Combustibile solido secondario: differenze tra le versioni
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Il primo è definibile come combustibile solido ottenuto da rifiuti non pericolosi, utilizzato per il recupero di energia in impianti di incenerimento o co‐incenerimento, rispondente alle specifiche e alla classificazione data dalla [[Ente nazionale italiano di unificazione|UNI]] EN 15359:2011.
Il secondo è concepito come un "sottoinsieme" delle diverse tipologie possibili di combustibile solido secondario (CSS), che per le sue caratteristiche di classificazione e specificazione tali per cui sia possibile emettere una
La UNI 9903‐1 definisce il CDR (combustibile derivato da rifiuti) di qualità normale e quello di qualità elevata CDR-Q. Entrambi sono particolari CSS che in accordo alla UNI EN 15359 assumono una classe di CSS in base ai quantitativi di cloro e mercurio e in funzione del [[Potere calorifico|PCI]] (potere calorifico inferiore).
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Può derivare dal trattamento di frazioni omogenee e opportunamente selezionate di ''rifiuti urbani, rifiuti industriali, rifiuti commerciali, rifiuti da costruzione e demolizione, [[Fango da depurazione|fanghi da depurazione]] delle [[acque reflue]] civili e industriali non pericolosi, ecc.''<ref>UNI CEN/TS 15359</ref>
Si presenta di solito in varie forme, addensate o meno. Può essere in forma di
==Fasi produttive==
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