Luigi Bernini: differenze tra le versioni

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Fu particolarmente attivo nella [[Fabbrica di San Pietro]] come ingegnere, disegnando le macchine del cantiere, e realizzò diverse sculture all'interno della [[Basilica di San Pietro]], tra le più importanti sono un putto sul Sarcofago della Contessa Matilde del [[1634]] e il rilievo con l'''Angelo che porta la croce di s. Elena'' del [[1635]]-[[1639]]. Tra il [[1634]] e il [[1636]] fu autore delle allegorie (in stucco) della Fama per la targa in onore di [[Urbano VIII]] nella [[Basilica di Santa Maria in Aracoeli]] ed eseguì, nel [[1642]], le sculture sui campanili di San Pietro (ora demoliti) e del rilievo ''Pasce oves meas'' nel portico.
 
Nella tarda estate del 1638 scoppia lo scandalo. Quando Gian Lorenzo scopre che la sua amante,[[Costanza Bonarelli]], ha una relazione anche con suo fratello Luigi, impazzisce di gelosia e i suoi eccessi sono descritti nella lettera disperata della madre, Angelica Galante Bernini, al cardinal Francesco Barberini, non datata ma dell'autunno 1638. Luigi fugge da Roma e ripara a Bologna per circa un anno. Del crimine, che il giureconsulto Prospero Farinacci descrive come "atrox et grave delictum", erano spesso vittime le cortigiane. E Costanza fu trattata come tale, punita (forse per adulterio) con la detenzione nella Domus Pia de Urbe, nota come monastero di Casa Pia, mentre Luigi, che non era così importante nei disegni del papa, veniva esiliato da Roma. Nel [[1645]] venne graziato e si riappacificò con il fratello.
 
Nel [[1648]] assistette alla sistemazione dell'obelisco della [[Fontana dei Quattro Fiumi]] e completò, insieme al fratello, il Sepolcro di Urbano VIII in San Pietro.