Maometto: differenze tra le versioni

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[[File:Miniatura Maometto.jpg|thumb|L'[[arcangelo Gabriele]] riferisce la Rivelazione di Dio a Maometto, ancora una volta velato (antica miniatura).]]
 
Nel [[610]] Maometto, affermando di operare in base a una rivelazione ricevuta, cominciò a predicare una [[religione monoteista]] basata sul culto esclusivo di un Dio, unico e indivisibile.<ref group=N>In effetti il concetto di [[monoteismo]] era diffuso in [[Penisola araba|Arabia]] da tempi più antichi e il nome Allah (principale nome di Dio nell'Islam, l'altro è ''al-Raḥmān'' (lett. «Il Misericordioso»). che in lingua araba deriva dalla radice <ʾ-l-h>) significa semplicemente «Iddio». Gli abitanti dell'[[Penisola araba|Arabia peninsulare]] e della [[La Mecca|Mecca]] – salvo pochi [[Cristianesimo|cristiani]] e [[Zoroastrismo|zoroastriani]] e un assai più consistente numero di [[Ebraismo|ebrei]] – erano per lo più dediti a culti [[politeismo|politeistici]] e adoravano una molteplicità di idoli, venerati anche in occasione di feste, per lo più abbinate a pellegrinaggi (in arabo: ''mawṣim''). Particolarmente rilevante era il pellegrinaggio panarabo, detto ''[[Hajj|ḥajj]]'', che si svolgeva nel mese lunare di [[Dhu l-Hijja|Dhū l-Ḥijja]] («Quello del Pellegrinaggio»). In tale occasione molti devoti arrivavano nei pressi della città, nella zona di Mina, Muzdalifa e di ʿArafa. Gli abitanti della Mecca avevano anche un loro proprio pellegrinaggio urbano (la cosiddetta ''[[ʿumra]]'') che svolgevano nel mese di [[rajab]] in onore del dio tribale [[Hubal]] e delle altre divinità panarabe, ospitate dai Quraysh all'interno del santuario meccano della Kaʿba.</ref>.

Nel 608, Maometto iniziò a fare sogni premonitori, a vedere lampi di luce e a sentire voci, che inizialmente attribuì alla presenza di ''[[jinn]]''<ref>{{Cita|Lo Jacono 2011|p. 42.}}</ref>.
Maometto, raccontò che la rivelazione era stata preceduta da sogni con forti connotazioni spirituali.<ref group=N>È possibile leggere l'interpretazione che la tradizione islamica attribuisce a questi sogni nel ''[[tafsir]]'' di Muhammad Shafir, le ''Maʿārif al-Qurʾān'' (Le conoscenze del Corano).
Questi primi sogni, preannuncianti l'ispirazione divina, indussero Maometto a una pratica spirituale molto intensa, che lo portò anche a isolarsi, talora per giorni, nella caverna sul monte Hira; sogni successivi, invece, avrebbero preannunciato la comparsa di Gabriele. Sia per Maometto sia per le successive generazioni musulmane, i sogni hanno sempre rivestito grande importanza, essendo considerati uno dei canali di comunicazione da parte del divino e indirizzati all'uomo. È pratica comune nelle confraternite sufi esporre i propri sogni allo [[sceicco]], per ottenerne l'interpretazione.</ref>. Furono proprio questi sogni a sospingere Maometto, benestante e socialmente ben inserito, verso una pratica spirituale molto intensa, ecompiendo sonosempre quindipiù consideratifrequentemente anticipatoridei dellariti rivelazione vera e propria.<ref>Shiblī Noʿmānī,spirituali (''Sīrat al-Nabītahannuth'') (Vitache delpotevano Profeta),durare vol.anche 1,un Lahoremese<ref>{{Cita|Lo Jacono 2011|p. 43.}}</ref>.

Dunque Maometto, come altri ''[[ḥanīf]]'', cominciò a ritirarsi a cadenze regolari in una grotta sul [[Jabal al-Nur|monte Hira]], vicino alla Mecca, per meditare. Secondo la tradizione, una notte intorno all'anno [[610]], durante il mese di [[Ramadan]], all'età di circa quarant'anni, gli apparve l'[[arcangelo Gabriele]] (in [[lingua araba|arabo]] ''Jibrīl'' o ''Jabrāʾīl'', ossia "potenza di Dio": da "jabr", potenza, e "Allah", si rivolse a lui con le seguenti parole:
{{citazione|(1) Leggi, in nome del tuo Signore, che ha creato, (2) ha creato l'uomo da un grumo di sangue! (3) Leggi! Ché il tuo Signore è il Generosissimo, (4) Colui che ha insegnato l’uso del calamo, (5) ha insegnato all'uomo quello che non sapeva<ref group=N>[[Sūra]] XCVI:1-5. Salvo l'imperativo iniziale, si è seguita la versione de ''Il Corano'', introd., trad. e commento di [[Alessandro Bausani]], Firenze, Sansoni, 1961 e succ. ediz. La traduzione [[Alessandro Bausani|bausaniana]] riporta "Grida", malgrado ''iqrāʾ'' significhi più propriamente "recita salmodiando" pur essendo logico che per poter recitare si debba preliminarmente leggere, non essendo noto il contenuto del brano da recitare).</ref>}}