Buitoni: differenze tra le versioni

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Nel [[1969]] per delibera dei consigli di amministrazione delle società Buitoni e [[Perugina]] avviene la fusione per incorporazione della Buitoni nella Perugina, dando vita all''''IBP'''-Industrie Buitoni Perugina.
Gli anni '70 sono un periodo buio per le IBP per un susseguirsi di difficoltà economiche e organizzative. Nel 1985 la [[Danone]] si fa avanti per l'acquisto delle quote societarie ma con una mossa inaspettata [[Carlo De Benedetti]] offre alla famiglia Buitoni il 10% in più rispetto all'offerta del gruppo francese garantendosene l'acquisto. Le IBP vengono vendute alla [[CIR (azienda)|CIR]] di [[Carlo De Benedetti]] nel [[1985]] diventando ''Buitoni Spa''.
De Benedetti non riesce però a far decollare l'azienda come nei progetti e tre anni dopo nel 1988 vende tutto alla [[Nestlé]] per 1600 miliardi di lire, anno a cui risalgono gli ultimi ammodernamenti della struttura. La capacità produttiva potenziale di pasta è di 90mila tonnellate all'anno. Nel 2007 è ferma a 55mila tonnellate, cioè poco più della metà. Nel Gennaio 2008 la Nestlé decide di uscire dalla produzione diretta della pasta secca, della pasta all'uovo e delle fette biscottate marchiate Buitoni,affidando mettendo inla vendita lodello stabilimento di [[Sansepolcro]] a Mediobanca che dovrà trovare un'impresa che continuerà a vendere pasta e fette biscottate con stampato sopra le confezioni il marchio Buitoni, ottenuto in licenza dalla Nestlé.
 
Con la dismissione di Sansepolcro (circa 500 addetti), Nestlé non abbandona dunque il marchio Buitoni, che rimane di sua proprietà, e mantiene gli stabilimenti di [[Benevento]] (150 addetti), dedicati al surgelato, e di [[Moretta]], in provincia di [[Cuneo]] (250 addetti), dove sono preparate le paste ripiene e le salse.