' a Rovereto.
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