Attilio Susi: differenze tra le versioni
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Nelle elezioni politiche del 16 novembre 1919 riuscì eletto in Parlamento per la lista denominata ''d'avanguardia'', composta da riformisti, repubblicani e dalla locale sezione dell'[[Associazione nazionale combattenti e reduci|ANC]]: iscrittosi al salveminiano gruppo parlamentare di Rinnovamento, prese la parola a [[Palazzo Montecitorio|Montecitorio]] in occasione del dibattito sul trattato di San Germano e sulla questione di [[Fiume (Croazia)|Fiume]].
Attivo organizzatore del sindacalismo nazionale, disertò le elezioni del 1921, per ripresentarsi poi nel listone fascista in quelle del 1924. La rielezione al parlamento non significò però adesione al fascismo, tanto che [[Cesare Rossi]] si rivolse a lui durante la latitanza: [[Domizio Torrigiani]] dissuase però Susi dal proposito di leggere a Montecitorio il memoriale che Rossi gli aveva consegnato, in ordine alle responsabilità di Mussolini nel [[delitto Matteotti]], e ne propiziò invece la pubblicazione sul ''Mondo'' di [[Giovanni Amendola]]<ref>G. Rossini, ''Il delitto Matteotti tra l'Aventino e il Viminale'', Bologna, 1966.</ref>.
Dopo essere stato aggredito nel 1926 a Santa Marinella dagli squadristi, Susi, ferito gravemente alla testa, espatriò clandestinamente in Francia: inseguito subito dopo da un mandato di cattura, collaborò ad alcuni fogli antifascisti fino alla decisione di abbandonare ogni attività politica. Ottenuta l'autorizzazione a rientrare in Italia, nel 1929, si stabilì nuovamente
==Note==
<references/>
==Collegamenti esterni==
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