Mario Ferrari: differenze tra le versioni
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Passa quindi alla Compagnia del Nuovo Teatro (1955), nella Compagnia Italiana diretta da [[Turi Vasile]] ([[1956]]) ed in quella del Piccolo di Torino ([[1957]]). Quindi prosegue con altre compagnie (Teatro del Popolo di [[Bologna]] per tornare poi al Teatro Moderno di Roma) continuando a calcare le scene sino agli anni [[1960|sessanta]].
Nel [[cinema]] esordisce nel [[1920]] con alcuni [[film muti]], ma è con l'avvento del sonoro che la sua voce calda, virile e avvolgente gli consente di imporsi al grande pubblico. Viene diretto, tra gli [[anni 1930|anni trenta]] e [[anni 1940|quaranta]], prevalentemente da [[Alessandro Blasetti|Blasetti]], [[Goffredo Alessandrini|Alessandrini]] e [[Guido Brignone|Brignone]] ostentando baffi sottili, che sfoggia fin dagli anni della gioventù, dei quali si priva solamente per interpretazioni che lo obblighino a farlo e che lascia infoltire sempre per ragioni sceniche. I baffi caratterizzano il suo volto dai tratti decisi e rigorosi che mitigano l'assenza di un fisico prestante e sicuramente non aitante. Ferrari resta comunque il [[prototipo]] dell'italiano fiero ed irriducibile, mai disposto a scendere a compromessi, ruoli che lo obbligano a non sfuggire al cliché di uomo granitico, integerrimo, rigoroso e a tratti severo che lo
== Doppiaggio ==
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